Berlusconi: il testamento e tutte le questioni da sciogliere

Tra la sede di Mfe di Cologno, quella di Mondadori a Segrate fino ai palazzi romani non si parla d’altro. Ma per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, scomparso lo scorso 12 giugno all’età di 86 anni bisognerà attendere ancora qualche giorno. Le ultime volontà di uno degli imprenditori più famosi d’Italia, nonché di una figura politica molto controversa, sono affidate al notaio Arrigo Roveda, che per il cavaliere ha curato la creazione di Forza Italia e le pratiche del divorzio con Veronica Lario.

Il patrimonio in gioco dovrebbe essere intorno ai 4 miliardi. Il vero interrogativo riguarda il futuro della holding Fininvest, azienda a cui fanno riferimento gran parte delle attività della famiglia, tra cui Mediaset, Mondadori e il Monza: il fondatore deteneva il 61%, mentre la quota restante è suddivisa in parti uguali tra i figli. Nel testamento dovrebbe venire definito come sarà suddivisa la quota nelle disponibilità di Berlusconi, pari al 20%. Mentre il restante 40% va in automatico ai 5 figli in quote uguali, vale a dire l’8% a testa. Per la quota di cui aveva diritto di disporre liberamente si ipotizza che il Cavaliere abbia fatto una scelta che consenta a chi finora a governato Fininvest di continuare a farlo, ma per saperlo con certezza bisognerà attendere la lettura delle sue volontà.

Marina e Pier Silvio hanno da anni un ruolo forte in azienda. Lei alla guida di Mondadori e al vertice della finanziaria di casa Fininvest, timone di Mediaset lui. Né Marina né Pier Silvio, che ha addirittura trascorso gli anni del liceo studiando a casa con i precettori e un amico come solo compagno di classe, si sono laureati. Storia opposta, scuola steineriana compresa, per i tre figli di Berlusconi e Veronica Lario, che hanno concluso i loro studi chi alla Bocconi, chi in un’università Usa, chi all’Università San Raffaele. Nonostante le competenze – anche specifiche, come nel caso di Luigi – nessun ruolo in azienda. Un quadro che non pare destinato a cambiare nemmeno quando davanti al notaio Attilio Roveda l’assetto della successione sarà noto. Impensabile, infatti, che Marina e Pier Silvio lascino le loro cariche manageriale; assai improbabile che per gli altri tre si apra una strada simile. Anche perché tra Mondadori, Mediaset e Mediolanum, si parla di società quotate, con procedure precise e non dinastiche da rispettare. Oggi Marina e Pier Silvio hanno il 7,65% ciascuno di Fininvest, gli altri tre figli ne controllano assieme il 21,4%. Se nel testamento del Cavaliere il suo 61,2% fosse diviso in parti uguali, poco più del 12% a ciascuno dei cinque eredi, Barbara, Eleonora e Luigi avrebbero la maggioranza di Fininvest. Se nell’atto fosse disposto diversamente, dividendo in parti uguali solo i due terzi di quel 61,2%, e ripartendo in altro modo il terzo rimanente, le cose potrebbero cambiare molto.

Pier Silvio è un pratico e  resterà agli atti il messaggio ai dipendenti Mediaset nello studio 20 di Cologno Monzese dopo il funerale: ‘Da domani, però, noi facciamo un click e torniamo a essere un’azienda viva, piena di energia e forza, come è stata tutta la vita.

Come ha raccontato Mario Gerevini sul Corriere della Sera, gli immobili non ingabbiati in una società e che quindi l’ex premier potrebbe aver deciso di assegnare direttamente agli eredi sono quattro: la dimora storica di Milano-San Gimignano, il villino «Due Palme» di Lampedusa, Villa Campari sul Lago Maggiore, e un piccolo atelier a Trieste ereditato dal pittore Glauco Dimini. Un altro nodo da sciogliere è quello del ruolo nell’asse ereditario di Marta Fascina, l’ultima compagna di Silvio Berlusconi, che lui chiamava «moglie» e con cui ha celebrato un «quasi matrimonio» a Villa Gernetto. Berlusconi avrà disposto un lascito azionario in suo favore? Secondo alcune fonti alla deputata di Forza Italia potrebbe andare una delle residenze di Berlusconi oltre a un assegno che secondo alcune indiscrezioni potrebbe superare i 90 milioni di euro.

Spuntano anche i quadri di Berlusconi, ossia le opere d’arte che erano in suo possesso, alloggiate nella sua villa ad Arcore. A svelare le somme di quello che è senza dubbio un ulteriore tesoretto è il venditore Alessandro Orlando, volto noto delle tv locali. Si è occupato per tanto tempo di televendite e la sua specialità sono proprio i quadri. Questa sua mansione gli ha permesso di entrare in contatto con il Cavaliere, ed è infatti proprio lui che ha portato ad Arcore alcuni dei quadri che Berlusconi amava maggiormente.  Dal 2018 fino alla sua morte, il rapporto tra Orlando e Berlusconi si è fatto davvero intenso, visto che il Cavaliere ha acquistato un numero enorme di dipinti dal televenditore. È lo stesso Orlando a raccontarlo: “Da me ha comprato oltre 2.500 quadri, rappresentanti prevalentemente figure sacre e nudi femminili, di cui oltre un migliaio provenienti dalla Russia“. Probabilmente fare una stima precisa di tutta la collezione non sarà facile e bisognerà visionare i quadri con attenzione, ma secondo Alessandro Orlando il valore complessivo è di circa 3 milioni di euro.

L’apertura del testamento potrebbe rivelare non solo il futuro del patrimonio del Cavaliere ma anche se ci sono disposizioni sul futuro di Forza Italia, il partito da lui fondato nel 1994. Quel che è certo è che Marta Fascina non sembra intenzionata a rinunciare all’impegno politico per ritirarsi a vita privata lasciando il partito, che segue da militante fin da quando era una ragazzina

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