Berlusconi: “Il Giornale è mio”. Stop alla vendita agli Angelucci

FI: “Non è una dote alla premier”

Brusco arresto alle trattative per la cessione de Il Giornale agli Angelucci: ora si lavora a una cessione 70/30, il 70 % agli Angelucci e il 30% alla famiglia Berlusconi25 Febbraio 2023

Non lo ha venduto e la notizia è che non ha più intenzione di venderlo. Silvio Berlusconi ha fermato la cessione del Giornale alla famiglia Angelucci. La svolta viene confermata da Forza Italia, il partito del Cavaliere. Annunciata a fine dicembre, la vendita del quotidiano era in uno stato avanzatissimo. I manager dei due gruppi analizzano da settimane i conti del giornale fondato da Indro Montanelli. A spingere per la conclusione della trattativa sono i manager del gruppo Mondadori e la famiglia Berlusconi. A chiedere un’ulteriore riflessione al Cav. è il partito convinto che l’acquisto degli Angelucci non sia altro che “un regalo, una dote da consegnare alla premier, un segno dell’uscita di scena di Berlusconi dalla politica”. L’operazione è stata chiamata “Fox Meloni News” e prevede la costruzione, da parte degli Angelucci, di un polo editoriale composto da Giornale, Libero e non si esclude anche la Verità.

La vendita del Giornale si dava per finalizzata dopo le elezioni regionali in Lombardia. Oggi un ripensamento che contrappone i fratelli Berlusconi. Il Cav. avrebbe alzato il telefono e chiesto al management del quotidiano di interrompere la cessione: “Il Giornale è mio”. E’ anche del fratello Paolo Berlusconi. L’altro Berlusconi vuole la vendita. Pure Pier Silvio e Marina Berlusconi sono favorevoli alla cessione.

Il padre ha un legame affettivo con il quotidiano ed è rimasto ferito dagli attacchi ricevuti in queste settimane. Le frasi del presidente Zelensky hanno dato forza a quanti nel partito gli ricordano: “Le reti Mediaset non fanno opinione, i quotidiani sì”. A corroborare questa linea di pensiero è la presenza oramai quasi fissa della premier a Rete 4, rete che ha scelto per le sue interviste e che in FI definiscono “Meloni 4”. Per non far saltare la trattativa sia i manager del gruppo Angelucci sia quelli del Giornale ragionano su una soluzione che nel mondo dell’editoria viene definita “una farsa e pure a perdere”. Si lavora a una cessione 70/30. Il 70 % agli Angelucci e il 30% alla famiglia Berlusconi. Presidente della nuova società potrebbe essere il fratello Paolo che conserverebbe un ruolo. Serve a dimostrare che Berlusconi non si è sfilato dal Giornale. E’ una soluzione che fa a pugni con la necessità della vendita.

Se è vero che il Giornale viene ceduto per i debiti accumulati, è un non senso restare dentro una società con gli stessi debiti, perdendo inoltre la possibilità di stabilire la linea editoriale. Chi è vicino a Berlusconi – si legge su Il Foglio – propone il contrario (30 per cento agli Angelucci e 70 per cento a Berlusconi) e ricorda che c’è un altro acquirente possibile. E’ Urbano Cairo, già disponibile all’acquisto. Lo sarebbe ancora. Dall’annuncio della vendita, data dal vicedirettore del Giornale Nicola Porro con un tweet: “Berlusconi ha venduto il Giornale”, era il 31 dicembre 2022, sono passati quasi due mesi. Berlusconi non l’ha (ancora) venduto. Non vuole venderlo perché confida: “Diranno che lascio la politica. E’ falso”. Da anni si parla della vendita e sempre Berlusconi cambia idea. E’ il più libertino dei grandi italiani, ma non riesce a separarsi dal suo amore di carta.

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