Ricci di mare vietati in Puglia: entra in vigore la legge sul fermo pesca per tre anni approvata a larga maggioranza lo scorso 28 marzo e sottoscritta dal Presidente della Regione Michele Emiliano insieme a 49 consiglieri regionali.
La legge è stata ideata al fine di ristabilire l’equilibrio dei fondali del mare pugliese e per garantire la sopravvivenza di molte specie. Il provvedimento entra in vigore a partire dal 5 maggio 2023 e avrà la durata di tre anni. In questo arco di tempo vige il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti freschi derivati.
Ricci di mare vietati in Puglia: la legge entra in vigore
La decisione presa da parte della Regione Puglia non porterà alla completa assenza dei ricci di mare nei ristoranti: nei piatti continueranno a esserci, ma saranno esemplari di provenienza extraregionale, una cosa che succede già oggi data la grande richiesta di prodotto.
I ricci di mare presenti nei ristoranti arriveranno in maniera particolare da Paesi come la Spagna, la Grecia, il Portogallo, l’Albania e la Croazia; la polpa, invece, viene esportata anche dal Cile. In generale per i prodotti provenienti dall’estero i ristoratori dovranno necessariamente certificare la loro origine d’importazione, specificando la Nazione di provenienza.
Il provvedimento preso in Puglia, una delle mete preferite dagli italiani per le vacanze estive, arriva anche in seguito a uno studio scientifico pubblicato dall’Istituto di ricerca oceanografica di Israele: lo studio spiega che fino a 50 anni fa, nelle secche marine, c’erano fino a dieci esemplari di ricci di mare, mentre oggi se ne trovano davvero pochi e in alcuni casi nessuno.
Per questo motivo il consiglio regionale ha ritenuto opportuno mettere dei paletti all’utilizzo di queste specie, così da salvaguardare l’ecosistema marino, l’equilibrio dei fondali e la sopravvivenza di diverse specie di tutto il Mar Mediterraneo.
Perché è vietata la pesca di ricci di mare in Puglia
Paolo Pagliaro, capogruppo di La Puglia Domani e autore della proposta di legge, ha parlato così dell’importanza del provvedimento che vieta i ricci di mare nella Regione del sud Italia: “Il riccio di mare, da alimento per pochi, è diventato una moda gastronomica alimentando un mercato ormai fuori controllo – si legge su Repubblica – per un solo piatto di spaghetti con i ricci di mare servono almeno 25 esemplari”.
Lo stesso Pagliaro ha spiegato che sarà la Guardia Costiera a vigilare per far rispettare la legge che dice stop alla pesca dei ricci di mare in Puglia per tre anni: “A vigilare sarà la Guardia Costiera e per questo è importante che la giunta regionale si attivi entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, definendo sanzioni più stringenti ed efficaci per tutti i trasgressori”.
Secondo Pagliaro il provvedimento “Mette d’accordo pescatori, ambientalisti e tutti gli amanti del mare e delle sue creature come i ricci, che svolgono il ruolo prezioso di spazzini dei fondali rocciosi. La legge è utile anche per il ripopolamento di tutti i pesci, anch’essi in via di estinzione nel nostro mare. La pesca intensiva dei ricci di mare può determinare anche la riduzione del pesce costiero che se ne ciba”.