Crepe nella maggioranza. Durante il Consiglio dei ministri (Cdm) di mercoledì 27 settembre, Giorgia Meloni avrebbe alzato i toni della discussione richiamando all’ordine i colleghi di Governo, puntando il dito soprattutto contro Matteo Salvini. La premier avrebbe richiamato all’ordine tutti quanti, sottolineando di smetterla di inseguire il consenso. Nessun riferimento specifico, ma i presenti raccontano che l’obiettivo fosse comunque chiaro: il leader della Lega, che sarebbe rimasto in silenzio senza replicare.
A riportare il retroscena del presunto scontro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante l’ultimo Consiglio dei ministri è La Repubblica.
Secondo il quotidiano, infatti, la premier avrebbe detto durante la riunione che “il nostro scopo non deve essere quello di inseguire il consenso, ma raggiungere risultati concreti, facendo ciò che è utile e giusto e cadenzando i provvedimenti nell’arco della legislatura”.
Stando alle fonti citate dal giornale, presenti durante il Cdm, tutti avrebbero compreso a chi si riferisse la presidente del Consiglio: Matteo Salvini.
Il leader della Lega, però, sarebbe rimasto in silenzio, descritto come impietrito: “L’unica certezza è che respirava. Non abbiamo colto altri segni di vita“, scherza un collega.
Salvini sarebbe rimasto zitto fino alla fine del Cdm, a dimostrazione – sostiene Repubblica – del clima di tensione tra i due.
Parole, quelle di Giorgia Meloni, che sarebbero state proferite in un momento non casuale.
Da lunedì 2 ottobre, infatti, Matteo Salvini girerà l’Italia fino a giugno 2024, a ridosso delle elezioni Europee, per una lunga campagna elettorale.
Come sottolineato da Repubblica, lo slogan sarà L’Italia dei sì, che ricorda quel Prima l’Italia del 2019 che portò poi alla rottura col Governo creato insieme al M5S di Giuseppe Conte, nell’estate del Papeete.
Giorgia Meloni sarebbe dunque infastidita dall’atteggiamento di Salvini, che sarebbe pronto a sfruttare l’emergenza migranti per rubare voti proprio a Fratelli d’Italia.
Il giorno dopo il Cdm del richiamo di Meloni, Matteo Salvini ha smentito la lite col collega di Governo e di partito, Giancarlo Giorgetti: “Lo incontro ogni giorno. Ho letto su qualche giornale che ci sto litigando… no, magari ci litigo per motivi calcistici perché è juventino. Per motivi di lavoro, con lui, con Meloni e con gli altri alleati non pensavo le cose potessero andare così bene“. Così il leader della Lega, all’evento The Young Pope.
E poi ribadisce la sua volontà di ricucire lo strappo: “Penso che il lavoro di Antonio (Tajani, ndr) e Giorgia (Meloni, ndr) a livello internazionale abbia pochi precedenti. Ovviamente è un lavoro impegnativo e lungo che non dà delle risultanze a brevissimo termine, ma è fondamentale per i buoni rapporti con gli altri partner europei, con gli altri partner occidentali. Sarei curioso di capire come avrebbe reagito un Governo tedesco a parti invertite se istituzioni pubbliche italiane finanziassero associazioni private italiane che contribuiscono ad aumentare problemi in Germania. Ci sarebbe stata un po’ di polemica”.
Comunque restano nervi tesi nella maggioranza di Governo, con Matteo Salvini che prova a mettere pressione a Giorgia Meloni. Come ricostruito da La Repubblica, di recente ci sarebbe stato un cambio di passo nella strategia leghista. Il Carroccio sarebbe pronto a chiedere il rimpasto dell’Esecutivo. La crepa tra gli alleati si è formata nei giorni degli sbarchi a raffica a Lampedusa. Mentre la premier decideva di volare sull’isola siciliana con Ursula Von der Leyen, Salvini da Pontida tuonava sull’Ue. Se dunque da un lato la presidente del Consiglio cercava di vestire i panni del ‘pompiere’, dall’altro il numero uno della Lega indossava quelli dell”incendiario’. C’è chi parla di ‘strategia di logoramento’ della Lega con il fine di drenare verso di sé parte dei voti di Fratelli d’Italia e di chiedere più spazio nel Governo, tramite il rimpasto, parola che non è più tabù nel Carroccio. Infatti Molinari, capogruppo della Lega, a la Verità, sul tema, ha così risposto: “Il rimpasto? Non la vedo come un’esigenza, ma neppure come una tragedia se succedesse”.
Se Salvini arriverà a battere i pugni sul tavolo per avere il rimpasto, punterà probabilmente su 4 ministri da sostituire. La prima a finire sulla graticola più di quanto già non lo sia sarebbe la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, pesantemente indebolita dalle inchieste che l’hanno travolta.
Salvini potrebbe chiedere di sacrificare anche l’azzurro Gilberto Pichetto Fratin, che è a capo del ministero dell’Ambiente e la sicurezza energetica.
E poi c’è Adolfo Urso, ministro ‘meloniano’ delle Imprese e del Made in Italy: il leader della Lega potrebbe sfruttare la sua possibile candidatura con FdI all’Europarlamento per tentare di far avere la sua poltrona a un membro del Carroccio. Meloni, però, pare che non sia assolutamente disposta a fare una eventuale concessione.
C’è poi Matteo Piantedosi. Tra il ministro dell’Interno e Salvini c’è un grande freddo. Il leghista non è affatto contento della situazione relativa ai migranti ed è per questo che si è creata una distanza palpabile con Piantedosi. Anche in questo caso, però, la premier sembra che non sia per nulla disposta a cedere alle mire dell’alleato.