Pd: cronache di una morte annunciata per Elly Schlein

Francesco Boccia, intervistato dal Corriere della Sera, tenta una difesa della segretaria: “Vorrei ricordare che Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segretaria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”.  Per  il capogruppo dem al Senato, la debacle alle Comunali non sarebbe attribuibile a un “effetto Schlein” al contrario.

La vicenda di Vicenza – dove l’unico sindaco eletto dal Pd, Giacomo Possamai, in campagna elettorale ha esplicitamente detto che non voleva Schlein in città – è la cartina di tornasole di come davvero la nuova segreteria sia avvertita nel mondo reale. Ancora il Corriere, in un articolo che dà conto dello “psicodramma al Nazareno”, cita una frase che Paola De Micheli avrebbe detto a una “compagna di partito”: “Il risultato era prevedibile. Fuori dai palazzi, dalle redazioni dei giornali e dai centri storici radical chic noi non esistiamo. Ma ti pare che uno come Possamai avrebbe potuto dire a Elly di non venire a Vicenza a fare comizi con lui se non fosse stato più che necessario?”.

Il Foglio sintetizza:  “Poca armocromia, molto monocolore”, sottolineando poi che “la sinistra vince con i candidati più lontani da Schlein. Una situazione che ben si presta alle recriminazioni di quanti nel partito avvertono da tempo sull’eccessivo spostamento a sinistra – e si direbbe su un certo tipo di sinistra – imposto dalla segretaria. “Se non vuoi essere più un partito di centrosinistra, il centro se lo prende Meloni”, avrebbe avvertito una voce dell’area riformista citata dal Domani.

Maurizio Belpeitro nel suo editoriale su La Verità avverte che nel Pd “ora scatta la guerra interna”, sottolineando che “al Nazareno e nelle retrovie del partito, la vecchia guardia, anche se un po’ nei guai per la vicenda dell’alluvione in Emilia-Romagna, è seduta sulla sponda del fiume in attesa di vedere il cadavere della segretaria – in senso politico, ovvio – passare”. “Fin dal giorno dell’elezione – scrive ancora il direttore – le hanno dato un anno di tempo, con un primo step alle elezioni amministrative e un secondo alle europee. Walter Veltroni in fondo gettò la spugna dopo due sconfitte consecutive. Dunque, ragionano i vecchi del partito, se Schlein dopo quella di ieri prende un’altra batosta, il congresso si avvicina. E come sapete, il Pd, come prima i Ds e il Pds, passa più tempo in assemblea che a governare. Il caso Emilia-Romagna insegna: mentre l’acqua alta saliva, a Bologna facevano i convegni sul cambiamento climatico”.

Anche in Sicilia  il centrodestra si afferma diffusamente, risultando vincitore al primo turno in 7 Comuni dei 15 sopra i 15mila abitanti e andando a 4 ballottaggi, uno dei quali vede una sfida tutta interna. Da segnalare che anche dove il centrodestra non ha vinto non hanno prevalso i partiti del centrosinistra, ma opzioni civiche.

Sull’Isola per vincere al primo turno basta superare il 40% dei voti. L’unico successo che i partiti di centrosinistra possono davvero rivendicare in Sicilia arriva da Carlentini, in provincia di Siracusa, dove la coalizione formata da Pd e M5S più civiche riesce a spuntarla con Giuseppe Stefio, che effettivamente ottiene un successo pieno con il 70,38%. Per il resto anche sull’Isola, come nel resto d’Italia, questa tornata per la sinistra è stata una debacle.

L’ondata Meloni e la fatica di Schlein. Così Lilli Gruber ha intitolato la puntata di martedì 30 maggio di Otto e Mezzo. La conduttrice di La7 ha cercato di giustificare tra le righe la debacle della segretaria del Pd, il cui tanto chiacchierato effetto non si è visto alle elezioni comunali e in particolare ai ballottaggi: il centrodestra ha vinto ovunque tranne che a Vicenza, dove il candidato dem non ha voluto la Schlein e nessun altro leader nazionale durante la campagna elettorale.

“Giorgia Meloni è sempre più forte – ha esordito la Gruber – per Elly Schlein era una sfida impossibile? È normale che venga messa in discussione dopo soli tre mesi?”. E ancora: “Un risultato così misero è colpa sua? Ricordiamo che i candidati non li ha scelti lei, è da soli tre mesi alla segreteria…”. A darle manforte ci ha pensato il professore Tomaso Montanari: “Non è affatto normale che venga messa in discussione la Schlein, così come non lo è pretendere che sia la salvatrice della patria”.

“C’è la destra in campo – ha aggiunto – ma non c’è una sinistra che dica cose differenti e organiche. Bisogna marcare le differenze sui temi: ad esempio, la destra vuole spendere 14 miliardi per il Ponte sullo Stretto, la sinistra dovrebbe rispondere non semplicemente ‘no’ ma usiamo quei soldi per rimettere in sesto il territorio con una grande campagna di assunzioni pubbliche. Ci vuole una sinistra, spero che la Schlein la stia costruendo”.

A CartaBianca, Bonaccini stronca Elly Schlein:

Ospite della Berlinguer,  Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna che proprio dalla Schlein fu sconfitto alle primarie, pur arrivando alla contesa da grande favorito. E dalla Berlinguer, Bonaccini – di cui Schlein era la vice – sembra volersi togliere un qualche sassolino dalle scarpe: “Le elezioni amministrative? È stata una sconfitta ed è giusto dirlo. Io ripartirei dai problemi dei cittadini: tre quarti delle regioni sono in rosso nei conti pubblici sulla sanità e noi dobbiamo difendere la sanità pubblica”, snocciola la sua ricetta, spiegando alla segretaria come dovrebbe muoversi.

Dunque una battuta sul commissario per l’emergenza-alluvione in Emilia Romagna, tema sul quale Bonaccini di fatto è stato abbandonato proprio dalla Schlein: “La nomina del commissario? Facciano quello che vogliono. Accetto qualsiasi scelta, ma l’importante è che non diano l’impressione di nominare qualcuno solo per calcolo elettorale. Io sarò al fianco delle famiglie e degli imprenditori colpiti”.

Il segretario del Pd toscano, Emiliano Fossi, conferma «l’esigenza di aprire una stagione nuova. Il Pd così come è non va, deve cambiare» per dare vita a un nuovo campo largo del centrosinistra. Fossi lancia l’idea di un «cantiere» politico, che sarà lanciato «nei prossimi giorni» e sarà aperto a tutte le forze d’area. Ma la sua segreteria regionale è sotto assedio.

Così come è sotto assedio, a tempo record vien da dire, la segreteria di Elly Schlein: per lei la sconfitta è stata totale, roboante, enorme nelle proporzioni. Tanto che al Nazareno si vivono momenti di enorme tensione: il 30 maggio, la segretaria ha annullato la sua missione a Bruxelles, dunque ha dovuto incassare parecchie critiche da parte del suo partito.

Ed in questo contesto, Elly Schlein non sembra riuscire a tenere i nervi in ghiaccio. Si pensi infatti allo sfogo trapelato nel pomeriggio: “È ingiusto! Non possono starmi tutti addosso! Datemi tempo”, questo il succo di quanto detto dalla segretaria e riportato da diversi organi di stampa. E ci si chiede a chi dovrebbero stare addosso, se non al segretario di un partito, quando quel partito fallisce in modo miserrimo…

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