Migliaia di aziende si preparano ad affrontare l’inverno senza un contratto di fornitura di gas. È lo scenario che descrive il Sole 24 Ore sottolineando che si tratta sia di aziende che usano il metano per le loro produzioni — due casi fra decine, l’industria della carta e quella della ceramica — ma anche le aziende del gas, cioè quelle utility che acquistano il metano all’ingrosso dai grandi importatori e lo ridistribuiscono ai clienti.
Il via all’anno termico
Il 1° ottobre, per convenzione è il giorno d’inizio dell’anno termico. Un anno che sarà ricordato per tanto tempo, a causa dell’impennata dei prezzi del gas e dell’energia elettrica e della crisi russo-ucraina. A tale data sono tantissime le aziende che si preparano ad affrontare l’inverno senza la certezza di avere energia. Come riporta il quotidiano economico, alcuni grandi fornitori energetici hanno limitato i contratti “ai pochissimi clienti più affezionati, ai soli stabilimenti di taglia maggiore, ai rari consumatori industriali con le più solide garanzie di pagamento”. Molte piccole aziende del gas non sanno se riusciranno a pagare il metano acquistato e soprattutto a pagare le garanzie di copertura. “Molti contratti hanno perso la flessibilità di un tempo. Insomma — ha spiegato al quotidiano economico Massimo Nicolazzi, uno dei più grandi osservatori del mercato del gas in Italia — il nostro retailer deve contrattare già adesso, per tutto l’anno a venire, i volumi che gli necessiteranno giorno per giorno; i venditori più generosi gli consentono uno scostamento nell’ordine del 3%. E se l’azienda sbaglia per difetto o per eccesso, dovrà vedersela da solo sul mercato del bilanciamento”.
Centrale è anche il tema delle garanzie e delle caparre da versare nelle compravendite di gas. Come spiega il Sole 24 Ore, infatti, “gli intermediari comprano in gas con un pagamento immediato, i consumatori saldano, nei casi migliori, a 70 giorni. Molte aziende che operano nel mercato del metano hanno la difficoltà di saldare le coperture e le fideiussioni chieste dal mercato, e non a caso potrebbe intervenire una copertura allo studio della Sace“.
Il salvagente dello Stato
Per tali ragioni molti consumatori industriali arrivati al 1° ottobre senza contratto scivoleranno nel fornitore di ultima istanza, cioè nella garanzia del servizio universale garantito dallo Stato. La gara per assegnare questo incarico è stata vinta, secondo le zone del Paese, da Enel e da Hera. Le tariffe e le modalità di pagamento sono decise dall’autorità dell’energia.
Cosa è il fornitore di ultima istanza?
Il Servizio di Fornitura di Ultima Istanza viene attivato dal distributore territorialmente competente in determinate situazioni in cui un cliente finale si trovi senza fornitore, pur restando connesso alla rete e potendo perciò continuare a prelevare gas. In tali casi la fornitura di gas viene assegnata a uno specifico fornitore, selezionato dall’Acquirente Unico attraverso un’asta (appunto il fornitore di ultima istanza o FUI), che deve poi operare secondo quanto stabilito dall’ARERA, anche per quanto riguarda le condizioni economiche da applicare.