La Via della Narrazione, di Alessandro Baricco, Feltrinelli Editore

«Narrare è l’arte di lasciare andare una storia, una trama e uno stile nel flusso di un unico gesto. […] È possibile incontrarne forme imperfette. Più che imperfet­te, parziali.

Storia e trama senza stile. Quel che rimane non è davvero reale, non insiste sull’esistente, dimora in un mondo paralle­lo a cui si è trovato un nome molto preciso: intrattenimento.

Storia e stile senza trama. Variabile molto affascinante. Il narratore si sporge verso il narrare ma poi, sostanzialmente, se ne ritrae. Il rito diventa solitario, onanistico. La storia ri­torna a chiudersi in se stessa, ma dopo essersi lasciata dietro una vampata di luce. […] D’altra parte è anche possibile che invece si tratti di un caso di pudore, di paura, di repressione: non è da tutti accettare di far diventare reali le proprie storie.

Stile e trama senza storia. Spesso si tratta di saggistica che si traveste da narrazione.

Esistono casi ancor più minimalisti.

La storia da sola è poco più che una sensazione. La trama da sola è un gesto infantile. Lo stile da solo è poesia.

Ma accade spesso che storia, trama e stile si diano compiuta­mente intrecciati, nell’esercizio dorato di ciò che chiamiamo narrare. In un numero di casi circoscritto, la loro fusione è così rotonda da cancellare qualsiasi segno di sutura e traccia di costruzione. Allora il narrare raggiunge altezze dove appare come una magia e non come quel processo chimico che in fondo è. Quest’illusione ottica, questo slittamento verso il mito, ne fa un evento quasi mistico, e lì ha il suo momento quel particolare rapporto con la verità che alle volte gli è stato attribuito.

Insegnare quella rotondità – il dorato gesto del narrare – non è facile, ma solo una visione distorta di cosa sia un narratore può condurre a pensare che sia impossibile o addirittura truffaldino. In realtà sappiamo esattamente dove possiamo intervenire e dove no.

Possiamo educare a riconoscere le storie, a capirne la for­ma, ad accoglierle e a maneggiarle senza farsi del male. Possiamo insegnare a costruire una trama, perché sia mappa completa e geroglifico leggibile.

Non possiamo insegnare lo stile, ma possiamo rassicurar­lo, difenderlo, farlo crescere. E se non possiamo insegnare ad avere una voce, possiamo insegnare a cantare a quelli che ce l’hanno.»

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