Roberto Saviano  dovrà affrontare quelli che sono gli effetti della sua condotta, anche perché il presidente del Consiglio non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi: “Non è al di sopra della legge”. 

Intervistata dal Corriere della Sera,Giorgia Meloni spiega infatti di non avere alcuna intenzione di ritirare le denuncia contro Saviano, che le aveva dato della “bastarda”.

“Ho presentato la querela quando ero capo dell’opposizione”, dichiara la leader di Fratelli d’Italia. “L’ho fatto non perché Saviano mi aveva criticato sull’immigrazione ma perché, nel tentativo vergognoso di attribuirmi la responsabilità della morte in mare di un bambino, mi definiva in tv in prima serata una “bastarda”. E quando gli è stato chiesto se quella parola non fosse distante dal diritto di critica ha ribadito il concetto. Non capisco la richiesta di ritirare la querela perché ora sarei presidente del Consiglio: significa ritenere che la magistratura avrà un comportamento diverso in base al mio ruolo, ovvero che i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge? Io credo che tutto verrà trattato con imparzialità, vista la separazione dei poteri”.  

Il presidente del Consiglio spiega di stare semplicemente chiedendo alla magistratura di pronunciarsi sulla questione, specificando, una volta per tutte, quale sia il confine fra legittimo diritto di critica e diffamazione. “Penso anche che una certa sinistra non debba considerarsi al di sopra della legge”.

Insomma, il messaggio è chiaro. Essere, come si dice, “di sinistra” non mette al riparo dalle conseguenze. 

Roberto Saviano, in maniera fortemente lacrimevole, informa che avrebbe dovuto presenziare a due incontri a Reggio Emilia, domenica e lunedì prossimi, uno dei quali con un auditorio di studenti, per parlare del suo libro su Giovanni Falcone. Appuntamenti annullati con giustificazione motivata per iscritto in una lunga lettera, in cui denuncia: ‘L’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo: chi dovrebbe difendere spazi di libertà e democrazia è impegnato a nascondere le macerie di un percorso politico, culturale e intellettuale che non ha saputo creare ponti, ma solo disgrazie’.

Secondo lo scrittore, quest’affiorare di odio dipenderebbe dalle querele che contro di lui sono state presentate dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal vicepremier Matteo Salvini e dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Azioni legali che, come noto, derivano da contumelie che a loro Saviano rivolse in diverse occasioni.