Tra le misure introdotte all’interno del Decreto Lavoro, approvato in Consiglio dei Ministri il primo maggio, la più rilevante e la più discussa è stata senza dubbio quella che riguarda il taglio del cuneo fiscale per il secondo semestre del 2023.
Busta paga più pesante quindi dal 1° luglio fino a fine anno per i lavoratori subordinati con reddito lordo annuo fino a 35mila euro. Si tratta di un ulteriore incremento dello stipendio netto per chi ha una RAL entro la soglia sopra citata, ancor più ricco per chi non supera i 25mila euro lordi: l’ulteriore sgravio di 4 punti percentuali disposto fino al 31 dicembre 2023, in tutto fa arrivare lo sconto sui contributi a carico del dipendente (trattenute sullo stipendio) rispettivamente, al 6% e al 7% della retribuzione imponibile.
Come funziona
Il nuovo taglio temporaneo del cuneo fiscale integra quello previsto in Manovra 2023, spettante per tutto l’anno ai dipendenti che rientrano nelle fasce di importo retributivo lordo sopra indicate, calcolato su base mensile.
L’esonero fino al 6% sulla trattenuta ordinaria in busta paga per i contributi INPS a carico del lavoratore (di norma versati in misura pari al 9,19% della retribuzione lorda mensile percepita per il settore privato e 8,8% nel pubblico) spetta ai lavoratori in forze con contratto di assunzione di lavoro subordinato (i dipendenti e assimilati) che abbiano una retribuzione mensile non superiore a 2.692 euro lordi parametrati su 13 mensilità. L’esonero sale al 7% se l’imponibile del mese non sfora i 1.923 euro. Il riferimento per la retribuzione mensile è l’imponibile ai fini previdenziali.
Il vantaggio stimato con il nuovo sgravio si quantifica in circa 80-100 euro al mese fino a dicembre 2023.
I beneficiari
Sono ricompresi tutti i rapporti di lavoro subordinato (compresi quelli di apprendistato o per lavoro agricolo) in forza presso qualunque datore di lavoro pubblico e privato, anche non imprenditore. Sono invece esclusi i lavoratori domestici.
La riduzione dell’aliquota in busta paga comporta uno stipendio netto più alto. Come detto, la verifica del requisito da parte del datore di lavoro va fatta ogni mese, sulla base della retribuzione lorda spettante per ciascuna mensilità.
Come cambia lo stipendio
Lo sgravio temporaneo, a differenza di quello già previsto nella misura del 2 e del 3% fino al 31 dicembre 2023, non è applicato sulla tredicesima, mensilità che il datore di lavoro dovrà scorporare dal tetto massimo per la verifica del taglio del cuneo fiscale sullo stipendio nella misura invece prevista dalla Legge di Bilancio.
Per un lavoratore con retribuzione imponibile previdenziale entro i 2.692 euro, la trattenuta a titolo di contribuzione sarà del 3,19%, mentre se l’imponibile non eccede i 1.923 euro mensili, la trattenuta sarà del 2,19%.
Le somme diminuiscono o aumentano in proporzione allo stipendio ma, per fare un esempio, prendendo a riferimento le due soglie (rapportate alle soglie mensili sopra indicate), in termini assoluti (ossia senza tenere conto dello sgravio già applicato nel 2022), il taglio delle trattenute sarebbe il seguente: per imponibili annui entro i 25.000 euro, spetta un ulteriore sconto in busta paga di circa 58 euro lordi, per complessivi 96 euro netti se si conteggia anche l’attuale sconto di 55 euro netti; per imponibili annui entro i 35.000 euro, spetta un ulteriore sconto in busta paga di circa 107 euro lordi, per complessivi 96 euro netti. Per i redditi più bassi, l’aumento netto è di circa 30 euro con RAL fino a 15-20mila euro, che scende a 20 euro in più con stipendio lordo annuo di 10mila euro.