Lazio, sondaggio per la Regione: centrodestra al 42,7%. Rocca su Zingaretti: ‘Ha creato una sanità per pochi’

Lo sussurravano un po’ tutti, ora lo scrive anche Repubblica: la campagna elettorale delle sinistre nel Lazio è difficilissima, ai limiti del proibitivo. A certificarlo, un sondaggio realizzato da Izi per il quotidiano di Largo Fochetti. Vi si legge che il centrodestra guidato da Francesco Rocca  è al 42,7 per cento mentre la coalizione Pd+Azione+cespugli affidata ad Alessio D’Amato si ferma al 33,9. In coda, molto più distanziati (17,6), i 5Stelle rappresentati per l’occasione da Donatella Bianchi, volto Rai  e conduttrice di Linea Blu. «Continua il suicidio dell’opposizione, centrosinistra e M5S, che si consegnano alla destra anche in Regione Lazio, così come avvenuto alle elezioni politiche e in Parlamento», è il commento un po’ scorato di Giacomo Spaini, amministratore delegato della Izi Spa.

«Senza un’alleanza nell’area di centrosinistra, la coalizione di centrodestra vincerebbe con qualsiasi altro candidato o candidata», aggiunge a mo’ di imbeccata ai riottosi contendenti della gauche lazial-capitolina. In realtà, Pd e M5S marciano divisi perché divisi dagli obiettivi di medio e lungo raggio. La candidatura della Bianchi da parte di Giuseppe Conte rientra nella strategia del movimento finalizzata ad accasarsi con i Verdi europei a Strasburgo. Il Pd, al contrario è costretto a far premio sull’identità (lo stesso è accaduto in Lombardia) per recuperare ruolo e spazio a sinistra.

Quanto ai singoli partiti, il sondaggio rileva anche l’ottima performance di Fratelli d’Italia. IL partito di Giorgia Meloni otterrebbe il 32,4 per cento,  un punto in più  rispetto alle politiche. In flessione, invece, Forza Italia (dal 6,8 al 5,7) e Lega (dal 6 al 4,1). A sinistra resta stabile il Pd, con il 18,1 per cento mentre cresce il M5S, che passa dal 14,8 al 16,5 per cento. Un risultato che sbarrerebbe l’accesso in Consiglio regionale alla Bianchi, costretta, a questo punto, a candidarsi anche in lista per entrare alla Pisana. L’ultimo dato del sondaggio riguarda l‘astensione: non voterebbe il 30,3 degli aventi diritto. Una percentuale che, ove confermata, sarebbe in controtendenza rispetto alle comunali dello scorso anno quando a non recarsi alle urne fu il 60 per cento degli elettori.

Alle emergenze è abituato da lungo tempo. Nei panni di presidente della Croce Rossa italiana ne ha affrontate e risolte tante. E ora che il centrodestra lo ha unitariamente designato alla guida della regione Lazio, Francesco Rocca non solo non si tira indietro ma mostra di avere idee ben chiare e soluzioni praticabili. «Sono sfide diverse – confida a Libero. Nel ruolo che ho ricoperto dopo un terremoto o dopo un conflitto occorreva dare delle risposte istantanee per poi lasciare allo Stato il compito di ricostruire. Qui invece occorre dare risposte immediate ma anche accompagnare in maniera strutturale tutto ciò che è necessario per far tornare a crescere il Lazio».

I sondaggi lo danno vincente, ma Rocca preferisce concentrarsi sui problemi, soprattutto quelli che angosciano «pendolari e imprenditori». La grande questione, tuttavia, resta la sanità, che è anche la voce più imponente di ogni bilancio regionale. Tanto più che a sfidarlo è Alessio D’Amato, l’assessore che ha gestito la fase pandemica per conto nella giunta Zingaretti. Rocca non teme confronti: «Non possiamo misurare il tasso di qualità della sanità laziale solo sulla base della risposta emergenziale del Covid». I problemi, infatti, sono anche altri. E l’ex-presidente della Cri li conosce a menadito. «Manca – spiega – una regia sulla gestione delle liste di attesa. È diventata una sanità per pochi. Per chi se la può permettere. Un’umiliazione per i cittadini del Lazio a cui dobbiamo porre rimedio».

Il candidato del centrodestra è critico con il Pd anche per la vicenda del termovalorizzatore di Roma. La definisce come una «ennesima schizofrenia». «Il centrosinistra che ha governato la Regione – ricorda Rocca – non voleva il termovalorizzatore ma lo stesso Pd al governo ha incaricato il sindaco di Roma come commissario per la realizzazione dell’impianto». L’impegno è cambiare musica. «Bisognerà impiegare il massimo delle tecnologie disponibili – annuncia – per fare in modo che il ciclo dei rifiuti non impatti sulla qualità di ciò che respiriamo». Infine, un pensiero su Amatrice, ancora ferita dal terremoto: «Vedere la burocrazia che ostacola i lavori è inaccettabile. Una delle nostre priorità – assicura – sarà proprio ricostruire Amatrice insieme al suo popolo».

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