IN SCENA “DE PROFUNDIS” CON L’ORCHESTRA DELL’OFFICINA BAROCCA SICILIANA ED IL CORO AEOLIAN VOCAL ENSEMBLE

Il concerto “DE PROFUNDIS”, che si terrà sabato 25 Marzo alle ore 21:15 presso la Chiesa San Domenico, prevede un incontro musicale alquanto stuzzicante ponendo arditamente a confronto atmosfere musicali tipicamente settecentesche e sonorità assai più recenti di area classico-contemporanea, attraverso un organico molto ricco e variegato che comprende l’Orchestra dell’Officina Barocca Siciliana, condotta da Roberta Faja ed il coro giovanile femminile AEOLIAN Vocal Ensemble diretto da Monica Faja.

Nonostante la diversità dei loro percorsi le sorelle Roberta e Monica Faja, figlie d’arte, calcano assieme la stessa scena collaborando per creare sinergie sempre nuove e differenti, facendo convivere musica antica e moderna in un respiro musicale unitario e trascendentale.

L’Orchestra dell’Officina Barocca Siciliana, condotto dal M° Roberta Faja, ricreerà fedelmente le atmosfere musicali del Settecento attraverso l’uso di strumenti d’epoca con accordatura a 415 hertz. Il repertorio spazierà da arie tratte da opere barocche a composizioni orchestrali.

Il Coro Giovanile Femminile “AEOLIAN Vocal Ensemble” diretto dal M° Monica Faja, porrà particolare attenzione al repertorio Classico Contemporaneo, non tralasciando brani del repertorio barocco.

L’obiettivo è quello di creare un affresco suggestivo dove possano convivere moderne composizioni per coro, suoni di strumenti d’epoca adoperati dall’orchestra barocca e, per l’occasione, la voce solista di Antonio Giovannini, controtenore di fama internazionale.

Un mix di epoche, stili, caratteri e generi diversi che racchiude una commistione di espressioni artistiche per un’esperienza sonora e visiva in bilico tra la vita e la morte, la ragione e l’incomprensibile. Se non ci fosse il buio “profondo”   ci porremmo mille domande?

La cosiddetta “tela” è un grande telone di colore bruno, in genere fatto di fibre di canapa, sulla quale è rappresentata la scena della deposizione di Cristo dalla Croce, che nel periodo quaresimale viene collocata verticalmente davanti all’altare maggiore delle chiese, nascondendo di solito l’intera zona dell’abside. Dietro di essa viene allestita una scena gloriosa che ha come protagonista la statua del Cristo Risorto, che viene scenograficamente rivelata la notte di Pasqua, lasciando cadere di colpo la tela e illuminando all’improvviso tutta la chiesa. La manifestazione ha avuto origine in epoca barocca, periodo nel quale si ricercava la spettacolarizzazione delle celebrazioni religiose (il cosiddetto Teatro liturgico barocco). La tela è del’ 600 alta 30 metri e potrà essere ammirata proprio durante l’evento De Profundis

DE PROFUNDIS così diventa un richiamo alla riflessione e racconta in musica i misteri della TELA dal punto di vista umano e non solo divino. La storia di un uomo, che incarna l’essenza di tutti gli uomini con le proprie paure, passioni e debolezze.

La musica evocherà mille sfumature del sentimento umano. La morte fisica, e quella dell’anima. La rinascita, simbolo della fede e salvezza spirituale.

Nella parte centrale del concerto ci sarà la prima esecuzione assoluta del brano corale a cappella “O Adonai” del M° Giulio De Carlo, giovane compositore calabrese, che per l’occasione sarà presente in sala. Della sua composizione racconta: “L’ispirazione di “O Adonai” nasce dal mio amore verso le Antifone Maggiori d’Avvento, le famose “Antifone O”. Questi piccoli capolavori gregoriani sono canti di profezia che esprimono l’anelito del credente verso il momento dell’arrivo del Messia nella storia umana. In “O Adonai” il Cristo è visto come il Condottiero della casa di Israele che parlò a Mosè dal Roveto ardente. La mia composizione è una rivisitazione in chiave contemporanea dei motivi gregoriani e intende creare un ponte tra il passato e il futuro, restando sospesa tra la speranza e l’angoscia di fronte a qualcosa di meraviglioso che si intravede e si desidera ardentemente, ma che ancora non si riesce ad afferrare e sfugge. Le tante dissonanze e le difficoltà ritmiche del brano esprimono il tormento dell’anima che si ritrova in questa situazione. Al centro del pezzo si staglia, forte e sonoro, il “Veni”, che lentamente introduce l’invocazione finale della salvezza e della redenzione, espressa come una sorta di grido cantato”.

Info Prevendita biglietteria presso Sacco Strumenti musicali o presso la Chiesa di San Domenico ogni giorno rivolgendosi alla segreteria ed ancora la stessa sera dell’evento a partire dalle ore 20.30.

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