ITALIA DEL MERIDIONE SULLE MINORANZE LINGUISTICHE

Ogni lingua è identità, storia, racconto delle culture in ogni spazio e memoria di ogni tempo. Come Italia del Meridione, crediamo che l’identità si leghi profondamente alla diversità: alla capacità di accoglierla, rispettarla, tutelarla e renderla valore condiviso. Uno degli ambiti in cui le diversità si manifestano in maniera più evidente riguarda le minoranze linguistiche. Il Dipartimento Minoranze di Italia del Meridione, presieduto dal dott. Cataldo Pugliese, mira alla promozione della tutela delle minoranze in Italia, affinché vengano garantiti i giusti riconoscimenti dalle istituzioni centrali e regionali.

La Repubblica italiana è uno dei pochi Stati europei che tutela esplicitamente le minoranze linguistiche nella sua Costituzione con l’art. 6. Quest’ultimo trova attuazione nella legge quadro 482/1999 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche-storiche”), laddove vengono riconosciute dodici minoranze. I rappresentanti della comunità Arbëresh, in particolare, da oltre cinque secoli rappresentano la massima espressione di integrazione sociale in Europa.

La legge del 1999 cita un livello di intervento centrale, legato alla promozione e alla realizzazione di progetti nazionali e locali, fondati sullo studio delle lingue e delle tradizioni culturali di riferimento.

L’ordinamento giuridico italiano, in questo senso, si ispira ai principi europei. Ma è in tale contesto che emergono le criticità del nostro Paese. Sono due i principali trattati internazionali emanati dal Consiglio d’Europa a tutela delle minoranze linguistiche e, in entrambi i casi, la situazione italiana risulta problematica:

1) La Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali, entrata in vigore nel 1998. L’Italia ha sottoscritto e ratificato la Convenzione, la quale prevede che il Comitato del Consiglio d’Europa visiti gli Stati che hanno ratificato il trattato per verificarne l’effettiva tutela delle minoranze, prima di emanare una relazione ufficiale. Nel corso degli anni, emerge che l’Italia sia stata più volte richiamata dall’Europa per la tutela inefficiente e la scarsità dei fondi assegnati alla protezione delle minoranze linguistiche.

2) La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, anch’essa del 1998 e sottoscritta dall’Italia nel 2000, impegnandosi a ratificare la Carta elencando tutte le lingue regionali o minoritarie alle quali si applicano le misure di tutela e promozione. Tuttavia, questa ratifica non è mai avvenuta, nonostante l’Italia disponga di una lista di idiomi esplicitati nella legge del 1999.

La promozione della diversità linguistica, la tutela delle minoranze e la valorizzazione delle loro culture sono propositi che necessitano evidentemente di un incremento di risorse finanziarie dedicate, le quali devono essere indirizzate verso una serie di iniziative concrete.

Favorire, per esempio, l’accesso ai canali di informazione come la televisione, la radio e il web. Ad eccezione della Valle d’Aosta (minoranza francese) e di Bolzano (minoranza tedesca), le lingue riconosciute dalla legge del 1999 non sono effettivamente parificate: le forme di espressione ufficiale incontrano resistenze e pressioni. Manca un’organizzazione politico-istituzionale unitaria di rappresentanza.

Italia del Meridione è al fianco delle minoranze linguistiche, si batterà per salvaguardarle e valorizzarle, favorendo il loro uso scritto e orale, pubblico e privato, in ogni ambito: insegnamento scolastico, giustizia, media, economia. Perché proteggere una lingua significa proteggere una storia, ogni storia, difendere il patrimonio immateriale. Il più fragile, ma anche il più nobile.

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