Decreto bollette, dal bonus sociale senza Isee agli aiuti alle imprese

Uno dei primi atti del nuovo governo Meloni sarà il decreto bollette, sebbene la Manovra desti più interesse per le cifre che saranno mobilitate e per le priorità che il nuovo esecutivo metterà in fila, attuando una mediazione all’interno della coalizione di maggioranza.

Il Decreto per far fronte al caro energia è stato in parte anticipato dal governo Draghi, nell’ultimo CdM prima del passaggio di consegne al nuovo esecutivo, con la proroga del taglio delle accise di 30 centesimi al litro sino al 18 novembre. Una misura che deve ora essere accompagnata da nuovi aiuti per le famiglie (bonus sociale) e le imprese (crediti d’imposta) almeno fino al mese di dicembre.

Il credito d’imposta potenziato per le imprese

Fra i primi destinatari degli aiuti le imprese, che sono state letteralmente messe in ginocchio dal caro energia, cui sono destinate misure per quasi 5 miliardi al mese. Primo obiettivo dell’esecutivo sarà dunque estendere sino alla fine di dicembre il credito d’imposta riconosciuto alle imprese ed alle attività commerciali  per la spesa legata all’energia, nella forma potenziata prevista dal Decreto Aiuti Ter.

Il credito d’imposta infatti era stato già potenziato dal precedente decreto alle PMI, imprese artigiane e attività commerciali, quelle cioè con contatore da 4,5 kW rispetto ai 16,5 kW minimi previsti in precedenza.

Per le imprese dovrebbero poi essere prorogate anche le garanzie statali rilasciate da Sace per i finanziamenti richiesti per il pagamento delle fatture energetiche.

Il bonus sociale senza Isee

La grande novità di questo decreto, invece, dovrebbe riguardare le famiglie meno abbienti, cui è rivolto un bonus sociale rafforzato che non prevede l’uso dell’indicatore Isee , ma verrà distribuito automaticamente e con procedura semplificata.

Il problema, messo in luce più volte da Giorgetti, quando era al MISE, è arrivare a quelle famiglie che, pur avendone diritto, non hanno presentato la domanda per il bonus sociale nei mesi scorsi, perché non a conoscenza del loro diritto a percepire il contributo per ammortizzare i rincari delle tariffe.

La ratio resta quella di distribuire il bonus a chi ha più bisogno (sinora quello con Isee sotto i 12 mila euro), per combattere la povertà energetica ed aiutare le famiglie meno abbienti a pagare le bollette di luce e gas, ma senza necessità di fare domanda e senza obbligo di presentare l’Isee, usando meccanismi automatici che raggiungano coloro che ne hanno più bisogno.

Niente bonus anti-inflazione da 150 euro

Non è atteso invece il pagamento di un altro bonus una tantum da 150 euro contro l’inflazione, non tanto per un problema di fondi, che ci sono, potendo il nuovo governo attingere dal tesoretto di 10 miliardi della Nadef, ma per avere più risorse a disposizione della nuova Manovra. Per quest’ultima infatti, l’esecutivo Meloni userà un artifizio giù usato lo scorso anno, anticipando spese riferite all’anno prossimo, in modo da avere una dotazione piena per il 2023 e spingere il deficit dal 3,1-3,2% dal 3,4% previsto ora nella Nadef.

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