La popolarità del Presidente Macron in Francia è crollata a tal punto che un recente sondaggio spiega che se si votasse Marie Le Pen entrerebbe all’Eliseo battendo tutti. La riforma proposta dal Presidente francese che proroga di due anni l’età pensionabile ha scatenato l’ira dei francesi che da settimane hanno messo a ferro e a fuoco le strade di Parigi e delle maggiori città francesi: si andrà in pensione a 62 anni. In Italia la Fornero ci rifilò 5 anni in più e nessuno ha fiatato. Negli ultimi 10 anni le forze politiche italiane con la tacita complicità dei sindacati hanno fatto finta di cambiare la legge ma senza nessun risultato. Tornando alla Francia e sulla legge che Macron ha imposto in Parlamento senza avere la maggioranza dei voti si è espresso il Consiglio Costituzionale che con i suoi ‘saggi’ ha trovato una soluzione di mezzo, cassando parti secondarie ed ininfluenti della riforma ma salvandola nella sostanza, in un certo senso ha fatto finta di ascoltare il popolo senza boicottare il Presidente della Repubblica. A nostro avviso le proteste non si fermeranno. I giovani scenderanno di nuovo in piazza e non perché temono di andare in pensione a 62 anni, ma per ribellarsi ad una vita che si annuncia senza un futuro certo e pieno di incognite: salari che giorno dopo giorno vengono erosi dall’inflazione, gli antichi mestieri letteralmente spazzati via dalle tecnologie che avanzano, la vita resa fatua dai social e soprattutto non vedono in Macron una guida sicura e soprattutto leale. Il Presidente francese ha rappresentato per qualche anno il simbolo di lotta contro il populismo, ma alla fine non è riuscito a risolvere le questioni che avevano dato vita a questo fenomeno. Il Presidente francese ha tolto la maschera e si dedica alla difesa dell’establishment, dei privilegi, della distanza dal popolo, dell’incapacità a risolvere i problemi sociali che contrassegneranno un’epoca. Certamente è un politico scaltro e come tale cerca di usare come specchietto per le allodole la politica estera, per distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali che affliggono la Francia e l’Europa intera. Prima ha cercato di interloquire con Putin per il conflitto russo-ucraino, ma avendo fallito su questo fronte è andato alla corte di Xi Jinping. Il suo rivendicare la sovranità francese e l’autonomia europea ha fatto infuriare la Casa Bianca che guarda a tutto ciò come ad una sorta di tradimento, consumato in una fase drammatica della storia, con un Paese sovrano quale è l’Ucraina che è stata aggredita dai russi e i cinesi che minacciano la sovranità di Taiwan. Ma i francesi hanno capito tutto già da tempo, non dimentichiamoci gli schiaffi che Macron rimediò per strada. Alla fine del suo mandato, dice bene Aldo Cazzullo sul Corriere della sera, il Presidente francese sarà ricordato per l’orologio costoso che portava sul braccio ed in modo goffo ha cercato di sfilarsi durante una trasmissione televisiva. En Marche, il suo movimento, quello che per ben due volte gli ha permesso l’elezione all’Eliseo, ha esaurito le idee e le proposte e nulla ha più da dire i francesi. Nonostante ciò , in Italia si rincorre da più parti ,a sinistra, quell’idea ormai vecchia e tramontata che per noi dovrebbe rappresentare il nuovo. Ma ci rendiamo conto? La constatazione amara è che in Europa c’è il deserto in termini di politici illuminati e di leader. Ma la Bastiglia è sempre là a ricordare che se il popolo vuole, può cambiare il proprio futuro e il corso della storia.
Andrea Viscardi