Testo di 30 articoli, c’è il rafforzamento per gli enti locali. Bozza decreto legge: più assunzioni nella PA e stabilizzazione dei precari Gentiloni: ‘La Commissione europea lavorerà con il governo italiano’
“Il Governo accoglie volentieri l’invito a riferire in Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, intanto perché non vi è nessuna difficoltà a farlo, ma soprattutto perché la consideriamo un’opportunità.
E’ quanto ha dichiarato il Ministro per Affari Europei, il PNRR, il Sud e la Politica di coesione Raffaele Fitto.
Ancora stop and go in commissione Bilancio al Senato dove è in discussione il decreto Pnrr.
Ecco i primi contenuti della bozza del decreto. Rafforzamento organizzativo delle amministrazioni che attuano il Pnrr e della capacità amministrativa degli enti locali, più assunzioni nei ministeri: sono alcune delle misure previste in una bozza di decreto legge sulla P.a., che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri oggi. Il testo, di 30 articoli, prevede, fra l’altro, anche un monitoraggio delle riforme per la pubblica amministrazione, e disposizioni in materia di servizio di pubblica utilità del numero1500 e salvaguardia dei livelli occupazionali necessari al suo funzionamento, nonché modifiche alla disciplina dell’Inviato speciale per il cambiamento climatico.
In arrivo circa 3mila assunzioni nella Pubblica amministrazione, attorno a 1.700 sono straordinarie e un migliaio, fra il 2023 e il 2026, per le forze dell’ordine: prevede la bozza. Scorrendo le tabelle allegate, oltre un migliaio sono destinate ai Ministeri, fra dirigenti, funzionari e assistenti: 301 all’Interno, 11 alla Cultura, 20 alle Infrastrutture, 210 agli Esteri, 103 all’Agricoltura, 4 all’Ambiente, 4 a Università e ricerca, 2 al Ministero per imprese e made in Italy, 350 funzionari a quello del Lavoro, 142 al Turismo, 49 alla Salute.
Un contributo una tantum di 40 milioni per garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai gestori di Spid per la fornitura di servizio di identità digitale con nuove modalità operative imposte dal Pnrr. Lo prevede un emendamento del governo al decreto Pnrr in discussione in commissione al Senato. Il contributo – dice la relazione – è a ristoro dei costi per l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche alla crescente domanda da parte di utenti e service provider pubblici e per garantire l’allineamento costante dei dati comunicati in fase di richiesta delle identità digitali con i dati presenti in Anpr.
La bozza prevede anche la stabilizzazione dei precari che hanno lavorato in Regioni, Province e Comuni per almeno tre anni: il decreto P.a. introduce diverse misure per rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali. In particolare si dà la possibilità a Regioni, Province e Comuni di procedere alla stabilizzazione fino al 31 dicembre 2026 che abbiano superato i 36 mesi a tempo determinato, nei limiti della pianta organica e previo superamento di un “colloquio selettivo”.
“Bisogna essere occupanti più che preoccupati. Se noi siamo convinti che l’antidoto ad una crescita stagnante è il Pnrr è chiaro che dobbiamo lavorare tutti insieme per questo obiettivo. E anche il governo italiano è convinto di questo”. Lo ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, nel corso dell’evento di inaugurazione di Pavia capitale della cultura d’impresa 2023. “La commissione europea – ha aggiunto – lavorerà con il governo per rendere questi programmi attuabili. So bene quali sono i rischi di ritardi ma so anche che questa è la nostra priorità. Altri obiettivi comuni devono essere il lavoro”
“Dobbiamo lavorare come sistema Paese, consapevoli che il Pnrr non è la scommessa del governo di Giorgia Meloni, è la scommessa e la sfida dell’Italia. Se ci riusciamo, vinciamo tutti insieme. Quindi io accantonerei, per quanto possibile le polemiche politiche, per affrontare tutti insieme questa grande sfida e sono convinto che ci riusciremo”. Lo afferma il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a margine di un convegno sullo spazio all’Università la Sapienza.
Urso: ‘Sul Pnrr sono da accantonare le polemiche politiche’