Washington Post su Giorgia Meloni: «Ascesa sbalorditiva, sta cambiando la politica»


Leader del partito Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni è uno dei politici più discussi d’Italia. Nata e cresciuta in un quartiere popolare di Roma, ha iniziato ad interessarsi di politica quando era soltanto un’adolescente.

Classe 1977, Giorgia Meloni  nasce il 15 gennaio a Roma da papà Francesco, commercialista originario di Cagliari, e da mamma Anna Paratore, nativa di Messina. Il padre lascia la famiglia quando la leader di Fratelli d’Italia ha soltanto 12 anni e questo abbandono, per sua stessa ammissione, l’ha fatta sentire “inadeguata” per molti anni. Durante gli studi al liceo scientifico, all’età di 15 anni, si avvicina alla politica, aderendo al movimento Fronte della Gioventù. La sua militanza inizia proprio in questo periodo, ma si fa importante nel 1998, quando viene eletta al consiglio provinciale di Roma con Alleanza Nazionale. Nel 2001 diventa coordinatrice del comitato nazionale di reggenza di Azione Giovani e, poco dopo, assume il ruolo di presidente, guadagnando un primato: è la prima donna a rivestire la carica di un’organizzazione giovanile di destra.

Nel 2008 Giorgia viene eletta per la prima volta Ministro per la gioventù, nel governo di Silvio Berlusconi, mentre l’anno seguente è presidente di Giovane Italia, movimento nato in seno al Popolo della Libertà (PdL). Ricopre questo incarico fino al 2012, quando si candida alle primarie del PdL. Berlusconi, però, decide di non presentarsi alle primarie, spingendo la Meloni a fondare Fratelli d’Italia insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto.

Nel 2014, viene eletta presidente di Fratelli d’Italia, ma alle elezioni europee non raggiunge i voti necessari per ricoprire l’incarico di europarlamentare. Nel frattempo, si allea con i maggiori partiti di centro-destra, ovvero Lega Nord di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi. Così facendo, i leader hanno creato una forte opposizione in Parlamento.

In occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, la leader di Fratelli d’Italia si candida in cinque collegi alla Camera, ovvero Abruzzo, Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia. In questo modo tenta di assicurarsi l’elezione in Parlamento. Se la Meloni dovesse essere eletta diventerebbe la prima Presidente donna della Repubblica italiana. Giorgia, da sempre di destra, si descrive “tradizionalista, cristiana e conservatrice“.

Un’«ascesa sbalorditiva» che, «se tutto andrà come previsto», la porterà a diventare «il primo presidente del consiglio donna in Italia». Anche il Washington post ratifica il successo di Giorgia Meloni, il modo in cui è riuscita, in una politica «dominata dagli uomini», a emergere e a far emergere il suo partito, fino a determinare il cambiamento «sia della politica sia del tono politico del suo Paese». «In un mondo politico in cui tutti dicono una cosa e ne fanno un’altra, il sistema di valori del nostro partito è chiaro», ha quindi spiegato la leader di FdI al Washington Post, che, oltre a tracciarne un lusinghiero profilo, l’ha anche intervistata. 

«Continuo a incontrare ex elettori di sinistra che mi dicono: “Ero di sinistra, ma questa volta voterò per te“», e questo accade perché la sinistra italiana «ha dimenticato il mondo del lavoro per seguire un’agenda ideologica ignara della quotidianità dell’uomo comune. È a loro – ha chiarito Meloni – che cerchiamo di offrire risposte reali». Quanto alla prospettiva di diventare premier, la leader di FdI ha ribadito che «non posso dire che di fronte a una tale responsabilità le mie mani non tremino». «Non ho mai considerato la politica come una questione personale», ha proseguito Meloni, spiegando che da ragazzina voleva diventare «interprete o traduttrice». Nel caso gli elettori assegnino a FdI questo tipo di responsabilità allora «sarò premier», ha ribadito Meloni, ricordando comunque che la decisione spetta al presidente della Repubblica.

«Ci ritroveremmo a governare l’Italia in quella che forse è una delle situazioni più complesse di sempre», ha spiegato Meloni al Washington Post, ricordando che «nel contesto europeo siamo in fondo alla classifica su tutti i dati macroeconomici, il nostro debito pubblico è totalmente fuori controllo e abbiamo a che fare con una povertà crescente». Ma – ha precisato – credo anche che questa nazione possa invertire la rotta con un po’ di buon senso e una classe politica che sappia spiegare le scelte impopolari ai cittadini».

Quanto al rapporto con gli avversari, Meloni ha chiarito che «non ho mai odiato nessuno e parlerò con tutti, perché non ho pretese di superiorità né complessi di inferiorità. Fondamentalmente, ho un atteggiamento maturo nei confronti dei miei avversari politici. Non credo – ha aggiunto – si possa dire lo stesso di loro nei miei confronti». Un atteggiamento che Meloni mantiene rispetto al contesto europeo. Meloni ha chiarito di non sentirsi affatto «una minaccia, una persona mostruosa o pericolosa».

«Mi considero una persona molto seria e penso che sia con serietà che dobbiamo rispondere agli attacchi interessati che ci stanno muovendo», ha detto, chiarendo di non avere bisogno di farsi accettare in Europa. A parlare saranno le scelte: «Se dovessimo vincere le elezioni, una volta presentata la nostra prima legge di bilancio, forse le persone all’estero noteranno come esistano partiti più seri di quelli che hanno aumentato il nostro debito per acquistare i banchi di scuola con le rotelle». «Mi interessa che l’Italia abbia il ruolo che merita nel contesto europeo», ha proseguito Meloni, non negando «di aver criticato l’Ue, e spesso le sue priorità. Ma forse in alcuni casi non ci siamo sbagliati. Quello che sta succedendo in questi anni, con la pandemia e la guerra, sta a dimostrare quante priorità europee siano state fuori luogo».

Nell’intervista al Washington post un passaggio sugli Usa: «Sono ovviamente un punto di riferimento per le nostre alleanze e ho un buon rapporto con il Partito Repubblicano». Rispondendo alla domanda sulla polarizzazione del Gop, diviso tra trumpiani e anti-trumpiani e su quale parte del partito veda più sintonia con FdI, Meloni poi ha chiarito che non le interessa «entrare nel dibattito all’interno del Partito Repubblicano, perché sarebbe una questione troppo complessa per me». «Sto seguendo attentamente la loro evoluzione e guardando cosa accadrà con le elezioni di Midterm».

Circa Redazione

Riprova

Bonaccini: ‘Se von der Leyen apre ai voti della destra per la nomina di Fitto c’è la fine di Alleanza europea’

“La prima questione è sempre di merito, vale per Fitto come per tutti i commissari: …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com