Via libera in CdM alla riforma della giustizia proposta dal guardasigilli Carlo Nordio che, tra l’altro, elimina il reato di abuso d’ufficio.
Riforma giustizia, ok in CdM
“Spero che questa approvazione ora passi all’esame del Parlamento nel più breve tempo possibile e auspico che l’opposizione faccia sì il suo lavoro ma in termini razionali, non emotivi”, ha detto il ministro della Giustizia nella conferenza stampa al termine del Cdm. “Il Parlamento – ha aggiunto – deve essere disposto ad ascoltare. L’auspicio è che si argomenti con delle ragioni non del cuore né tanto meno della pancia ma del cervello. Confrontiamoci non in vuote formule di estrazione metafisica che non nascondono nulla ma solo povertà di idee”.
Le novità, cosa cambia?
Novità sul fronte delle intercettazioni: i giornalisti potranno pubblicare solo le intercettazioni il cui contenuto sia “riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”. I pm e i giudici dovranno dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini
Intanto, M5s e Pd vanno all’attacco del governo. “La riforma introdurrà nuovi spazi di impunità”, tuona Giuseppe Conte. E’ un errore “cogliere la morte di Berlusconi per portare avanti riforme a spallate”, avverte Elly Schlein.
Mentre già nel pomeriggio di ieri era salita l’asticella della tensione tra Nordio e i magistrati, con il ministro che, senza mezzi termini, aveva detto di giudicare “inammissibili” le loro critiche alle leggi, accusando le toghe di voler interferire nelle scelte di governo e parlamento.
Scontro Nordio-giudici
Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze”, ha detto Nordio su Sky Tg24. “E’ patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile”.
L’ ANM, intanto, aveva ribadito le sue critiche all’eliminazione dell’abuso ufficio. Ed è il presidente Giuseppe Santalucia a insistere sulle ragioni di fondo. “Il ministro Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020 punisce la violazione dolosa della legge, non di altre norme, quando la legge non consente alcuna valutazione discrezionale: cioè dice al pubblico ufficiale ‘deve fare questo o devi omettere di fare quest’altro’. Come si può pensare -dice intervistato da Radio anchio- che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge, fatta per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco”.
Nordio ha anche espresso il “rammarico” che Silvio Berlusconi non possa “assistere al primo passo verso una riforma radicale in senso garantista “. “Il reato di abuso d’ufficio è stato modificato varie volte per circoscriverne i limiti, ma sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della paura della firma per cui sindaci e amministratori non firmavano nulla e questo è un grande danno economico che si riversa sui cittadini”.