SICILIA, 1.600 KM DI LITORALI A RISCHIO: «POTENZIARE RETE ONDAMETRICA E ISTITUIRE UFFICIO COSTE COME CABINA DI REGIA»

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua voluta dall’ONU, la tavola rotonda nell’Aula Magna dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha concentrato l’attenzione sulla “Difesa, restauro e valorizzazione delle aree costiere”, riunendo mondo professionale, accademico e istituzionale. La salvaguardia delle coste è una priorità tanto ambientale quanto economica. L’Italia conta 5.500 siti dedicati alle attività balneari – è prima in Europa – il 53% del PIL prodotto dal turismo è concentrato sulle coste dove inoltre vive il 31% della popolazione. Gli habitat marini custodiscono la proliferazione della posidonia, che assorbe anidride carbonica e che contribuisce, tanto quanto le foreste, all’equilibrio dell’ecosistema. L’evento – voluto e moderato dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania Mauro Scaccianoce, che ha avviato un vero e proprio gemellaggio con Francesco Foti (presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Reggio Calabria) – ha acceso i riflettori su tutte le ricerche, le criticità, gli strumenti all’avanguardia in grado di osservare l’evoluzione delle fasce costiere, per gestire al meglio le risorse necessarie per frenare depauperamento, erosione e deficit sedimentario. Sono emerse fonti utili, puntuali e multidisciplinari che saranno consegnate a Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, per strutturare gli interventi nazionali e coordinare i piani regionali mirati, da finanziare a breve e a lungo termine, e da coordinare con il contributo di tutti gli organi competenti: dagli ordini professionali alle università, passando per le organizzazioni scientifiche. «Per noi il mare costituisce una grande risorsa – ha aggiunto il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno – e, in quanto tale, le sue condizioni vanno non solo monitorate, ma anche protette e salvaguardate, cosa che, per quanto riguarda le competenze dell’ARS, verrà costantemente fatto, a cominciare dalle misure legislative che devono essere varate, in pieno accordo con il Governo, per raggiungere obiettivi rapidi ed efficaci. Penso soprattutto a quelle misure che devono favorire la rimozione degli ostacoli di natura burocratica che, fino ad ora, hanno rallentato, complicato o addirittura impedito la possibilità di raggiungere risultati più adeguati».

«Abbiamo 8mila chilometri di costa in Italia – ha detto il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Angelo Domenico Perrini –  il 50% è sabbiosa, in continua erosione: abbiamo il dovere di preservare una delle risorse più importanti della nostra nazione». «In Sicilia e in Calabria abbiamo la responsabilità di tutelare il 33% del patrimonio costiero italiano – ha precisato Mauro Scaccianoce – il 22% solo in Sicilia (con 1.600 chilometri di coste) dov’è preservato l’1% della biodiversità di tutto il mondo. Oggi abbiamo creato questo ponte tra le due regioni con risorse comuni e vicine geograficamente. Possiamo costruire un modello virtuoso: la presenza di Musumeci, per noi, rappresenta un importante segnale di attenzione e apre a nuove prospettive». «Con la redazione del Piano regionale contro l’erosione dei litorali – ha affermato Enrico Foti (Dicar, Università di Catania) – due anni fa abbiamo fatto una valutazione diacronica di arretramento della spiaggia, tenendo conto di una moltitudine di fattori ambientali, dalla pendenza alle forzanti meteo-marine. Abbiamo mappato l’evoluzione dei sedimenti sotto costa, monitorando con grande precisione gli indici di pericolosità. Sono necessari strumenti avanzati, competenze e investimenti per la realizzazione di misure di mitigazione. Ed è fondamentale rendere visibili i dati e le immagini che raccogliamo per rendere partecipi i cittadini nelle azioni di tutela». È emersa inoltre la necessità di potenziare la Rete Ondametrica Nazionale (RON) per monitorare il clima marino – attualmente presente in Sicilia con una sola boa ubicata a Mazzara del Vallo – e istituire un ufficio regionale dedicato all’aggiornamento costante del Piano contro l’erosione costiera (PRCEC): istanze avanzate anche a Elena Pagana, assessore del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana, collegata da remoto. «Focalizziamo l’attenzione sull’erosione veloce e feroce delle coste – ha asserito il ministro Nello Musumeci –  l’inquinamento e il cambiamento climatico rappresentano i principali fattori di rischio. Individuiamo insieme i nodi legislativi da sciogliere e le risorse da gestire a livello nazionale e regionale per effettuare gli interventi più urgenti e immediati. Per me, uomo di governo, il vostro aiuto è prezioso, con il vostro supporto passeremo all’azione».

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