Logo sede di Confindustria, Roma 5 maggio 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Tangenziale Catania, Ance e Confindustria scrivono agli Enti preposti

Avviare il tanto atteso sviluppo della città di Catania, attraverso interventi concreti che possano migliorare la qualità di vita e dare nuovo slancio all’economia. Concetto ben chiaro ad Ance e Confindustria Catania, che hanno individuato nella Tangenziale di Catania e nelle sue criticità, uno dei nodi da sciogliere per il bene della Sicilia e del capoluogo etneo. I risultati, frutto di uno studio avviato nel 2003 da Ance Catania – su iniziativa del past president Andrea Vecchio – sono stati raccolti e presentati alle autorità competenti.

Il documento – recapitato alla Regione Siciliana, all’Anas, all’Assessorato regionale delle Infrastrutture e Mobilità, al Commissario della Città metropolitana e a quello di Catania – è una sintesi delle analisi di Rosario Faraci (professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese UniCT), Paolo La Greca (ordinario di Pianificazione Urbanistica e Territoriale UniCT) e Francesco Russo (ordinario di Trasporti dell’Università di Reggio Calabria). Uno studio da cui emerge la mappatura del flusso di veicoli che percorrono l’arteria quotidianamente, con conseguente aumento di congestione del traffico, inquinamento, disagi per cittadini e perdita in termini economici.

Da qui la necessità di trovare soluzioni alternative alla realizzazione di una terza corsia, che comporterebbe ulteriori ostacoli e pochi vantaggi: tre sono quelle individuate da Ance e Confindustria, che ruotano su un nuovo tracciato pedemontano che possa alleggerire il carico sulla Tangenziale, abbracciando i Paesi ai piedi dell’Etna e contribuendo a una mobilità ecosostenibile, affiancando un’azione di rigenerazione urbana da sviluppare nei territori attraversati. Proposte che lo scorso 21 maggio, in una mattinata di studio dedicata, hanno generato entusiasmo tra rappresentanti delle istituzioni, addetti ai lavori e professionisti. «Oggi abbiamo l’opportunità di fare qualcosa di veramente importante per l’Area metropolitana di Catania, utilizzando al meglio le risorse in campo – spiega il presidente di Ance Catania Rosario Fresta – nella valutazione delle scelte occorre tener conto sia dei costi finanziari che dei costi economici e sociali, oltre che ambientali. Le proposte alternative alla “Terza Corsia” non solo potrebbero contribuire a dare connessioni efficaci alle diverse parti del territorio, ma si configurano come un grande parco lineare, un vero corridoio ecologico, grazie anche alla previsione di piantumazione di alberi, arbusti e l’aumento di superfici permeabili». «Occorrono investimenti strategici, non di breve periodo, ma permanenti – dichiara il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco – tanto più importanti in questa fase di difficoltà, ma anche nel momento in cui si aprono nuovi scenari di crescita per il territorio. La città che lavora e produce non può più sopportare i costi economici e sociali determinati da un asse viario ormai obsoleto, eppure cruciale per la mobilità. Alla governance pubblica chiediamo visione e programmazione, semplificazione dei processi amministrativi e della burocrazia. Solo così sarà possibile sprigionare al meglio tutte le nostre potenzialità».

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