Tanti matematici e studiosi hanno provato a capire se l’esistenza di Dio potesse avere delle conferme dai numeri e dalle formule
Dio e la matematica sembrano essere due rette parallele, eppure le discussioni su questo argomento così particolare che hanno tirato in ballo formule e numeri non sono mai mancate. L’ultima in ordine di tempo è stata quella di Manon Bischoff che si occupa proprio di temi informatici e matematici in diverse riviste specializzate.
Su “Scientific American” è apparso un suo saggio nei giorni scorsi dal titolo emblematico: “Può l’esistenza di Dio essere provata matematicamente?”. Nel corso dei secoli diverse menti eccelse si sono date da fare per rispondere una volta per tutte a questa domanda, senza mai arrivare a una conclusione certa e definitiva.
Gli esempi emblematici sono quelli di Blaise Pascal e Cartesio nel XVII secolo, ma anche Leibniz nel ‘700 e Kurt Gödel nel ‘900 hanno fornito un contributo determinante. Nel 2013, poi, uno studioso ha approfondito i ragionamenti dello stesso Gödel, trovandoli corretti senza alcun ragionevole dubbio. La matematica ha smentito dunque le affermazioni degli atei? In realtà il ragionamento di cui si sta parlando ha provato che l’esistenza di una forma divina dipende da determinati presupposti. Le ipotesi utilizzate, però, possono anche essere messe in dubbio. Nel caso di Dio sono necessarie sostanzialmente due possibilità, la sua esistenza e la sua non esistenza.
Provare l’esistenza di Dio
In aggiunta, si devono tenere in considerazione altri fattori. Cosa c’è dopo la morte? Se esiste un essere divino e ci si crede, allora si finisce in paradiso oppure all’inferno, mentre in caso contrario non succede nulla. Secondo Pascal, l’approccio migliore sarebbe quello di credere in Dio: nella migliore delle ipotesi si finisce in paradiso, altrimenti non accade niente. Ogni ragionamento mentale è diventato concreto soltanto con Gödel che ha sfruttato la logica per provare l’esistenza di Dio. La sua ricostruzione si basa su 12 passaggi matematici caratterizzati da assiomi, teoremi e definizioni. Per capire meglio la sua teoria, si possono utilizzare degli esempi.
I ragionamenti matematici su Dio
Se un frutto viene considerato delizioso e questo dato di fatto è una proprietà positiva, allora può essere anche divertente da mangiare e questo vuol dire che lo stesso divertimento è ugualmente una proprietà positiva. Un altro assioma di Gödel, poi, è quello secondo cui se l’opposto di qualcosa è positivo, allora quel “qualcosa” deve essere per forza negativo. Il mondo immaginato dallo studioso, quindi, è bianco o nero, il che significa che ogni cosa è buona oppure cattiva. Si tratta di logiche che persino i computer hanno voluto dimostrare, ma non sono mancate le critiche, come è facile immaginare.
Anzitutto ci si chiede: perché un mondo dovrebbe essere diviso soltanto in ciò che è bene e ciò che è male? Gödel non ha fornito ulteriori dettagli sulla proprietà positiva su cui si basa la sua teoria e questa è una lacuna di non poco conto. La questione finale dell’esistenza di Dio non è stata risolta, secondo Manon Bischoff però l’utilizzo della matematica per arrivare a capo di un dilemma tanto grande è piuttosto eccitante. Gödel è scomparso da oltre quattro decenni e per il momento rimane forse uno dei pochi matematici che si sia avvicinato di parecchio a una risposta che in tanti si fanno da secoli.