Una visita importante per l’Italia, ma con un potenziale rilevante per cercare una via d’uscita negoziale al conflitto in Ucraina. La missione a Roma di Volodymyr Zelensky, giunto sabato nella capitale di prima mattina, accolto dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, lo porterà ad incontrare prima il presidente Sergio Mattarella, poi la premier Giorgia Meloni e quindi, nel pomeriggio, il Papa.
Zelensky è atterrato nell’area militare all’aereoporto romano di Ciampino. Ad accoglierlo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e l’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk. L’auto con a bordo il numero uno ucraino, scortata da numerose auto con a bordo agenti di sicurezza, si poi messa in moto in direzione di una Roma blindatissima. Le prime parole del presidente: “Oggi a Roma, visita importante per avvicinarsi alla vittoria”.
Un centinaio di cittadini ucraini residenti in Italia si è ritrovato in un pacifico sit-in di accoglienza in piazza Barberini. Cinturati dai poliziotti del Reparto Mobile hanno bandiere e cartelloni di benvenuto a Zelensky, da poco arrivato nella Capitale. Cantano l’inno nazionale, per niente scalfiti dalla pioggia e, all’Adnkronos, dicono: ‘’Siamo qui per il nostro grande presidente. Non sappiamo se si fermerà, ma ci speriamo’’.
Dopo l’incontro l’intenzione del Santo Padre è quella di cercare un dialogo con Mosca – ma nessuna telefonata con Putin è in programma neppure per i prossimi giorni – per vedere se e come ci possa essere un minimo comun denominatore. Già il fatto che Zelensky non abbia declinato l’invito viene letto come un buon segnale, anche se in Vaticano nessuno si nasconde che la strada è in salita e le disponibilità ucraina e, forse, russa, sono ancora lontanissime da un punto di incontro anche solo ipotizzabile. Però parlarsi, seppure per interposta persona, è già qualcosa. Una sponda importante agli sforzi del Papa verrà dal Quirinale, che in una linea di supporto senza incertezze a Kiev ha ribadito anche l’altroieri ad Oslo che “contrastare la politica di aggressività della Russia è necessario ma non ci deve distogliere dalla ricerca di un approdo di pace”.
L’attivismo vaticano va di pari passo con la missione dell’inviato cinese Li Hui – ex ambasciatore a Mosca per dieci anni – che lunedì sarà a Kiev e poi proseguirà la sua missione in Polonia, Francia, Germania e Russia. Anche in questo caso non è in agenda un incontro con Putin, ma la diplomazia cinese – dopo l’incontro della scorsa settimana tra il ministro degli esteri russo Lavrov e l’omologo cinese Qin Gang – sta pazientemente lavorando per ammorbidire gli spigoli.
Più politico saràl’incontro con Giorgia Meloni, che ha assicurato più e più volte, l’ultima a Praga, che l’Italia “continuerà a dare un sostegno a 360 gradi a Kiev e lo farà per tutto il tempo necessario”. Se la premier attende Zelensky per parlare di aiuti militari, sostegno politico all’ingresso ucraino nella Ue e di ricostruzione, oltre che del prossimo G7 di Hiroshima, intende capitalizzare anche comunicativamente l’incontro: non a caso darà spazio a Zelensky e ha favorito la partecipazione del presidente ucraino ad uno speciale di Porta a Porta, dove il presidente ucraino sarà intervistato da Bruno Vespa e da alcuni direttori di quotidiani e testate tv. Particolare importante, con lei ci sarà il vicepremier Tajani ma non l’altro vicepremier Matteo Salvini. Ufficialmente per motivi di protocollo (“non ci sarò perché non sono né premier né ministro degli Esteri”), ma la realtà è che Salvini non ha fatto nulla per farsi invitare; anzi, è conscio che il suo freno sugli aiuti militari a Kiev e il suo premere per la pace sono visti con sospetto in Ucraina. E quindi, per lui, meglio evitare. E Giorgia Meloni, che sulla scelta atlantica e pro Kiev non transige, è stata d’accordo.
Prima visita dall’inizio dell’invasione russa. Strettissime le misure di sicurezza, tra no fly zone (divieto di sorvolo anche per i droni) e tiratori scelti.
