Gianfranco Fini, ‘papà’ della controversa legge 189 nel 2002, con la strage di Cutro rivede le sue posizioni perché sono cambiare le condizioni di partenza. Fini firmò la riforma da vicepresidente del consiglio dei ministri nel secondo governo guidato da Silvio Berlusconi e lo fece assieme all’allora ministro per le riforme istituzionali, Umberto Bossi: “Quella legge va cambiata perché l’origine del fenomeno è diversa”.
Il padre della “Bossi-Fini” spiega che la legge firmò da vicepremier non ha più ragione di esistere: “La cosiddetta legge Bossi Fini è in vigore da vent’anni, va cambiata perché è mutata profondamente l’origine del fenomeno migratorio.Esso ha oggi dimensioni globali ed è sempre più correlato al dovere morale, oltre che al diritto internazionale, di garantire diritto d’asilo a chi fugge da guerre, rischi di genocidio, catastrofi naturali, violazioni di massa dei diritti fondamentali dell’uomo”.