Giorgia Meloni lancia il liceo del Made in Italy. Fratoianni: “Liceo del Made in Italy? Pura propaganda”

“Nel Governo vedo che sulla scuola c’è tantissima ipocrisia almeno su due fronti: quando esalta l’Agrario parla solo degli sbocchi lavorativi ma tace sulle pesantissime condizioni di lavoro nel settore dell’agricoltura, della ristorazione, dove domina il lavoro povero, sfruttato, senza diritti. Poi, c’è un altro punto: sostenere che la scuola serve solo a trovare un lavoro si nega che la formazione debba essere il primo strumento per creare cittadini responsabili in una società democratica. In più l’esecutivo dimentica che l’Italia è il penultimo paese in Europa per numero di laureati, davanti solo alla Romania. E se continuassimo così rischiamo, come Paese, di estinguerci, altro che Made in Italy…”, afferma il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, commenta l’intervento di Giorgia Meloni sul Liceo del Made in Italy.

‘Guardare al futuro che ci aspetta, ai cambiamenti in corso, agli scenari che si prospettano raccogliendo e analizzando informazioni attendibili è complesso e delicato, sia per i giovani che per gli adulti. Saper leggere e interpretare il futuro più prossimo, però, è fondamentale per comprendere quale impatto avranno le dinamiche sociali, ambientali, tecnologiche sul mondo, scegliendo quindi anche il proprio percorso con consapevolezza e prontezza’, è  Giorgia Meloni che  offre una chiave di lettura che possa interpretare gli scenari futuri adatti per i giovani: ‘Stiamo pensando a un liceo del made in Italy per valorizzare percorsi che spieghino il legame che esiste tra nostra cultura, i territori e la nostra identità. Il nostro agroalimentare, il vino e l’agricoltura, sono un pezzo fondamentale della nostra economia  ma funzionano se abbiamo la capacità di mettere insieme tradizione sulla cultura antica di secoli e l’innovazione, la modernità. E questo lo possono fare soprattutto le giovani generazioni».

«Un’ idea intelligente e stimolante» afferma appena arrivato a Verona il direttore generale dell’INMI Spallanzani, Francesco Vaia. «Ennesima trovata di propaganda» ribattono da Roma esponenti del Movimento Cinque Stelle «Il dualismo tra istituti tecnici e licei rappresenta un modo vecchio di pensare alla scuola, che ripropone un dibattito che non fa bene né ai licei né agli istituti tecnici».

Replica immediata di Ella Bucalo, membro della commissione Cultura del Senato e responsabile della Scuola di Fratelli d’Italia: «Tutti vogliono italiano perché è sinonimo di qualità ed eccellenza e per questo abbiamo bisogno che anche la scuola sia indirizzata alla valorizzazione di ciò che ci contraddistingue proiettando l’Italia in sede Internazionale». Condivide l’obiettivo anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «Il liceo del Made in Italy è una buona idea perché agro alimentare e abbigliamento sono settori fondamentali per il nostro paese e ben vengano corsi di studi che si adeguano a quello che serve». Poi il suggerimento. «Per accelerare i tempi, al posto dell’iter parlamentare si potrebbe intervenire sul regolamento 89 del 2010 per includere tra i licei il nuovo percorso di studi. In questo modo nel gennaio prossimo potrebbero già aprirsi le iscrizioni». L’intervento positivo del capo dei presidi italiani conferma la bontà dell’iniziativa. Ma cosa si dovrà studiare in questo liceo? Nel biennio spiccano informatica, scienze naturali, fisica. Nel triennio corsi relativi all’economia e gestione delle imprese del Made in Italy, insegnamenti sui «modelli di business nelle industrie dei settori della moda dell’arte e dell’alimentare» e lezioni su «Made in Italy e mercati internazionali». Giannelli plaude anche ai 50 milioni stanziati ieri per la prima volta dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara destinati ai viaggi d’istruzione, fondi destinati soprattutto agli alunni meno abbienti. «Apprezzo molto anche il raddoppio, deciso dal ministro, delle risorse destinate al programma Erasmus».

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