Zelensky ha incontrato per primo il capo dello Stato Mattarella che ha confermato il pieno appoggio dell’Italia all’Ucraina: “Per l’Italia è un onore averla qui a Roma – ha detto Mattarella -. Sono lieto di incontrarla nuovamente dopo il nostro incontro di oltre tre anni addietro, anche se la condizione che voi state affrontando è ben diversa. Noi siamo pienamente al vostro fianco, benvenuto presidente”. Il presidente ucraino ha ringraziato Mattarella: “Vorrei abbracciare gli italiani uno a uno per il sostegno che ci è stato continuamente offerto a tutti i livelli e che non è mutato con i governi. Abbiamo con l’Italia valori comuni. Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace”.
Secondo una nota diffusa dalla presidenza ucraina, Zelensky ha espresso a Mattarella la speranza di un ulteriore ampio sostegno da parte dell’Italia. Inoltre, ha rilevato la necessità di un ulteriore rafforzamento della pressione internazionale sulla Russia, in particolare attraverso nuove sanzioni. Il presidente ha sottolineato che “vittoria significa anche pace per il nostro Paese. Sono certo che la società italiana condivide pienamente il nostro atteggiamento, la nostra giusta lotta contro La guerra non provocata della Russia”. I leader dei due Paesi – riferisce ancora la nota – si sono soffermati sugli sforzi dell’Ucraina per ripristinare la pace sulla base della formula di pace ucraina.
Poi il faccia a faccia fra Zelensky e Meloni. “La verità è che l’Ucraina è vittima di aggressione e che difendendo la propria integrità e identità, allontana la guerra dal resto dell’Europa. Quello che gli ucraini lo stanno facendo, lo stanno facendo anche per noi”, ha detto Meloni al termine del vertice. “Giorgia, ti ringrazio per la possibilità di essere in questo bellissimo Stato con una grande storia – ha commentato Zelensky -. Sono qui per stringerle la mano e ringraziare per aver dato rifugio ai cittadini ucraini, non lo dimenticherò mai”.
“A fine febbraio sono stata a Kiev. Noi abbiamo realizzato lo scorso 26 una grande conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina per dimostrare che la nostra nazione vuole svolgere un ruolo di primo piano per la ricostruzione e che scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina”. Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“Alla pace si arriverà solo se e quando la Russia cesserà le ostilità”. Dopo l’incontro con Zelensky, la premier Meloni ha rinnovato l’appello a Mosca “a fermare l’aggressione e a ritirare le truppe. Siamo favorevoli – ha aggiunto – ad una soluzione diplomatica del conflitto. Sosteniamo la formula di pace in 10 punti del presidente Zelensky. E riconosciamo le legittime aspirazione europee dell’Ucraina, avamposto della sicurezza dell’intero continente europeo”.
Volodymyr Zelensky ha invitato “tutti i leader politici italiani e i rappresentanti della società civile di visitare” a visitare il Paese “perché quando vedrete quello che ha fatto una sola persona, quello che ha fatto Putin, capirete perché noi ci opponiamo a questo male”. Il presidente ucraino, al termine dell’incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ringraziato “tutti gli italiani che con il cuore sincero ci aiutano a difendere il nostro Paese”.
“La verità è che l’Ucraina è vittima di aggressione e che difendendo la propria integrità e identità, allontana la guerra dal resto dell’Europa. Quello che gli ucraini lo stanno facendo, lo stanno facendo anche per noi”. Così la premier Meloni rispondendo a una domanda dopo la fine del vertice con Zelensky.
Ad accogliere Zelensky in Vaticano c’era monsignor Leonardo Sapienza, Regente della Prefettura della Casa Pontificia. Dopo Zelensky, è giunto l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash. Dopo il colloquio privato con Francesco, il presidente ucraino ha avuto un incontro con il segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Gallagher e non con il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, perché è in Portogallo in occasione della festività della Madonna di Fatima.
“La ringrazio per questa visita, ha detto il Papa accogliendo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “È un grande onore”, ha risposto il presidente
Tra i doni che il Papa ed il presidente ucraino Zelensky si scambieranno al termine del loro colloquio c’è anche una icona della Madonna costruita con alcuni resti di giubbotti anti-proiettile. Da parte sua, invece, il Papa ha donato al suo ospite una scultura in rame raffigurante rami di ulivo, simbolo di pace.
Il colloquio è durato circa 40 minuti.
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