A Roma, nell’hotel Parco dei Principi, il Consiglio nazionale di Forza Italia. E’ il primo dalla morte di Silvio Berlusconi, un mese fa. Al tavolo sul palco ci sono Tajani, i capigruppo parlamentari Paolo Barelli e Licia Ronzulli, il capo delegazione di FI in Europa, Fulvio Martusciello, il tesoriere Fabio Roscioli e il notaio Togna che dovrà poi accertare il voto.
Riunione aperta dall’inno di Mameli e dall’inno europeo, la memoria per l’uomo che ha fondato il partito è il filo conduttore di un appuntamento di una forza politica che vuole proseguire nel segno della continuità e dell’unità. ‘Guidare Forza Italia è un’impresa davvero complicata – ha detto Tajani all’assemblea – perché non ci sarà mai nessuno come lui. Ma adesso tutti insieme dobbiamo rendere onore a quello che ha fatto e non disperdere tutto il patrimonio che ci ha lasciato, come una grande eredità che noi abbiamo, e guai se i figli disperdono l’eredità del padre. Non è questioni di pennacchi e poteri. Si combatte tutti insieme’.
Antonio Tajani è il nuovo segretario nazionale ‘pro tempore’ di Forza Italia, come ha deciso il Consiglio nazionale del partito che lo ha eletto all’unanimità. Sarà il leader di FI fino alla convocazione del prossimo Congresso. Il voto è avvenuto per alzata di mano. ‘Non è facile guidare un movimento politico che ha avuto come leader per quasi 30 anni Silvio Berlusconi. Io posso garantire soltanto il mio impegno, determinazione, volontà di trasformare tutti i suoi sogni in realtà. Per farlo avrò bisogno di tutti quanti voi, di tutta la nostra classe dirigente, eletti, simpatizzanti, militanti’.
Seduti in sala i consiglieri: in tutto 213 quelli ammessi al voto tra parlamentari, ministri, amministratori locali. Nell’aprile del 2022 lo stesso albergo – considerato la casa romana della Nazionale di calcio e a volte buen refugio per il Milan – ha ospitato la convention di FI con il ritorno in scena di Berlusconi, anche dopo lo stop del Covid. Al fondatore di FI dedicato un video omaggio proiettato in sala.
‘Vi prego di rimanere in piedi, questo è il primo Consiglio che si svolge senza Silvio Berlusconi – ha detto Tajani -, credo che sia meglio dedicare più che un minuto di silenzio, un minuto di applausi ma vedo che l’applauso è partito spontaneo’. Gli applausi sono durati parecchi minuti con i consiglieri in piedi e Tajani, sul palco, visibilmente commosso, mentre qualcuno in sala urlava ‘Silvio, Silvio’. Sullo schermo sul palco una foto del fondatore azzurro.
‘Carissimi, grazie per l’appoggio e vicinanza che avete sempre dato al nostro caro papà e grazie per tutto ciò che farete d’ora in poi per continuare a far valere gli ideali di libertà, progresso e democrazia che hanno sempre contraddistinto il suo pensiero e la sua azione – è il contenuto della lettera che la famiglia di Silvio Berlusconi ha inviato al Consiglio nazionale di Forza Italia e che il coordinatore nazionale Antonio Tajani ha letto aprendo il consiglio. Un abbraccio grande a tutti con i migliori auguri di buon lavoro’.
‘Non è possibile più avere un presidente per il nostro movimento, per questo propongo al Consiglio di modificare in ogni articolo che lo prevede lo parola ‘presidente’ con la parola ‘segretario nazionale’ perché per noi c’è un solo presidente’. E’ la proposta del coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani, durante il Consiglio nazionale. Messa ai voti per alzata di mano, la proposta è stata approvata all’unanimità come ha riferito in sala la capogruppo al Senato, Licia Ronzulli.
Con la novità proposta da Tajani e approvata di fatto d’ora in poi il capo del partito si chiamerà ‘segretario nazionale’ e non più presidente. Quest’ultimo termine rimane riservato a Silvio Berlusconi che ha fondato Forza Italia e di cui resta traccia nello statuto – che quindi è stato aggiornato con le due novità – oltre che nel simbolo del partito.
Antonio Tajani, al Consiglio nazionale di Forza Italia che lo ha incoronato leader e successore di Silvio Berlusconi traghetterà Fi verso il congresso del 2024, probabilmente dopo le elezioni europee, vero banco di prova per gli azzurri.
Tajani parla delle cinque sfide per l’Italia, che vanno dall’economia ai giovani, sfide che Forza Italia deve raccogliere nella sua futura azione politica. Si parla di importanti endorsement per Tajani, da parte di diversi personaggi. Solo lui, il vicepresidente e coordinatore nazionale azzurro, poteva prendere il posto del Cavaliere, al quale è stato accanto fin dal momento della fondazione del partito, ribadendo che l’unico vero leader rimane Silvio e che chi lo segue non potrà che raccogliere la sua eredità politica.
Abbiamo un grande futuro alle spalle – dice Mauro D’Attis, commissario di Fi in Puglia. Quello che ci attende sarà il risultato di quanto seminato da un leader straordinario come Berlusconi e la nostra cultura affonderà sempre le radici in quel sogno, in quella sua idea: un’Italia libera e liberale, terra di opportunità per tutti. D’Attis è uno dei fedelissimi di Tajani, ma il vicepremier e ministro degli Esteri è riuscito a stabilire un buon rapporto anche con personaggi che prima erano più vicini alla fronda interna. In questi giorni si sono moltiplicate le dichiarazioni a suo favore, dal governatore della Sicilia Renato Schifani al ministro della Pa Paolo Zangrillo. A Tajani tutti hanno riconosciuto doti di saggezza e lungimiranza, pacatezza e determinazione e, da Licia Ronzulli ad Alessandro Cattaneo a Giorgio Mulè, che sono decisi a dare un’immagine di unità.
‘Non è facile guidare un movimento politico che ha avuto come leader per quasi 30 anni Silvio Berlusconi ma posso garantire tutto il mio impegno per trasformare i suoi sogni in realtà”, ha commentato Tajani, accettando l’incarico: ‘Raccolgo un’eredità quasi impossibile da raccogliere, ma con un movimento politico che, proprio perché è stato guidato da Berlusconi, ci crede e lo faremo insieme, perché un Paese si governa con una squadra ampia, più siamo e meglio è. Dobbiamo farlo portando sui tavoli del governo le nostre idee, le nostre proposte, i nostri valori, soprattutto, perché tutto nasce dai nostri valori, le proposte sono figlie dei valori’.
Nel suo discorso Tajani è tornato anche sul tema della separazione delle carriere dei magistrati, sottolineando che non c’è alcun intento persecutorio nei confronti dei giudici e, a proposito di valori, ha ribadito il garantismo come principio cardine del partito: ‘Garantisti, ma non siamo contro i magistrati. Essere garantisti non significa essere contro i magistrati, o deboli contro la criminalità organizzata. Noi siamo sempre impegnati contro mafia, ‘ndrangheta, sacra corona unita senza tentennamenti. Più si è garantisti, più c’è un processo giusto, più si mette in difficoltà la malavita organizzata. Per noi il garantismo è un principio fondamentale. Non c’è nulla contro i magistrati quando sosteniamo la separazione delle carriere, ma un modo per avere un processo giusto e per innalzare il ruolo giudicante perché possa essere davvero al di sopra delle parti’.