Patrizia Milone presenta a Messina, il 21 aprile, ore 18, libreria Ciofalo,  il suo scritto ‘A due passi dal faro’, autentica saga familiare, pubblicata da iacobellieditore

Il tempo passa ma non cancella i ricordi e  il valore della memoria,  dove risiede il senso della vita. Non è possibile, a mio avviso, attacco più adatto per parlare della  presentazione, a Messina, presso la libreria Ciofalo,  Mondadori Bookstore, sita in Piazza del Municipio 35,  ore 17,30, di ‘A due passi dal faro’,   di Patrizia MiloneDocente di storia e filosofia della scuola pubblica superiore per un quarantennio  la napoletana Patrizia Milone ha già pubblicato  testi di narrativa per ragazzi come “Una lettera rivoluzionaria” e “Le ragioni di Carla” editi da Loffredo e poi romanzi come “Un’eredità scomoda”, Kairos Editore. Dall’esperienza del suo salotto letterario ‘Nel salotto di Patty’,  dove a Napoli si presentano scrittori italiani, Patrizia Milone ha tratto il volume “Il convitato di pietra. 24 scrittori si interrogano sulla letteratura”, Guida Editori. ‘A due passi dal faro’ *TERZO CLASSIFICATO AL PREMIO LETTERARIO L’IGUANA 2022; *PREMIO LIBERLIBRI AL CONCORSO LETTERARIO “CITTÀ DEL GALATEO – ANTONIO FERRARIS” 2022

Il testo presentato da Ciofalo è  una saga familiare che parte dal  terribile terremoto di Messina del 1908 e parla  dei destini di un banchiere siciliano e del proprio figlio: ‘…Con le scosse in atto, terrorizzati, avevano affrontato le scale, le due rampe di scale, senza fiato, con il cuore impazzito, la voce di Rosalia che urlava a Evelina di correre, Evelina che inciampa, Rosalia che si ferma un attimo di troppo, e lui inebetito dall’orrore nell’attimo in cui un’intera colonna di cemento va a schiantarsi sopra di loro, l’urlo di Evelina, la voce strozzata di Rosalia, il pianto furibondo di Giovannino che cerca di trascinare il proprio corpo fuori dall’ammasso di pietre, il fumo, poi il nulla’.

Relatore nell’incontro l’avv. Nanni Ricevutoresponsabile dell’Università Pegaso di Messina. Ricevuto è un politico italiano che inizia la sua carriera politica nel 1975 con l’elezione a consigliere comunale nella città di Messina, incarico che ricoprirà fino al 1992. Successivamente è stato assessore comunale al Decentramento (1976-80) e all’Urbanistica di Messina. (1981-87). Alle elezioni politiche del 1987 viene eletto senatore per il Partito Socialista Italiano. Nel 1992 viene rieletto senatore, sempre nel PSI. Nel 1996 è eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana e dall’agosto del 2000 è assessore regionale all’Industria della Regione Siciliana.  Nel 2004 entra a far parte del governo della Casa delle Libertà come sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti. Nel 2005 viene nominato Viceministro all’Istruzione, Università e Ricerca. Nel 2006 si candida con Forza Italia, in rappresentanza del Nuovo PSI, e viene eletto deputato per la circoscrizione Abruzzo.  Nel 2008, con oltre il 75% delle preferenze, viene eletto presidente della Provincia regionale di Messina. Ricevuto è Console onorario con la Russia.

Moderatore per la presentazione di ‘A due passi dal faro’, il giornalista professionista,  e scrittore,  Roberto CristianoIl punto primario che emerge dallo scritto ‘A due passi dal faro’ è costituito  dal nicciano ‘eterno ritorno’,  ovvero l’infinità eterna del passato e del futuro, che per la loro stessa essenza, includono il tutto, e qualsiasi avvenimento passato e futuro si richiamano scambievolmente, proprio perché se il passato si svolge eternamente ed è principio e fine, alfa e omega, allora non è altro che la ripetizione di ciò che accadrà, e il futuro eterno non ripropone che gli infiniti accadimenti già presenti nel passato. I due eterni fiumi del passato e del futuro confluiscono nella cascata senza fine dell’eterno ritorno. Per rendere più chiaro il tutto basterà citare gli italoamericani, anche di terza generazione, che anelano ad essere partecipi delle loro origini. Cito la vicenda che riguarda Tullio De Piscopo,  che si trovava a New York nella data del Ringraziamento e, come è ovvio, non trovava un ristorante aperto per poter cenare. Si sentì chiamare a voce alta: ‘Tullio!’. Era un italoamericano che messo a conoscenza del problema lo invitò a casa sua per cenare.  A casa dell’italoamericano entra in scena la parente anziana: ‘Tullio, voi siete una bella persona e voglio affidarvi un incarico’, tirando fuori una montagna di dollari: ‘Li potreste consegnare ai miei pronipoti, che non conosco personalmente, da utilizzare per le loro spese e il loro benessere’. Pratico esempio dell’eterno ritorno. Ma, ovviamente, non è l’unico caso e per rendersene conto basterà pensare al Columbus Day. Gli italoamericani sentono molto questa festività e sono particolarmente orgogliosi del fatto che sia stato Cristoforo Colombo, un navigatore italiano, il primo europeo a scoprire il continente americano. Negli Stati Uniti il Giorno di Colombo le banche, uffici postali e uffici federali sono chiusi, così come gli uffici dell’ambasciata italiana a Washington D.C. e tutti i vari consolati italiani che si trovano nel Paese. L’Empire State Building di New York da vari anni usa accendere le sue luci, riproducendo così il tricolore italiano. Basterà ascoltare le voci degli italoamericani, anche di successo, che non desiderano altro di rivisitare, fisicamente e non, il loro luogo d’origine. Patrizia Milone desidera, da parte sua,  di presentare l’opera, già campione di vendita, nella terra d’origine della sua famiglia  per presentare la propria storia familiare illustratale nei dettagli dalla madre.

Il testo narra la storia del terremoto, degli anni 30,  del fascismo fino al secondo conflitto mondiale,  in una vicenda segnata da sogni e da affanni, da paure e lutti, patriottismo e tentativi di riscatto sociale. Il Faro di Messina in questo caso non è un  toponimo di contenuto esclusivamente geografico, visto che a seguito del  terremoto,  Michele e Giovanni Marangoni, padre e figlio,  lasciano Messina  e vanno a vivere a Napoli, originariamente,  da alcuni parenti. Michele Marangoni, protagonista del testo, annientato dal dolore per la perdita della moglie e della figlioletta, recide i legami e i ricordi che lo trattenevano a Messina e salpa, figurativamente e non, per il continente.  Suo figlio Giovannino a Napoli crea  una numerosa discendenza che attraversa il ventennio fascista, la seconda guerra mondiale, gli anni post bellici fino al 1950. È il ritratto di una borghesia meridionale tra speranze e disillusioni, dove tutti sono impegnati nella sfida di cambiare il proprio destino alla ricerca di una ritrovata e benvenuta felicità.

Cocis

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