Sei carabinieri in alta uniforme scorteranno il feretro di Silvio Berlusconi, che all’ingresso e all’uscita dal Duomo di Milano riceverà anche gli onori militari. È quanto prevede il cerimoniale dei funerali di Stato, che spettano al Cav in quanto ex presidente del Consiglio. Inoltre, in occasione delle esequie, le bandiere saranno a mezz’asta e listate di nero su tutti gli edifici pubblici per effetto del lutto nazionale, che invece non è un automatismo ed è frutto di una scelta precisa del governo, che in questo modo ha voluto riconoscere a Berlusconi l’importanza che ha avuto per il Paese. Una decisione che ha scatenato gli haters, ma sulla quale, anche a detta di un costituzionalista del calibro di Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta, non è tema su cui fare polemiche.
Il lutto nazionale per un ex presidente del Consiglio è un inedito: negli ultimi 30 anni è stato decretato solo per Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi, che però furono anche presidenti della Repubblica. “Non c’è giurisprudenza di riferimento. Sono decisioni politico-amministrative. Non starei ad enfatizzare troppo”, ha detto Mirabelli, aggiungendo che “non mi sembra tema su cui polemizzare”. Mirabelli quindi ha ricordato che i funerali di Stato “sono previsti normalmente dal protocollo, oltre a questo c’è il lutto nazionale, altra modalità di riconoscimento in questo caso collegato alla funzione a lungo esercitata da Berlusconi”.
A regolare i funerali di Stato è una legge del 1987, che li prevede per le cinque alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica, il presidente del Senato, il presidente della Camera dei deputati, il presidente del Consiglio dei ministri e il presidente della Corte costituzionale, “sia che il decesso avvenga durante la permanenza in carica, sia che avvenga dopo la cessazione della stessa”. Dunque, per il quattro volte presidente del Consiglio Berlusconi si tratta di una procedura sancita per legge. Lo Stato si fa carico delle spese dei funerali e la loro organizzazione è in capo a uno specifico ufficio istituito presso la presidenza del Consiglio. Il cerimoniale prevede che il feretro sia accompagnato da sei carabinieri in alta uniforme e riceva gli onori militari, all’ingresso e all’uscita dal luogo in cui si svolge il rito.
La scelta del governo di rendere al Cav l’omaggio più alto
Nelle facoltà del governo sta anche la possibilità di concedere funerali di Stato in altre circostanze e, in particolare, per “personalità che abbiano reso particolari servizi alla Patria, nonché di cittadini italiani e stranieri o di apolidi che abbiano illustrato la Nazione italiana nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, del lavoro, dell’economia, dello sport e di attività sociali”. Ugualmente è facoltà del governo dichiarare il lutto nazionale, che invece non è soggetto a una normativa specifica. In genere si dichiara nei casi di gravi calamità che investono la nazione, come è accaduto di recente per le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna, o per la morte di personaggi di straordinario rilievo, come del resto Berlusconi è stato e il governo ha voluto riconoscere. Durante il lutto nazionale, oltre alle bandiere a mezz’asta, è prevista la sospensione degli impegni sociali per le autorità pubbliche, fatta eccezione per eventi di beneficenza.
“I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano ma il lutto nazionale per una persona divisiva com’è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna”. E’ Rosy Bindi a dare fuoco alle polveri dell’ennesima polemica che riguarda Silvio Berlusconi e il lutto nazionale. Una decisione che non influisce per nulla sulla vita dei comuni cittadini e rappresenta solo il segno di un grave lutto che ha colpito la nazione. Eppure Rosy Bindi, campionessa dell’antiberlusconismo più irrazionale, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, sibila il suo “no”.
E si capisce anche dove vuole andare a parare ricordando la battuta che le rivolse Silvio Berlusconi. “La volta in cui Berlusconi mi disse in tv ‘lei è più bella che intelligente’? Io gli risposi ‘non sono una donna a sua disposizione’. Fu una reazione non pensata, sono parole che escono perché le hai dentro. Dopo quella volta non ho mai fatto pace né ho parlato di nuovo con Berlusconi, lui non mi ha mai più chiesto scusa ma io non ho rimpianti: non so se quelle scuse le avrei accettate”.
Come si vive la scomparsa di un avversario politico? “In questo momento siamo nella fase della santificazione a parte qualche eccezione e questo non va bene. I conti col berlusconismo non sono stati fatti quando era vivo spero che verranno fatti ora”.
“Rosy Bindi – ha commentato Matteo Renzi sarcastico – è una donna che ha visibilità nel momento in cui parla male di qualcun altro. Solitamente di Berlusconi, talvolta di me”. E Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, contesta la valutazione di Rosy Bindi. La sua figura è divisiva? “Chi fa politica è sempre divisivo. De Gasperi tanti l’hanno votato, tanti non l’hanno votato. Togliatti un po’ di meno l’hanno votato, un po’ di più non l’hanno votato. I Presidenti della Repubblica rappresentano l’unità della nazione ma anche loro hanno il loro passato politico. Se il criterio è solo chi non ha creato divisioni, non si dichiarerebbe mai il lutto nazionale”.