Leggo, ascolto continuamente un diffuso malcontento, un sentimento di forte delusione nello Stato e nelle Istituzioni, ma nello stesso tempo non riesco a percepire una volontà di cambiamento, un concreto impegno a voltare pagina offrendo un’alternativa reale. Passivamente si segue l’una o l’altra parte politica quasi come si seguono le mode, o mi verrebbe da dire, come le pecore seguono il gregge… si vota la maggior parte delle volte senza una reale convinzione, senza conoscere i programmi, gli ideali, le intenzioni di chi si è candidato.
In questo clima di passivo disinteresse stiamo facendo crescere i nostri figli, la cosiddetta “Generazione Z”, la più istruita, la più capace nell’uso delle nuove tecnologie, eppure altrettanto fragile, altrettanto insicura. La pandemia ha aumentato la loro solitudine e esasperato le dinamiche relazionali. L’attuale clima di tensione dovuta allo scoppio del conflitto in Ucraina ha tolto loro serenità, tranquillità, aumentando la percezione di incertezza. Questi ragazzi stanno diventando adulti passando di emergenza in emergenza!
L’inquietudine, lo smarrimento che provano, è dovuto anche alla percezione di un futuro assai instabile. La nostra società, i nostri governi, non hanno dato e non danno garanzie ai giovani che si stanno affacciando ora al mondo del lavoro e questo ha determinato un senso di precarietà, di mancanza di punti di riferimento, di instabilità. Terminati gli studi la maggior parte percepisce un baratro, che cresce quando si tocca con mano la difficoltà concreta di trovare un impiego, per il quale si è studiato tanto.
Questa assenza di prospettive, di certezze sta facendo ammalare un’intera generazione, ma sembra quasi non interessi a nessuno. La crisi economica passa anche e soprattutto dal crocevia della mancanza di lavoro per i giovani. Facciamoci carico del futuro delle nuove generazioni, cercando di dare un concreto e consapevole impegno per cambiare ciò che non va! Abbiamo il dovere di offrirgli la possibilità di un’alternativa credibile, di un futuro sereno nel quale continuare il loro percorso di vita! Abbiamo il dovere di ascoltarli!
Pino Masciari