Arriva in aula, alla Camera dei deputati, il testo con gli emendamenti al decreto sulla Pubblica amministrazione che limitano i controlli della Corte dei Conti sul Pnrr.
‘Riteniamo che se sarà chiesta la fiducia sul decreto Pa – dice Foti al Tg1 – sicuramente sarà accordata, perché è un provvedimento che serve all’Italia. Per quanto riguarda la norma sulla Corte dei Conti, se vogliamo che il Pnrr possa andare a segno e cioè concludere i lavori entro il giugno del 2026, non occorrono controlli intermedi, ma finali’.
Una posizione ribadita da Sara Kelany: ‘Abbiamo in questi giorni lavorato alacremente in Commissione per dare il doveroso contributo del Parlamento – dichiara la deputata di FdI – a questo che è un provvedimento importante sia in termini di assunzioni che di potenziamento delle strutture che dovranno occuparsi di atterrare i progetti PNRR’. Secondo la Kelany, ‘le polemiche strumentali delle sinistre sull’emendamento Corte dei Conti lasciano il tempo che trovano e sono state smentite tanto dall’Europa, quanto dal presidente stesso della Corte, oltre che da illustri giuristi. Eliminare il controllo concomitante sui progetti PNRR non significa eliminare il controllo contabile, che seguita ad essere esercitato secondo gli schemi ordinari previsti dalla legge, controllo che peraltro era rimasto inattuato per otre 10 anni proprio perché ritenuto rischioso dalla stessa Corte’. Per poi ricordare che ‘in audizione il presidente Carlino ha espressamente affermato due concetti fondamentali’.
E cioè che ‘questo provvedimento non può essere definito un bavaglio alla Corte dei Conti. E che il Parlamento ha piena legittimazione nel definire le modalità di esercizio del controllo contabile. Emerge evidente, dunque, l’inconsistenza delle solite elucubrazioni di un’opposizione distruttiva’.
Il giorno dopo il botta e risposta tra Bruxelles e Palazzo Chigi in merito ai controlli sul Pnrr, arriva il disgelo. La Commissione Ue fa sapere che con l’Italia ‘sono in corso scambi costruttivi’ e che ‘non è insolito che la valutazione sui pagamenti vada oltre la scadenza’. Di ‘caso chiuso’ parla il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, a nome del governo che ieri, lunedì 5 giugno, in aula alla Camera, pone la fiducia sul dl Pa e quindi anche sull’emendamento che esclude il controllo concomitante della Corte dei Conti sull’attuazione del Pnrr. Circostanza che continua a essere criticata dalle opposizioni.
A riportare la posizione più morbida di Bruxelles è un portavoce della Commissione Ue, secondo il quale sulla richiesta di pagamento della terza rata del Pnrr da parte dell’Italia ‘sono ancora in corso i lavori sulla valutazione’ e ‘sono in corso scambi costruttivi con le autorità italiane’. Ma la cosa più importante è che, ‘come regola generale, non commentiamo i progetti di atti legislativi’ commenta lo stesso portavoce, e ‘l’Italia ha posto in essere un solido sistema di audit e controllo per garantire la tutela degli interessi finanziari dell’Unione’. Quindi, ‘comunicheremo l’esito della nostra valutazione non appena l’avremo conclusa. Non è insolito impiegare un po’ di tempo oltre la scadenza indicativa, ad esempio è accaduto con le richieste di pagamento di Lussemburgo, Romania e Slovacchia’.
Insomma, il caso è chiuso? ‘Assolutamente sì’, perché ‘la precisazione e aver spiegato che c’è stato un fraintendimento risolve la questione. Il lavoro che il governo porta avanti con la commissione europea è in perfetta collaborazione e i rapporti, a partire da quelli di vertice tra Meloni e von der Leyen, sono di proficuo e positivo lavoro comune’, spiega Fitto, che poi assicura: ‘Sulla terza tranche abbiamo svolto un lavoro molto intenso e positivo. Ora siamo in una fase di verifica con la commissione europea che io ritengo si concluderà positivamente e senza alcuna difficoltà’. Secondo il ministro ‘l’Italia non perderà questa occasione’ e ‘le critiche delle opposizioni sono legittime’ ma ‘ci attendiamo un atteggiamento responsabile con delle proposte nel merito’.
Da un lato l’esecutivo incassa – in merito alla norma sulla Corte dei Conti – il parere positivo del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, secondo cui ‘è giustificato, in questo caso, eliminare il controllo concomitante per rendere più snella la procedura, in un momento in cui ci sono tempi ristrettissimi per l’esecuzione dei lavori previsti dal Piano’. Ma, dall’altro, l’opposizione va all’attacco: ‘I rilievi arrivati dall’Europa sul ruolo di controllo della Corte dei Conti sono giusti e la risposta piccata di Palazzo Chigi dimostra che i timori dell’Ue sono fondati’, afferma il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. Mentre, secondo il M5S, un ‘governo spregiudicato e arrogante pensa di togliere alla Corte dei Conti la prerogativa di svolgere il cosiddetto controllo concomitante» e quindi anche ‘commissioni e Parlamento non potranno più controllare in corso d’opera la gestione dei fondi del Pnrr’, spiega la vicecapogruppo alla Camera Vittoria Baldino. ‘Non ci sono ritardi e sono in corso le interlocuzioni tra l’esecutivo e la Commissione per apportare le necessarie modifiche. Sono certo che l’Italia spenderà tutte e bene le risorse erogate’, replica il sottosegretario alle Infrastrutture Tullio Ferrante.