Italia Viva perde pezzi. A mollare è Ettore Rosato, uno dei big del Pd renziano che ha poi seguito l’ex premier nella sua nuova avventura politica. Adesso però è il momento dell’addio, di una nuova avventura per Rosato che ha deciso di lasciare Italia Viva nel momento in cui il Terzo Polo è andato in frantumi. “Sì. Vado via e per motivi politici, non personali. Lo sa bene anche Matteo, che ho incontrato la scorsa settimana e poi di nuovo questa”, afferma in un’intervista a Repubblica.
Poi la stoccata, pesante: “Una mia decisione. Renzi se lo aspettava e in una conferenza stampa, a poche ore da un incontro tra noi già programmato, mi ha dichiarato già fuori. Non so perché l’abbia fatto, ma ormai è passato”. “Ho assistito – osserva ancora, sempre a proposito di Renzi – a una conferenza stampa in cui da solo ha lanciato il Centro. Il contrario di quello che si dovrebbe fare se si vuole costruire uno spazio ampio e partecipato. E poi stare al centro non è bacchettare tutti a destra e a sinistra continuamente, ma provare a cucire e a trovare soluzioni di mediazione. È la cultura dei cattolici popolari che lo insegna”.
In passato alcune voci lo davano in procinto di entrare in Forza Italia. Scenario che Rosato ha smentito, senza però far mancare parole di elogio nei confronti dell’operato di Antonio Tajani: “Apprezzo davvero il suo lavoro, ma intendo restare all’opposizione e nelle fila del Terzo Polo “. Il deputato continua ad avere un suo gruppo parlamentare nonostante la rottura tra Italia Viva e Azione.
Al momento Rosato ha escluso un suo passaggio con Carlo Calenda, negando di volersi iscrivere ad Azione: “Continuo l’esperienza del nostro gruppo, lavorando per portare a termine l’impegno elettorale”. In realtà il suo futuro resta un grande punto interrogativo. Ha dichiarato che si confronterà con Calenda e con Bonetti “come durante il tempo della federazione”. E a quel punto, se dovesse completare il passaggio, sarebbe proprio curioso osservare la reazione di Calenda: quando qualcuno volta le spalle a Italia Viva per sposare il progetto di Azione si è di fronte a uno scippo o è una legittima decisione politica?
Come detto, non prenderà la tessera di Azione, il partito guidato da Carlo Calenda: “Non mi iscrivo ad Azione, continuo l’esperienza del nostro gruppo, lavorando per portare a termine l’impegno elettorale. Naturalmente mi confronterò con Calenda e con Bonetti, come durante il tempo della federazione”. Infine una frase che suona come una minaccia per Renzi: “Non sono impegnato in campagne acquisti ma tanti amici mi hanno scritto in questi giorni. Faranno le loro scelte”.