Fassino (PD): “Ottimizzare i benefici e minimizzare rischi”
Cantalamessa (Lega): “No alla visione sinistrorsa che colpevolizza la ricerca”
Semenzato (Noi Moderati): “Innovazione non vuol dire perdere posti di lavoro”
Caramiello (M5s): “Subito 15 mld per la tutela delle infrastrutture”
“Le innovazioni sono una costante della storia dell’umanità, caratterizzata e segnata da scoperte in tutti i campi, scientifico, medico, industriale, che hanno cambiato la nostra vita. Il problema non è contrastare l’innovazione ma considerare che non è mai neutra. Il tema da affrontare è piuttosto quello di come utilizzarla, sulla base di quali valori deve essere pensata e ideata, con quali modalità viene costruita e con quali forme di controllo viene gestita. Solo seguendo questo ragionamento sarà possibile ottimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi”.
Sono le parole di Piero Fassino (Pd), vicepresidente della Commissione Difesa a Montecitorio, in apertura del webinar “Innovazione e tecnologia al servizio della sostenibilità. Cambiare il mondo prima che il mondo cambi noi”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Il tema vero è dunque la gestione dei cambiamenti e dei fenomeni di fronte ai quali ci troviamo sempre più spesso. E’ significativo – ha proseguito Fassino – che proprio gli scienziati dell’IA abbiano posto il tema della modalità di gestione e del controllo delle loro scoperte per ridurne al minimo i rischi. Stesso ragionamento vale, ad esempio, per come affrontare questo periodo caratterizzato dai cambiamenti climatici. Anche qui serve una strategia di gestione di questi fenomeni che, di sicuro, non passano da soli”.
Il tema del climate change è stato ripreso da Gianluca Cantalamessa, senatore della Lega in Commissione Industria a Palazzo Madama: “I cambiamenti climatici hanno sempre accompagnato in tutte le ere il nostro pianeta. C’è una visione sinistrorsa che evidenzia come questi fenomeni siano imputabili alle evoluzioni e alle ricerche dell’uomo. Studi scientifici mostrano che in milioni di anni, ben prima che arrivasse l’uomo sulla terra, ci sono stati dei cambiamenti ben più radicali. La Lega ritiene che la sfida non sia nel cambiare il clima ma di adeguare la vita dei cittadini alle variazioni climatiche che sono inevitabili. Le direttive dell’Unione Europea impongono lo stop dei motori a combustione entro il 2035, piuttosto che tante altre iniziative. Occorre riflettere bene su come muoverci e in quale direzione è opportuno andare per garantire un futuro alla nostra comunità. Ci sono studi che dimostrano che abbassare un punto di Co2 nell’atmosfera costerebbe ai Paese occidentali tra gli 800 e i 1800 miliardi di euro. Capiamo bene quale impatto avrebbe un’azione del genere”.
Sugli sviluppi delle nuove tecnologie ha posto l’accento Martina Semenzato (deputata di Noi Moderati Commissione Ambiente alla Camera): “Il tema della transizione digitale non è assolutamente nuovo ed è legato a due concetti fondamentali: efficienza e qualità. E’ un obiettivo che ritroviamo anche in Industria 4.0 e non riguarda solo le aziende ma anche le amministrazioni pubbliche. Le nuove economie e l’efficientamento dei processi sono la base per far ripartire il sistema Paese. La transizione digitale sarà sempre più determinante per la sicurezza, per l’archiviazione dati, pensiamo agli effetti positivi nel campo della sanità e in quello della giustizia per la gestione dei tribunali. La digitalizzazione e la tecnologia in generale spesso vengono viste con diffidenza, per la paura magari di perdere posti di lavoro. Ma la storia ci insegna che i grandi processi di trasformazione sono sempre esistiti. Non ritengo che la transizione digitale o l’innovazione minino l’occupazione o la salute; è fondamentale, piuttosto, che noi orientiamo il cambiamento. Darwin diceva che non è la specie più forte che sopravvive ma quella che reagisce e si adatta meglio al cambiamento”.
Secondo Alessandro Caramiello (capogruppo del M5s in Commissione Agricoltura a Montecitorio): “Ci sono cambiamenti climatici in atto ormai da anni, ma quello che non si è mai fatto in Italia è puntare in maniera concreta sulla prevenzione. Nel nostro Paese si alternano, oramai con straordinaria regolarità, periodi di siccità a quelli di alluvioni e bombe d’acqua. Di fronte a questa circostanza si è sempre avuto difficoltà nello stanziare i fondi necessari a prevenire, trovandoci poi a spendere molto di più per riparare i danni. Dobbiamo combattere il dissesto idrogeologico ed è giunto il momento di mettere 15 mld di euro per intervenire sulle nostre infrastrutture. Il Pnrr per, raggiungere questi obiettivi, ci offre una grande mano ma serve un tavolo di concertazione tecnico per identificare tutte le zone a rischio e metterle in sicurezza. In Emilia Romagna, nelle Marche e ovunque si è registrata questa emergenza la priorità, dopo che stiamo ancora contando i danni e siamo in attesa del prossimo decreto del governo per ristorare le aziende colpite, e quella di evitare che queste tragedie si ripetano”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Massa Carrara): “Siamo nel pieno di una transizione digitale, assistiamo dal 2020 in poi ad una accelerazione straordinaria su questo tema. Tuttavia le conseguenze nel medio e lungo termine non sono chiare. L’innovazione va cavalcata a ogni costo o è necessario introdurre un freno a tutela, ad esempio del lavoro e della salute. Di fronte, poi, ai cambiamenti climatici, visto che passiamo dalla siccità alle alluvioni con mutamenti sempre più evidenti e pericolosi che mettono sempre più a rischio la nostra incolumità e le nostre economie, è opportuno valutare nuove strategie di prevenzione che contemplino comunque nuovi modelli economici più sostenibili. Oltre a riparare i danni e, come dire, abituarci a difenderci davanti a questi fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti, nuovi strumenti e programmi di prevenzione possono essere attivati a livello nazionale a tutela del territorio e dei cittadini. Adottando, in particolare, misure a sostegno dei piccoli e medi imprenditori del comparto agroalimentare che sono i più colpiti da questi eventi estremi”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “Non siamo nel pieno di una transizione digitale ma di una vera e propria rivoluzione tecnologica con lo strumento informatico che entra sempre più in modo deciso e invadente nelle vita di ciascuno di noi. Non è possibile frenare l’innovazione, ma quello che va fatto è calibrare con attenzione le influenze importanti nel mondo reale, nella vita di tutti i giorni anche in temi delicati come quello del lavoro e della salute. I mutamenti climatici sono evidenti. Assistiamo allo snaturarsi delle stagioni con eventi meteorologici sempre più estremi che causano danni seri al comparto agroalimentare e alle imprese agricole. E’ importante che le manutenzione e gli interventi di salvaguardia del territorio siano posti in essere. Questo è più importante della realizzazione delle grandi opere”.