Conte smonta la Schlein sull’alleanza. Feltri e Salvini la deridono

Alla trasmissione radiofonica La Zanzara Vittorio Feltri inizia un dibattito con lo speaker David Parenzo. Alla base, un tweet che il direttore di Libero aveva postato contro la scelta di Elly Schlein di avvalersi di un’armocromista che le dispensa consigli su come vestirsi.

“Cara signora Schlein mi permetta di darle un consiglio, lei non ha bisogno di una armocromista bensì di un bravo chirurgo plastico”, aveva chiosato su Twitter Vittorio Feltri. E David Parenzo, non ci ha pensato a dare dello “str*onzo” al direttore di Libero, che ha risposto senza mezzi termini: “E a me che ca**o me ne frega di quello che dice Parenzo? io dico quel ca**o che voglio! Tu sei un’idiota e non capisci niente”.

Intanto il co-conduttore Giuseppe Cruciani cerca di sdrammatizzare, senza risultati, esordendo con un “Cosa hai voluto dire con quella battuta?”. Ma la risposta di Feltri è stata nuovamente impulsiva: “E’ così difficile? Fa schifo al ca**o, è inutile che va a farsi l’esame del colore”.

Così Cruciani, propenso alla scorrettezza politica, dice: “Adesso è vietato pensare che una persona è brutta?”, mentre Parenzo ripete: “E’ osceno, osceno, un’offesa. Non esiste il diritto a offendere”. Ma Feltri chiosa: “Schlein deve andare anche dal dentista. Per ridurre le mandibole. Chi se ne frega se è un’offesa”.

Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture aggiunge, a proposito della segretaria del Pd: «Non so se verrà la Schlein a Sarzana…». Alla risposta che è già venuta, Salvini infierisce: «Ma aveva il personal shopper? Era armocromaticamente in linea dal mocassino al giacchettino? Anche se uno ha il personal shopper che gli costa 300 euro all’ora gli serve un aumento di stipendio per pagarlo, non è che puoi andare in giro per Sarzana scoordinata tra i jeans, la camicia, l’ombretto e il rossetto»

Salvini attacca quindi sul tema dell’utero in affitto e le adozioni gay: «La nuova segretaria del Pd, Elly Schlein si è detta favorevole all’utero in affitto. Significa vendere il corpo di una donna che è in difficoltà economica per soddisfare l’egoismo di un’altra donna che ha milioni di euro sul conto corrente. A me fa schifo chi pensa che la donna sia un corpo da affittare». «I bambini -aggiunge- non si affittano, non si noleggiano on line, scegliendoseli magari biondi e con gli occhi azzurri. Nel secolo scorso -ricorda poi- c’era qualcuno che voleva tutti i bambini biondi e con gli occhi azzurri e non è finito bene».

L’alleanza con il Pd? “Non c’è una concreta prospettiva, almeno nell’immediato, per una alleanza strutturale”. Giuseppe Conte è netto. Niente involuzioni retoriche, stavolta. L’alleanza con il Pd non è qualcosa sul tavolo per il momento, dice il leader M5S a una settimana dal voto sulle amministrative. L’alleanza non è all’orizzonte. Piccola storia di un’asse mai nato che l’ex premier vede come un abbraccio mortale in termini elettorali.  A un certo punto della lunga intervista con Lucia Annunziata a In Mezz’ora in Più su Rai3.tv, il presidente pentastellato tocca il nervo scoperto. Quello che forse sta dietro a quelle agende così impossibili da incastrare, da tenere lui e Elly Schlein lontani da qualunque iniziativa comune nelle ultime settimane: la lotta per la leadership del campo progressista. L’assenza di Conte dalla piazza dei sindacati a Bologna – dove la segretaria dem è andata- ne è una prova.

“Su altre posizioni non abbiamo registrato un effettivo cambiamento” con l’arrivo di Schlein: “come sul conflitto russo-ucraino e anche per quanto riguarda le tecnologie eco sostenibili. Parlo di inceneritori che per noi sono banditi”.  Quindi? “Se non ci sono condizioni per convergere sul piano strutturale in un alleanza è bene che le forze progressiste” vadano avanti sulle loro battaglie: “noi conduciamo battaglie di frontiera come quella della riduzione del tempo di lavoro a parità di salario. Su queste battaglie noi continueremo per la nostra strada”. Da soli.

Il leader M5S attacca poi il comportamente del Pd sulla questione delle nomine di garanzia. La Schlein scelse di “scappare” e non partecipare alle votazioni, diversamente dal M5S: “Se ci sono dei passaggi, come gli uffici di presidenza della Camera e Senato in cui ci sono ruoli che spettano alle opposizioni, il Movimento 5 Stelle deve esserci e ha diritto di essere rappresentato. Come è stato sulle magistrature speciali: deve esserci doverosamente la rappresentanza delle opposizioni. Ma è sempre successo, non è inciucio e perchè quando lo fa il Pd perchè non si dice nulla?”.  Unico punto in comune, il tavolo delle riforme di oggi. In vista degli incontri sulle riforme convocati dal premier Giorgia Meloni, si conferma l’unico punto di convergenza con il Pd: entrambi nettamente contrari alla riforma Calderoli sulle autonomie e la bocciatura sia sul presidenzialismo che sul premierato. Un po’ poco.

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