Il vertice dell’Euro Med9, il summit che riunisce i nove Paesi membri dell’Unione europea della sponda mediterranea, fa fronte comune sulla linea Meloni contro “l’immigrazione illegale”.
Meloni ha infatti ricordato come i Paesi membri del Med 9 – Italia, Malta, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Croazia e Slovenia – rappresentino il 46 per cento della popolazione e il 41,5 per cento di Pil dell’Ue.
«L’Italia è una delle nazioni che oggi patiscono di più la forte pressione migratoria, ma tutti siamo consapevoli che chi ha ritenuto che di fronte alla situazione che sta vivendo il continente africano il problema migratorio potesse essere chiuso dentro i confini di un’unica nazione europea prende chiaramente un abbaglio e sta facendo un grande errore». Con queste parole il presidente del Consiglio italiano ha ribadito «che l’unico modo per affrontare seriamente il problema migratorio e aiutare i più fragili davvero, a partire da chi ha davvero diritto alla protezione internazionale, è ricondurlo alla legalità. In Europa non si entra illegalmente, non sono i trafficanti a decidere. Poi bisogna dare risposte serie a un’Africa che è sempre più in difficoltà».
Una posizione che i leader del Med9 hanno sposato. «La sfida della migrazione irregolare – si legge nella dichiarazione congiunta – rimane una realtà delicata e complessa che richiede un approccio sostenuto» e «una risposta europea, sia a breve che a medio termine. Con l’aiuto di Frontex e di Agenzia dell’Unione europea per l’asilo, dobbiamo rispondere rapidamente alla recente sfida dell’aumento degli arrivi attraverso le rotte del Mediterraneo. Invitiamo pertanto i co-legislatori a intensificare i negoziati sul Patto di migrazione e asilo per raggiungere un accordo su tutti i punti prima della fine dell’attuale legislatura».
“Sono stata molto chiara nell’esporre l’impatto che sta avendo sull’Italia, la discussione è ruotata intorno a questo. La convergenza è totalmente condivisa”, ha spiegato. Quindi ha aggiunto: “Stiamo cercando di fare dei passi concreti in alcune direzioni, come sulla politica dei rimpatri, che è un lavoro che deve essere fatto a livello europeo per essere davvero efficace”.
Inoltre ha sostenuto che si deve riprendere con forza il partenariato con la Tunisia che “sta dando segnali di collaborazione molto importanti: anche su questo bisogna essere concreti, mi pare che le risorse finalmente stiano arrivando e questo può essere un modello da utilizzare per i Paesi del nord Africa”.
“L’Italia -ha dichiarato sempre la premier -, in risposta alla proposta tedesca sul Patto di migrazione e asilo, potrebbe presentare un emendamento che prevede che la responsabilità dell’accoglienza dei migranti sia del paese della Ong che li trasporta”.
“Io capisco la posizione del governo tedesco, ma a quel punto se loro vogliono tornare indietro sulle Ong allora noi proponiamo un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell’accoglienza dei migranti che vengono trasportati su una nave di una Ong, deve essere quello della bandiera della nave dell’Ong. Capisco la posizione degli altri ma non si può fare la solidarietà con i confini degli altri”, ha concluso la presidente del Consiglio.
La premier ha anche allontanato lo spettro della possibilità dell’insediamento di un governo tecnico.
Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a La Valletta dove ha partecipato ai lavori dell’Euro Med 9, ha difeso il suo operato alla luce dello spread che sta salendo in modo allarmante.
“Lo spread che sale? Questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto che sta facendo il suo lavoro che ha stabilità e una maggioranza forte, debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto. A me diverte molto il dibattito, già si fanno i nomi dei ministri e dei governi tecnici. I soliti noti vorrebbero il governo tecnico e la sinistra ha già la lista ministri. Temo che questa speranza non si tradurrà una realtà l’Italia rimane solida ha una previsione di crescita superiore alla media europea anche per il prossimo anno, superiore alla Francia e alla Germania. Ma dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche la Nadef, che racconta dei numeri seri in previsione di una legge di bilancio estremamente seria. Ma il governo tecnico da chi dovrebbe essere sostenuto, da quelli del Superbonus? È lì che vedo un problema per i conti pubblici italiani non in chi le poche risorse che ha le spende per metterli nei redditi più bassi senza lasciare voragini per ci viene dopo. Lo spread che lanciate come se fosse la fine del Governo Meloni stava adesso a 192 punti, ottobre scorso 250, durante l’anno precedente al nuovo governo è stato più alto e i titoli dei giornali non li ho visti. So leggere la politica e so leggere la realtà: la sinistra continui a fare la lista dei ministri del governo tecnico che noi intanto governiamo”.
I numeri del governo Meloni che sono migliori rispetto al precedente, per l’appunto il governo tecnico di Mario Draghi. Valga un numero su tutti, lo spread che proprio con Draghi era anche a 250 punti base mentre adesso è a 192″.
“E se non bastasse questo ci sono i dati sull’occupazione, mai così alta dal 2009, del Pil che sale più della media europea e non meno come eravamo ormai abituati, della produzione tornata ai livelli pre-Covid, della borsa, salita del 34% dalla vittoria elettorale. E infine quello più importante, il consenso popolare: alto e stabile da oltre un anno sia per la coalizione di governo sia per Fratelli d’Italia, entrambi sempre sopra il già ottimo risultato elettorale. Se ne facciano una ragione la sinistra e i suoi giornali: con noi il principio contenuto nel primo articolo della Costituzione per il quale la sovranità appartiene al popolo sarà rispettato. Sappiamo – aggiunge – che molti preferiscono che la sovranità stia in altre mani, ma saranno delusi”.
Nella dichiarazione congiunta pubblicata al termine del vertice, i leader di Med9 hanno inoltre concordato dieci punti principali tra cui la solidarietà di fronte alle catastrofi naturali. I leader hanno espresso profondo dolore e solidarietà per i recenti disastri naturali avvenuti nella regione e hanno promesso un sostegno continuo alle aree colpite. Hanno inoltre riaffermato il loro impegno a sostenere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Hanno chiesto alla Russia di cessare le attività militari e di ritirarsi immediatamente dall’Ucraina.