Gli antichi scribi di Ercolano, la “città perduta”, usavano delle griglie grafiche per delimitare le aree di scrittura su papiro: la conferma di questa consuetudine, di cui diversi autori classici avevano tramandato notizia, viene da una ricerca condotta da Università di Pisa, CNR e INFN e pubblicata in Scientific Reports.
Grazie a esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione, i ricercatori hanno individuato le tracce di queste griglie di delimitazione sui papiri carbonizzati di Ercolano. È la prima volta che si trovano le tracce di questa particolare consuetudine: si tratta di una scoperta sensazionale, spiegano gli scienziati, che conferma quello che i papirologi potevano soltanto immaginare.
Righe e colonne nei papiri di Ercolano: la scoperta
Gli antichi scribi usavano delle griglie grafiche per delimitare l’area di scrittura su papiro: la prima conferma scientifica di questa usanza viene da una ricerca condotta da Università di Pisa, CNR, INFN e Biblioteca Nazionale di Napoli pubblicata sulla rivista internazionale Scientific Reports.
La pubblicazione, si legge nel comunicato congiunto che illustra i risultati della ricerca, ha evidenziato per la prima volta la presenza di vari tipi di griglie nei rotoli librari greci dell’antichità, un’usanza di cui si trova testimonianza in diversi scritti antichi ma che non era mai stata confermata prima d’ora.
Era già noto dagli autori classici che gli scribi usassero delle griglie per delimitare l’area di scrittura su papiro: “utilizzavano a questo scopo un righello e una rondella di piombo”, spiegano i ricercatori, “la quale strofinata sulla superficie del papiro lasciava un’esile traccia appena visibile, che serviva a indicare i confini dello specchio di scrittura”. “Mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi pervenuti dall’antichità”, continua la nota congiunta, “al punto che i moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato di tali testimonianze”.
Lo studio si è concentrato su alcuni dei papiri carbonizzati durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e rinvenuti alla fine del Settecento ad Ercolano, tra le aree archeologiche più importanti e famose d’Italia, e oggi conservati presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli.
Lo studio: i raggi X rivelano le linee di piombo usate dagli scribi
La scoperta è stata possibile grazie agli esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione eseguiti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal team del dottor Paolo Romano, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del CNR di Catania, e dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Tali esperimenti, effettuati su porzioni di papiro di dimensioni inferiori a 10×10 cm, hanno rivelato per la prima volta l’esistenza di “diversi tipi di griglie costituite da linee di piombo disposte in senso ortogonale al fine evidente di delimitare spazi intercolonnari, colonne, intercolunni e singole linee di scrittura”.
“Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia”, afferma il professor Graziano Ranocchia, coordinatore del Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools, “ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare”.
Le griglie dei papiri di Ercolano e la Legge di Maas
“È inoltre finalmente dimostrato”, prosegue il professore, “che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi, e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato”.
La Legge di Maas citata dal professor Ranocchia si riferisce a una caratteristica tipica dell’antica scrittura su papiro: scorrendo i testi dall’alto in basso, si può notare che il testo non procede perfettamente in verticale, ma il punto in cui inizia la scrittura arretra progressivamente verso sinistra.
Grazie allo studio dei papiri della Villa dei Pisoni di Ercolano, è stato possibile determinare per la prima volta che questo “scostamento” a sinistra era un fatto intenzionale.