“Non si poteva festeggiare meglio il decennale di Fratelli d’Italia, con una vittoria epocale, quella che ha visto la prima donna italiana e la prima personalità politica di destra alla guida della nazione”. Così Fabio Rampelli alla prima giornata della kemesse di FdI a piazza Navona per celebrare il decennale della nascita. “Un sogno realizzato con tenacia ma, soprattutto, con lungimiranza, coraggio e preparazione culturale”, dice il vicepresidente della Camera tra i fondatori di FdI con Meloni, La Russa e Crosetto. “Per questo voglio dedicare la festa di piazza del Popolo alla ‘generazione invisibile’ poi in parte evoluta nella ‘generazione Atreju’. In forza di quella geniale avventura della Festa bipartisan del 1998 a Colle Oppio, primo esordio del nuovo Movimento erede del Fronte della Gioventù, Azione Giovani”.
Rampelli parla di una “comunità umana e politica che ha sfidato ogni convenzione. Rotto i ponti con il nostalgismo già dal Msi, partito importante nella storia italiana ma destinato a essere strumento prevalente di testimonianza più che di progetto. Perché da lì iniziò a formarsi una generazione che, attraverso l’originalità del suo posizionamento culturale, ha creato il tessuto fondamentale su cui sarebbe nato il nuovo movimento giovanile prima (Azione Giovani fu guidata proprio da Giorgia Meloni dal famoso Congresso di Viterbo del 2004) e Fratelli d’Italia poi”. Quella generazione che il vicepresidente della Camera definisce ‘invisibile’ ha dato sostanza ad Alleanza nazionale. “Nata per un’opportunità elettorale spalancatasi in Italia dopo il crollo del pentapartito tramortito da Tangentopoli, ma impreparata a vivere istantaneamente la transizione al largo del post fascismo. All’epoca, confessiamolo, le accuse di doppiopettismo, di mero mascheramento dei pruriti totalitari, di greve e spasmodica ricerca di nascondigli dove posizionare i ninnoli del ventennio avevano un fondamento”.
“Mi permetto di dire – conclude Rampelli – che gli unici a stare perfettamente a proprio agio nella cornice della modernizzazione e del futuro erano proprio coloro che avrebbero poi ideato, prima che fondato, Fratelli d’Italia. Alle tante persone che hanno servito questa sfida storica e pagato prezzi alti per resistere a certe discriminazioni interne, gran parte dei quali hanno solo accompagnato la nuova creatura ai blocchi di partenza, rinunciando con tanti sacrifici a raccogliere i frutti della propria seminagione va il nostro abbraccio. Fratelli d’Italia esiste grazie a loro e noi tutti lo sappiamo”.