«Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte». Sono le prime parole di Silvio Berlusconi dopo la sentenza definitiva per il caso Ruby-ter. “Il fatto non sussiste”, hanno deciso i giudici. E il Cav, sui social, posta una sua foto sorridente, in doppiopetto, stile ’94, con la scritta a caratteri maxi “Finalmente” alle spalle e il simbolo di FI. Ed è quella parola, “finalmente” che viene ripetuta da molti esponenti politici di centrodestra, perché il “tunnel giudiziario” è stato interminabile, per molti versi angosciante.
I leader della coalizione salutano con soddisfazione la sentenza. «L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia», afferma Giorgia Meloni. «Mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al presidente Berlusconi a nome mio e del Governo un saluto affettuoso». Matteo Salvini si sofferma sugli «anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche» Berlusconi assolto «rende giustizia a un uomo che è stato attaccato tanto ingiustamente per motivi politici», commenta Antonio Tajani. «Nessuno di noi dubitava della sua innocenza. Tutta la comunità di Forza Italia festeggia. Mi auguro possa vivere tranquillo”. L’esito di oggi del processo «mi pare la conferma che è stata tutta una montatura, il fatto non sussiste significa che è stata tutta una montatura».
«Una persecuzione del genere non si può cancellare così, con un colpo di spugna», dichiara in una nota Marina Berlusconi, presidente di Fininvest. «Anche perché questa vicenda, nata sul nulla e sul nulla portata avanti con furioso accanimento ideologico da una piccola ma potente parte della magistratura ha segnato e condizionato la storia e la politica del nostro Paese, la sua stessa immagine all’estero». Mi auguro – aggiunge – «che questa ennesima dimostrazione dei guasti provocati dalla faziosità e dall’odio coltivato contro l’avversario favorisca il processo di cambiamento, che i tribunali possano finalmente essere davvero per tutti aule di giustizia e non di lotta politica, che i cittadini possano guardare alle toghe con la fiducia che gran parte di esse meritano». Solo in questo modo, «credo, questa vicenda potrà forse risultare un po’ meno drammaticamente assurda».
Per lui è stata una vera liberazione ed Emilio Fede dice la sua dopo l’assoluzione di Silvio Berlusconi: “Anche io vincitore morale“. L’ex direttore del Tg4 spiega a Repubblica: “Mi sono fatto otto anni di domiciliari per nulla”. Ha detto Fede: “Purtroppo solo vincitore morale, mi sono fatto otto anni di domiciliari senza essere colpevole di nulla. Gli ultimi 8 anni della vita, e ormai vedo la morte in faccia, a 91 anni“. Emilio Fede lo ha spiegato in un’intervista al quotidiano La Repubblica a margine dell’assoluzione nel processo Ruby Ter per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
E quel pronunciamento rappresenta a parere di Fede “una rivincita enorme per Silvio Berlusconi, accusato ingiustamente di ogni nefandezza”. E lo stesso ex direttore di Mediaseta ha parlato di un detenuto in carcere a Milano che, qualche mese fa, ha voluto fare alcune dichiarazioni: “Emilio Fede non c’entra nulla nello scandalo delle foto false, tutto è stato organizzato contro di lui per cacciarlo dalla direzione del Tg4″. L’identità di quell’insider Fede non la rivela ma fa un recap della sua vicenda giudiziaria iniziata con il licenziamento avvenuto il 29 marzo 2012. All’epoca Fede fu indagato per tentata estorsione con fotomontaggi a luci rosse. Ha detto l’ex conduttore: “Mi hanno messo fuori come un cane bastardo, non ho potuto neppure prendere le chiavi di casa. Quella sera dovevo andare a San Siro, dove giocava il Milan. Telefonai a Berlusconi che non ne sapeva nulla. Mi disse che ne avrebbe parlato subito a Confalonieri” che avrebbe esclamato: “No!”.
E ancora: “Non so neppure chi abbia preso il mio posto alla direzione del Tg“. E Fede ha precisato di non aver mai visto “nelle occasioni in cui ho cenato a Villa San Martino scene di prostituzione, anzi proprio niente di osceno. Erano tranquille tavolate fino a che, finito di mangiare, partiva la musica e si ballava”. Lui andava via a mezzanotte e lo faceva per raggiungere “piazzale Loreto, dove c’era un’edicola che già a mezzanotte aveva i quotidiani freschissimi di stampa. Li compravo e andavo a casa, da dove telefonavo al presidente per leggergli i titoli e commentarli. Insomma, gli facevo la rassegna stampa”. E un commento congiunto con il Cav? “Non ancora. L’ultima volta l’ho sentito a Natale, mi ha telefonato per invitarmi a passare il Natale ad Arcore. Ma ero, e sono in condizioni di salute assai precarie, e non me la sono sentita”.