“ Mentre le vie della municipalità collinare di Napoli, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, dove risiedono circa 120mila napoletani, con le prime piogge settembrine sembrano sempre più adatte a un percorso da Camel Trophy, visti i dissesti e le buche presenti, i quali hanno continuato a lievitare in assenza delle necessarie opere manutentive – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero – gli antichi negozi del quartiere collinare, presenti da lustri e che hanno costituito sin dalla nascita il tessuto portante dell’economia vomerese, trasferendosi di padre in figlio per generazioni e offrendo anche possibilità occupazionali a tanti giovani alla ricerca di un impiego, continuano a chiudere “.
“ Tra le zone più colpite da questo fenomeno – continua Capodanno – vi sono via Bernini, via Kerbaker, via Merliani e i tratti pedonalizzati di via Scarlatti e di via Luca Giordano. Solo per esemplificare, in via Kerbaker ha annunciato la chiusura un noto negozio di abbigliamento maschile, presente da tempo immemore. Intanto in via Merliani ha aperto, in questi giorni, un nuovo punto vendita di una nota catena di ristoranti, mentre sono in via di completamento gli allestimenti di altre due attività per la somministrazione di cibi e bevande, una ancora in via Merliani, in passato adibita a negozio di abbigliamento e l’altra in via Luca Giordano, dove prima c’era una profumeria. Ma non finisce qui perché, come si desume anchedai “fuori tutto” presenti in diverse vetrine, per fine mese sono annunciate altre chiusure con relative trasformazioni “.
Ha colpito, in questi giorni – puntualizza Capodanno -. anche il cartello “Cedesi” comparso su una delle quattro edicole di giornali presenti nell’isola pedonale di via Scarlatti. Si tratta di manufatti che si trovavano lungo tale arteria sin da prima della pedonalizzazione, avvenuta nell’anno 1999. Rimanendo in quest’ambito, sempre al Vomero, sono anni che diverse edicole hanno abbassato le saracinesche senza più rialzarle. Tra le altre, solo per esemplificare, vi sono due edicole storiche, quella in via Morghen, nei pressi dell’incrocio con via Scarlatti e quella posta in quest’ultima strada, nei pressi della stazione superiore della funicolare di Chiaia
“ E così, senza che vengano messe in campo valide iniziative di sostegno per superare la difficile situazione economica, anche attraverso un’idonea programmazione e una puntuale pianificazione – sottolinea Capodanno -, aziende commerciali e artigianali che in decenni di attività avevano reso famosi gli esercizi di tradizione della collina vomerese, continuano a chiudere. Una trasformazione, quella del settore commerciale che ha subito una preoccupante quanto emblematica impennata durante questo scorcio di secolo. Così, al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche famiglie, che si erano dedicate al commercio per generazioni, sono arrivate attività di diversa tipologia ma con prevalenza, negli ultimi anni, di esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande: bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, osterie, gelaterie, wine bar, birrerie, pub, enoteche, che hanno trasformato il Vomero nel quartiere street food della Città. Ciò non pertanto però a tutt’oggi sono ancora numerosi i locali commerciali vuoti “.
Sulle questione sollevate Capodanno richiama ancora una volta l’attenzione degli uffici competenti, anche in relazione a questa continua quando rapida trasformazione delle attività commerciali, che sovente richiede l’investimento di capitali di notevole entità, la qual cosa ha indotto a formulare anche l’ipotesi che alcuni di questi capitali possano essere proventi di attività illecite, con il quartiere collinare che potrebbe essere utilizzato come “lavanderia”.