Maternità surrogata, è bufera: cos’è e come funziona

Il tema della maternità surrogata ha scatenato il dibattito politico in Italia dopo la manifestazione di Milano e le parole di esponenti della maggioranza

In Italia si incendia il dibattito sulla maternità surrogata. Dopo la manifestazione delle Famiglie arcobaleno a Milano per chiedere il riconoscimento delle trascrizioni sul registro all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali, le dichiarazioni di esponenti della maggioranza e del Governo hanno fatto esplodere la polemica.

Maternità surrogata, è bufera: la posizione della maggioranza

A provocare la scintilla in particolare sono state le parole del vicepresidente della Camera di Fdi, Fabio Rampelli, il quale, ospite della trasmissione In Onda su La7, ha dichiarato che “se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali”.

L’intervento di Rampelli è stato ripreso sempre in diretta TV, questa volta in un’intervista a Mezz’ora in più su Rai 3, dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, che ha preso le parti del collega.

“’Spacciare’ evoca altre cose, magari il termine non è corretto, ma la verità è quella che ha detto Rampelli” ha sostenuto la ministra, eletta a Montecitorio sempre tra le file di Fratelli d’Italia.

“La maternità surrogata è proibita e chiamiamola col suo nome, utero in affitto, perché è un passaggio di denaro con un contratto” ha spiegato ancora Roccella.

“Si apre un mercato della natalità, ci sono fiere internazionali. Hanno provato a farne una anche a Milano, ma c’è stato qualche timore e non è stata fatta. Può costare sui 100mila euro, una cosa per benestanti, ma alle donne arrivano dieci mila euro”, ha detto.

L’ultimo intervento sul tema da parte di esponenti di Fdi, che ha sollevato l’indignazione delle opposizioni, è arrivato dal presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone. Ospite in TV ancora una volta su La7, su Omnibus, alla domanda se fosse d’accordo con l’ex senatore Pillon sulla necessità di perseguire penalmente la maternità surrogata, come la pedofilia ha risposto: “È un raffronto giuridico, un reato grave”.

“Secondo me è più grave della pedofilia, che è gravissima e va ovviamente perseguita” ha aggiunto Mollicone.

Maternità surrogata, il dibattito politico

La sequela di prese di posizione così nette da parte di componenti della maggioranza segnano la distanza con l’opposizione sul tema della maternità surrogata e dei diritti delle coppie omosessuali, sul quale il dibattito è tornato ad accendersi nelle ultime settimane (qui abbiamo parlato della rivalutazione dell’assegno di maternità, mentre qui per sapere come funziona l’indennità di maternità per le lavoratrici autonome).

In piazza con le Famiglie arcobaleno è scesa anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha promesso un progetto di legge per il riconoscimento dei diritti dei genitori gay. La manifestazione di Milano è nata come protesta contro la circolare della Prefettura meneghina che, su sollecitazione di una direttiva del Viminale, in riferimento alla sentenza della Cassazione del dicembre 2022, ha portato alla richiesta di interrompere il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali.

Il riferimento è alla legge 40 del 2004, sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso, che vieta in Italia anche la maternità surrogata.

“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”, recita il comma 6 dell’articolo 12.

Sulla base di una ordinanza sindacale del primo cittadino Beppe Sala, a Milano dal 2018 le famiglie con genitori avevano la possibilità di trascrivere il certificato di nascita estero in Comune. Opportunità negata dalla sentenza della Cassazione.

Il dibattito politico ruota attorno anche a un contestato voto in Senato sul riconoscimento del rapporto di filiazione all’interno dell’Unione europea.

Per legge nel nostro Paese è fatto divieto la gestazione per altri, termine che indica tutte le forme in cui si una donna conduce la gestazione per conto di quelli che saranno i genitori del nascituro, come succede anche nei casi in cui una donna non possa portare avanti una gravidanza.

L’ovulo impiantato può essere sia di una donatrice terza sia della futura madre, ma in qualsiasi caso non può essere della gestante.

Negli anni ha preso sempre più piede il fenomeno della surrogazione di maternità realizzata in Paesi stranieri dove non è vietata, da parte di coppie etero e omosessuali che rientrano poi in Italia per registrare il bambino all’anagrafe come proprio figlio.

La pratica è definita dai detrattori anche “utero in affitto“, un’accezione dispregiativa che sottolinea l’aspetto della commercializzazione, in alcune circostanze attraverso lo sfruttamento del corpo della donna, della maternità surrogata.

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