Patrick Zaki è ufficialmente uscito dal carcere per la grazia concessa dal presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, realtà che ha smentito l’intera narrazione della sinistra che accusava Giorgia Meloni di non agire in maniera decisa. L’azione del governo è stata tempestiva, considerando che la decisione dell’Egitto è arrivata a meno di ventiquattro ore dalla condanna a tre anni che era stata inflitta all’attivista e ricercatore che chiarisce che i rapporti diplomatici e istituzionali erano stati avviati con preavviso.
La conferma giunge dall’ambasciatore egiziano a Roma, Bassam Rady: “L’uso da parte del presidente al-Sisi della sua autorità costituzionale per concedere la grazia presidenziale è un apprezzamento personale per la profondità e la forza delle relazioni italo-egiziane, e la rapidità della grazia ne è la migliore prova, in particolare poiché è avvenuto meno di ventiquattro ore dopo l’emissione della sentenza definitiva. Lo Stato egiziano rispetta la legge e la costituzione e apprezza le sentenze emesse dalla sua istituzione giudiziaria perché è uno Stato di diritto e che la costituzione ha concesso al Presidente della Repubblica il potere di grazia presidenziale dopo l’emissione di sentenze, l’iniziativa del presidente egiziano è stata senza dubbio diretta a sostenere le relazioni italo-egiziane”, le quali si sono estese attraverso la storia che ha unito le sue due grandi civiltà”.
L’atto di clemenza sancito da Abdel Fatah al Sisi non era scontato se i ponti costruiti tra Italia ed Egitto non fossero stati così solidi. Relazioni che si sono rafforzate anche grazie ai rapporti positivi del nostro Paese con gli Stati Uniti d’America, visto e considerato il fatto che anche l’amministrazione Biden ha svolto il proprio ruolo per quanto riguarda le pressioni e gli appelli per la grazia a Zaki proprio nei giorni in cui si sta imbastendo il viaggio della Meloni verso Washington della prossima settimana.
Tutti gli esponenti politici delle opposizioni avevano attaccato frontalmente l’esecutivo italiano perché non avrebbe combinato nulla a favore di Patrick Zaki. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) ha insinuato una sorta di scambio per “affossare la verità e la giustizia per Giulio Regeni”. Una notizia seccamente smentita da Tajani: “Nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Il governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane ricercatore che rischiava di stare ancora un pò di tempo in carcere. Noi siamo riusciti a ottenere questo risultato. Poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo e continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda come abbiamo sempre fatto, abbiamo messo sullo stesso piano le due questioni’’.
“Vale sempre la pena di lottare contro le ingiustizie”, è il commento del cardinale Matteo Zuppi alla notizia della grazia che il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha concesso a Patrick Zaki. “La vicenda di Zaki – prosegue l’arcivescovo – ci dimostra che le ingiustizie vanno sempre combattute. Bisogna farlo con tenacia e allo stesso tempo con equilibrio e prudenza, senza scoraggiarsi quando le cose non ci sembra che vadano nel verso giusto o senza accontentarsi di gesti simbolici che spesso vengono usati solo per prendere tempo. Soprattutto bisogna farlo sempre, anche nei casi che sono meno famosi, ma che non sono meno importanti perché riguardano comunque persone che stanno soffrendo. La grazia che gli è stata concessa ha esaudito il desiderio che tante persone portavano nel cuore. C’è stato un coinvolgimento importante: si è partiti da un gruppo di amici che sono stati capaci di trascinare intere comunità diverse tra di loro le quali si sono messe in moto e hanno sempre tenuto vivo l’interesse su quanto gli stava capitando. Credo che sia il frutto di un dialogo che, è chiaro, può sempre migliorare e questo se succede è un fatto molto positivo. Esiste un rapporto antico tra l’Italia e l’Egitto conoscere la storia ci aiuta sempre a capire il momento che stiamo vivendo”.