Stupro di gruppo a Caivano: in 6 abusano di due cugine 13enni. Vittime e carnefici hanno quasi la stessa età… Una scia dell’orrore porta da Palermo a Caivano (hinterland napoletano), dove un branco di adolescenti – e un 19enne – ha abusato per ore di due cugine 13enni in un capannone abbandonato fino a qualche mese fa utilizzato dai clan per vendere droga ma poi abbandonato anche dagli spacciatori. Le hanno trascinate lì con l’inganno, con la scusa di poter giocare senza essere disturbati – racconta Il Mattino, e riprende Il Messaggero – l’avvocato delle vittime Angelo Pisani, che insieme ad Antonella Esposito e Clara Niola ha assunto la difesa delle due ragazzine.
Una violenza brutale che nasce e si consuma ormai da tempo in quel coacervo di disagio e criminalità quotidiana cinta dai confini del Parco Verde di Caivano, tristemente noto alle cronache per la tragedia della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni violentata e poi buttata giù dall’ottavo piano dal suo stesso aguzzino. Una polveriera, ricorda il quotidiano capitolino, con «più di seimila abitanti, nessun servizio, dodici piazze di spaccio, una sola scuola e i bambini che giocano cercando di scansare le siringhe usate dai tossicodipendenti»…
Il vaso di Pandora è solo scoperchiato e il legale delle vittime non nasconde il timore che possano venire fuori altri orrori. ‘Al momento sono stati sequestrati i telefoni cellulari’. Poi – aggiunge l’avvocato Esposito esperta nella tutela dei minori – bisognerà capire quali provvedimenti saranno adottati in base all’età dei ragazzi. Qualcuno potrebbe avere anche meno di quattordici anni.
Rocco Siffredi concorda con il ministro della Famiglia sulla stringente necessità di limitare i porno per i minori. E rilancia: ‘I siti hard in rete vanno bloccati’.
Dopo gli ultimi agghiaccianti episodi di violenza sessuale, appena tre giorni fa dal Meeting di Rimini il ministro Roccella lo ha ribadito forte e chiaro: un disegno di legge è già in Parlamento per migliorare il sistema di prevenzione sui casi di violenza sessuale. Ma servirebbe anche un intervento sul piano educativo. Così come il titolare del dicastero dell’Istruzione, Giuseppe Valditara in sintonia con quella che è una precisa linea del governo, ha parlato della stringente necessità di affermare una ‘cultura del rispetto’ alla base di un codice morale e comportamentale che funga da faro nella sensibilizzazione dei giovani al drammatico problema della violenza sulle donne. Un insospettabile divo del porno come Rocco Siffredi, in un’intervista a Libero conferma e rilancia: ‘Teniamo i ragazzini lontani dal porno. I siti hard in rete vanno bloccati. Per evitare che i più giovani assimilino una visione distorta del sesso. Finalmente si è capito qual è il problema! È da una vita che lo dico. Perché la politica si pone il problema solo adesso? Perché hanno permesso la proliferazione di siti pornografici in rete accessibili e gratuiti, fruibili con facilità da ragazzini giovanissimi, trasmettendo loro messaggi distorti sulla sessualità? Ho scritto alla ministra dopo la sua dichiarazione. Sono stato felice di leggere queste sue parole visto che il problema del facile accesso alla pornografia da parte dei minori non sembra mai essere stato un problema per nessuna classe politica al governo. Di andare avanti con determinazione cercando di rimettere in discussione il sistema educativo dei ragazzi, che hanno internet e i social come modello e sono completamente allo sbando. I siti hard in rete vanno bloccati. Per evitare che i più giovani assimilino una visione distorta del sesso. Perché se noi li lasciamo liberi di assimilare per vero ciò che vedono (online), impedendoci la possibilità di spiegare loro che invece è tutto finto, contribuiamo a rovinarli. Blocchiamo tutti i siti porno in rete. Se necessario, mi offro come portavoce e accetterei anche la chiusura del mio sito. Per aiutare i giovani questo e altro. Io mi sento un po’ responsabile di ciò che sta accadendo, più come padre che come pornostar. Perché noi non siamo educazione sessuale. Non nasciamo per quello, nasciamo come intrattenimento’.
Una forma di intrattenimento su cui, lungi da tentativi di demonizzazione, vanno rimodulati e riformulati messaggi e lunghezze d’onda. Perché, come conferma lo stesso pornodivo, «la violenza nei porno è ricercata. Come tutto ciò che circola in rete, la violenza è diventata l’attrattiva. Tutto ciò che è maggiormente cliccato ha una componente violenta».
Rocco Siffredi, nel finale della sua disamina conclude: ‘Dobbiamo fare un passo indietro. Ricorda quando i giovani, prima di internet, trovavano la cassetta Vhs del padre nascosta e la vedevano? Quando nei cinema ci andavano gli amatori del porno? Vorrei tornare a quei tempi. Sarebbe una salvezza peri nostri giovani. Il porno non va demonizzato. Ma non può essere accessibile senza la giusta consapevolezza’.