Lo scenario internazionale resta caratterizzato da inflazione in graduale decelerazione ed elevata incertezza legata al conflitto tra Russia e Ucraina e alle tensioni nel settore finanziario, mentre a marzo, in Italia la produzione industriale ha registrato il terzo calo consecutivo. Nella media dicembre-febbraio, l’indice aveva segnato un lieve aumento in termini congiunturali. Sono alcuni dei trend evidenziati dalla nota mensile di Istat sull’andamento dell’economia italiana.
Tutti i principali settori di attività, spiega l’istituto di statistica, decrescono sia su base mensile sia in termini annui. Fanno eccezione i beni strumentali, con variazioni positive rispetto a febbraio e in crescita più marcata rispetto a marzo dello scorso anno. Ampia la caduta dell’energia rispetto all’anno precedente.
I numeri
Secondo quanto rende noto l’Istat, a marzo si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,6% rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre il livello della produzione diminuisce dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Corretto per gli effetti di calendario, a marzo 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 come a marzo 2022).
L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni strumentali (+0,7%); mentre cala per i beni intermedi (-0,4%), per l’energia e per i beni di consumo (-1,4% in entrambi i settori). Su base tendenziale, crescono solo i beni strumentali (+3,9%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-4,7%), i beni intermedi (-6,0%) e, in misura più marcata, l’energia (-11,2%).
Tra i settori di attività economica in crescita tendenziale si segnalano la fabbricazione di mezzi di trasporto (+12,4%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,5%) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+3,3%). Le flessioni più ampie si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-13,4%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-12,5%) e nell’attività estrattiva (-11,0%).
Il Pil
Nella nota mensile l’Istat rileva che, nel primo trimestre, il Pil italiano ha mostrato, in base alla stima preliminare, un aumento superiore a quello dell’area euro, a cui hanno contribuito sia la domanda interna sia quella estera netta.
Nel primo trimestre del 2023, il Pil italiano ha segnato, in base alla stima preliminare, un aumento (+0,5% la variazione congiunturale, -0,1% a fine 2022) superiore a quello di Francia e Germania e del complesso dell’area euro. Il dato sintetizza un incremento del valore aggiunto nel comparto dell’industria e dei servizi e una stazionarietà dell’agricoltura. Dal lato della domanda, il contributo alla crescita del Pil è stato positivo sia per la componente nazionale sia per quella estera.