Meloni al festival delle Regioni: ‘Insieme possiamo farcela’. Sanità, Mattarella smentisce due quotidiani del gruppo Gedi sulle accuse al governo Meloni

Giorgia Meloni ha tenuto il proprio intervento al festival delle Regioni di Torino sottolineato da consenso e applausi dei Governatori, nel segno dell’unione fa la forza, delle riforme da fare, della stabilità politica, delle corse per non perdere i fondi del Pnrr: “Penso che la leale collaborazione tra i diversi livelli pubblici sia un presupposto irrinunciabile per dare risposte concrete ai cittadini e che la collaborazione tra governo e Regioni non possa limitarsi solo alla acritica assegnazione delle risorse. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione. Il governo sta lavorando per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini: su questo siamo aperti e pronti a qualsiasi tavolo di confronto per studiare quali siano, nella condizione a cui siamo chiamati ad operare, le modalità per raggiungere questo obiettivo. Io credo che l’obiettivo principale sia la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, consapevoli che ci muoviamo in contesto molto complesso che è caratterizzato da elementi che rendono la materia sempre più difficile da affrontare”, ha detto la presidente del Consiglio nel suo intervento, nel giorno in cui il Quirinale è costretto a smentire le fantasiose ricostruzioni di Repubblica e Stampa su inesistenti moniti del presidente al governo Meloni sulla manovra economica.

Il presidente Mattarella smentisce le ricostruzioni di Repubblica e Stampa, quotidiani del gruppo Gedi, sul sistema sanitario nazionale al Festival delle Regioni che si è svolto  a Torino. In un intervento a braccio, il capo dello Stato aveva parlato anche della sanità pubblica: “Il servizio sanitario nazionale è un patrimonio prezioso, da difendere e adeguare”, ha detto. “E in questo la riflessione delle Regioni, in dialogo con il Paese e con la società, è particolarmente importante”.

Affermazioni che nei resoconti di “alcuni quotidiani” sono state legate in qualche modo alle polemiche politiche relative alla situazione della sanità italiana. E ai problemi di bilancio legati anche all’approvazione della prossima manovra. La prima carica dello Stato ha fatto un passaggio sulla sanità parlando più diffusamente dell’Autonomia in Costituzione, in un intervento apprezzato da tutti i governatori presenti.

“Abbiamo appena approvato la Nadef e stiamo scrivendo la legge di bilancio” e i “margini di manovra sono limitati” anche a causa del “testimone, dell’eredità” raccolta da una “politica che ha avuto un orizzonte troppo breve”, prendendo le “scelte più facili”. Gli sforzi che il governo metterà in campo saranno volti “a confermare i provvedimenti per il taglio del cuneo fiscale e se possibile fare qualche passo in avanti”. Altri “segnali” arriveranno sulle pensioni, sulla sanità e sulla natalità che è un tema “economico non ideologico”, mette in guardia la premier: il “nostro sistema di welfare non può reggere se la popolazione continua a invecchiare e ci sono meno persone che lavorano per mantenerla”.

Quella della sanità “è una situazione complessa che bisogna gestire con attenzione e capacità di coesione. Parto dal presupposto che una sanità efficiente e efficace è l’obiettivo di tutti” ma “sarebbe miope perseguire questo obiettivo e concentrare tutta la discussione sull’aumento o meno delle risorse. Dobbiamo avere un approccio diverso, più profondo, provare a concentrarci tutti, con coraggio, lealtà e verità – invita la premier – su come le risorse vengono spese. Perché non basta necessariamente spendere di più se poi quelle risorse venissero utilizzate in modo inefficiente. E’ allora io credo che la sfida, da affrontare insieme, sia questa. Sono pronta a fare insieme questo lavoro e certa che avremo al nostro fianco regioni e province autonome”.

Meloni invita le Regioni ad affrontare “uniti le sfide che abbiamo davanti”. Dobbiamo riuscire a spendere al meglio tutte le risorse” messe a disposizione dall’Europa, “perché non ne abbiamo molte e ci sono moltissime cose da fare ed è importante che, per questo obiettivo, lavoriamo tutti insieme”, “importante è non disperdere queste risorse” finalizzate a “rendere l’Italia più competitiva”, è la parte del discorso della Meloni, a Torino per il Festival delle Regioni, dedicata al  Pnrr: “Dobbiamo correre, correre, correre. Correre tutti insieme e capire che la capacità di ciascuno di fare la sua parte” può fare la differenza “per quello che il Pnrr riuscirà davvero a produrre in termini di ammodernamento della nostra nazione”.

Il premier ha anche toccato il tema della riforma dell’autonomia regionale differenziata: “Proseguirà senza stop: il governo ha fatto molto di più di quanto era stato fatto” in precedenza. “Penso che l’autonomia, a differenza di quanto si dice, sia l’occasione per costruire un’Italia più unita, coesa, forte, capace di viaggiare alla stessa velocità e a garantire lo stesso livello di servizi. Vogliamo attuare il principio della sussidiarietà stabilito in Costituzione garantendo la coesione” del Paese, assicura.

“Quello che viene sarà l’anno delle riforme con cui intendiamo cambiare l’architettura istituzionale della Nazione, per dare agli italiani la possibilità di scegliere da chi farsi governare, di evitare ribaltoni, giochi di palazzo e garantire la stabilità dei governi. Perché – ha proseguito – quando l’orizzonte è di un anno e mezzo è normale che non si riesca a seguire una strategia. Nei primi 20 anni del millennio in Italia ci sono stati 11 premier, in Francia quattro presidenti, in Germania tre cancellieri, e Francia e Germania crescevano. Quando non si ha stabilità non si riesce a lavorare su quello che non torna immediatamente in termini di consenso”. “Dunque “l’auspicio” per un confronto basato sul merito e non su pregiudizi o preconcetti ideologici”.

A conclusione del suo intervento alla giornata conclusiva del Festival delle Regioni, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il ministro Roberto Calderoli e i presidenti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha celebrato il 40º anniversario della Conferenza Stato – Regioni, l’organismo che incarna la collaborazione tra i diversi livelli di governo e che ha contribuito a plasmare negli anni il futuro dell’Italia. Una cerimonia simbolica per sottolineare il modello di cooperazione tra le diverse istituzioni.

Per l’evento è stato scelto un luogo tra i più simbolici della storia italiana, il Parlamento Subalpino situato all’interno del Museo del Risorgimento, che per questa ricorrenza riapre le porte dopo oltre un secolo. Per l’occasione, Meloni ha omaggiato Camillo Cavour, il primo presidente del Consiglio dei ministri, con un mazzo di fiori che ha posto sul suo scranno.

Il Parlamento subalpino è la Camera dei deputati dove si è svolta l’attività legislativa del Regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860: è qui che Cavour, Giuseppe Garibaldi, Lorenzo Valerio, Angelo Brofferio, Cesare Balbo, Massimo d’Azeglio, Vincenzo Gioberti, Quintino Sella e centinaia di altri posero le basi della democrazia e avviarono il cantiere dell’Italia. La Camera Subalpina è l’unica aula parlamentare rimasta integra in Europa tra quelle nate con le rivoluzioni del 1848 ed è riconosciuta monumento nazionale dal 1898.  L’estate scorsa si è dato corso a un intervento di manutenzione straordinaria e a puntuali interventi di restauro che hanno interessato gli arredi dell’Aula, a cura dei Laboratori interdisciplinari del Centro Conservazione e Restauro ‘La Venaria Reale’, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

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