‘Un nuovo reddito di inclusione attiva, da vedere al tempo stesso come misura di sostegno al reddito e di inclusione sociale per la parte più in difficoltà e fragile della popolazione. Più controlli sui percettori del reddito di cittadinanza, così come un rafforzamento delle azioni per scongiurare gli infortuni sul lavoro. Un piano di semplificazioni normative, la riforma delle politiche attive, l’equo compenso, il costo del lavoro, le pensioni e il sistema di ammortizzatori sociali. Con un occhio di riguardo per i lavoratori autonomi’, lunga lista di obiettivi quella presentata dal ministro del lavoro Marina Calderone, intervenuta in audizione in commissione lavoro del Senato per illustrare le linee guida programmatiche del suo dicastero.
Nelle ultime settimane, uno degli argomenti più caldi sul versante lavoro è stato quello del reddito di cittadinanza, con le modifiche operate in legge di bilancio. Nel suo discorso Calderone ha parlato di un «nuovo strumento di inclusione». Infatti «si valuterà la possibilità di intervenire anche attraverso un parallelo intervento di riforma che vada ad istituire un nuovo reddito di inclusione attiva, da vedere al tempo stesso come misura di sostegno al reddito e di inclusione sociale per la parte più in difficoltà e fragile della popolazione. Negli anni scorsi», le parole del ministro, «le sperimentazioni nazionali e regionali del sistema di inclusione attiva, incluso il Rei, il reddito di inclusione, hanno innovato il sistema dei servizi assistenziali portando queste misure contro la povertà assoluta nell’alveo dell’inclusione e promozione sociale. L’obiettivo di questo intervento di riforma resta quello di intervenire sui bisogni e disagi connessi alla condizione di povertà per favorire anche l’inserimento socio-lavorativo, al fine di raggiungere l’autonomia economica e finanziaria per questi nuclei. In questo senso», ha proseguito il ministro, «la riforma per l’istituzione del nuovo strumento di inclusione attiva, superando l’attuale intervento del reddito di cittadinanza, dovrà riguardare i nuclei in condizione di povertà, che negli ultimi anni sono molto cresciuti, e penso sia possibile ed opportuno anche ampliare la platea intervenendo sulle soglie attualmente definite dai criteri Isee e dalle ulteriori condizioni patrimoniali previste per il reddito di cittadinanza». Una riforma degli strumenti di sostegno, quindi, che sarà realizzata a lungo termine. Nel breve, invece, sul reddito di cittadinanza saranno avviate ulteriori verifiche sulla legittimità dei fruitori: «questo ministero, in sinergia con l’Inps, proseguirà ad effettuare campagne di verifica analitiche sui beneficiari del reddito di cittadinanza, in particolare sui soggetti di età inferiore a 26 anni. I controlli», assicura Calderone, «proseguiranno in modo capillare anche nel 2023 per contrastare eventuali abusi e individuare soggetti che non hanno realmente il diritto al reddito di cittadinanza».