Sono tanti i misteri attorno all’Universo, alcuni sono stati scoperti, altri lo saranno presto, altri rimarranno tali. E, rispetto agli alieni, sono tante le presunte prove che però portano con sé altrettanti dubbi. Questi pare siano stati dissipati durante un’udienza del Parlamento messicano, durante la quale si è parlato proprio di UFO. O, meglio, UAP: fenomeni aerei non identificati. Il confine fra le due categorie può essere labile e sono tutti da annoverare tra i FANI: fenomeni anomali non identificati.
Comunque li si chiami, l’obiettivo della politica è studiarli per proteggere lo spazio aereo: è questo l’oggetto dell’incontro fra Perù, Messico, Stati Uniti, Francia e Giappone. Non a caso il Pentagono degli Stati Uniti ha deciso di creare un dipartimento specifico per monitorare i cieli e prevenire eventuali attacchi o strategie di spionaggio. Tutto molto serio, insomma, se non fosse stato per qualcosa di inaspettato successo durante l’interlocuzione parlamentare.
“Non siamo soli in questo vasto Universo. In questo momento stiamo facendo la Storia”, ha detto Jaime Maussan Flota, ufologo messicano. Lo ha fatto svelando due corpi alieni, risalenti a oltre mille anni fa e ritrovati a Cuzco, in Perù. Almeno secondo lui. L’esperto, infatti, nonostante ci siano prove scientifiche che riportano al Dna umano di queste mummie, è convinto che siano la prova dell’esistenza degli alieni. “Siamo visitati da intelligenze non umane che vengono sulla Terra dalle profondità dell’universo, potremmo persino viaggiare verso altri universi”, ha dichiarato Flota.
All’udienza durante la quale sono stati mostrati i corpi di due presunti alieni ha preso parte anche Ryan Graves, ex pilota di combattimento che a luglio 2023 ha rilasciato la propria testimonianza circa l’esistenza degli extraterrestri o – forse è più plausibili – di droni stranieri che minacciano la sicurezza nazionale degli Usa.
“Se gli avvistamenti UFO sono droni stranieri, è un urgente problema di sicurezza nazionale. Se è qualcos’altro, è un problema per la scienza. In entrambi i casi, gli oggetti non identificati sono una preoccupazione per la sicurezza del volo”. Ha poi denunciato la difficoltà che hanno i piloti nel denunciare eventuali avvistamenti, di qualsiasi natura siano: “In questo momento abbiamo bisogno di un sistema in cui i piloti possano segnalare senza la paura di perdere il lavoro”, ha detto.
“Mentre parliamo, il nostro cielo è pieno di FANI, la cui esistenza non è abbastanza raccontata. Gli avvistamenti non sono rari, né isolati. Sono routine. Lo stigma del FANI è reale e rappresenta una potente sfida alla sicurezza nazionale”, ha concluso.