Sulle europee 2024 incombe l’ombra del Cremlino

La campagna per le europee è di fatto già iniziata da qualche mese, ma inesorabilmente su di essa sembra incombere l’ombra del Cremlino e del suo inquilino più illustre e temuto: Vladimir Putin. Il Presidente russo, maestro di informazione e disinformazione e’ molto abile nell’infilarsi nei punti deboli degli avversari . Non ci sorprende più di tanto perché già in passato aveva cercato di sostenere dei candidati, ma a dire il vero con scarsi risultati. Ma questa volta la situazione sembra essere più congeniale agli interessi russi. A distanza di 18 mesi dall’inizio del conflitto russo-ucraino nel vecchio Continente sembrano avvertirsi segni di stanchezza e di sfiducia su un’eventuale vittoria dell’Ucraina . Come se non bastasse, si aggiunga a questo, la crisi economica dovuta all’inflazione che sta mettendo a dura prova i Governi dell’Unione che fanno fatica a far capire ai propri cittadini l’importanza di continuare a sostenere militarmente ed economicamente l’Ucraina. Lo stesso Biden ha avuto il semaforo rosso dal congresso che gli ha bloccato ulteriori finanziamenti per circa due miliardi di dollari, almeno per il momento. Ma del resto riteniamo sia del tutto normale perché il 2024 sarà l’anno delle elezione sia per l’UE che per gli USA. Si sa che l’Unione europea ha da sempre fatto scelte filo atlantiche, nonostante non siano mai mancate pulsioni filo russe. Ma questa volta rispetto alla tornata elettorale del 2019 sembrano aver acquistato più peso e questo Putin l’ha capito e farà del tutto per rafforzare sempre di più la capacità attrattiva della Russia. Infatti oltre alle simpatie filo putìniane mai nascoste dal leader ungherese, Victor Orban, si aggiungono quello dello slovacco Fico. In effetti lo Zar, incapace di prevalere sul piano militare, usa tutti gli strumenti che sa maneggiare con maestria, sul piano psicologico, per ottenere vantaggi politici, approfittando della debolezza dei suoi avversari. Putin cerca di alimentare il populismo europeo ed incunearsi nelle sue innumerevoli faglie, sia ad Est che ad Ovest. Si sa che la politica estera si presta a confondere le idee quando una guerra, come quella russa-Ucraina dura da così lungo tempo e rischia di prolungarsi ancora per molto tempo. Il Presidente russo lo fa con scaltrezza ed abilità attraverso una rete di “amici” ben remunerati a livello economico, sia tra i politici che tra i giornalisti. In Francia la Le Pen non ha mai nascosto le sue simpatie per Putin e il rifiuto dell’atlantismo trova terreno fertile sia a destra che a sinistra. In Italia le simpatie filo-russe non le ha mai nascoste la Lega con il suo segretario Salvini che fino a qualche anno fa faceva la spola tra Roma e Mosca. Non è detto che alle prossime elezione europee del 2024 non nasca in Italia una lista simpatizzante della Russia e contro l’appoggio militare ed economico all’Ucraina, finendo per fare la concorrenza ai 5 S di Giuseppe Conte, che stabilmente presidiano quest’area. La Meloni a questo punto sarà costretta,  giocoforza, a confermare in modo ancor più concreto la sua scelta atlantica e filo- Ucraina. Ma nei mesi a venire diventerà più difficile arginare il crescente populismo di qualche suo alleato di governo, così come dovrà guardare con attenzione agli scenari internazionali che potrebbero cambiare molto più rapidamente di quanto si immagini. La nostra Presidente del Consiglio ha stretto un ottimo rapporto con il democratico Biden, ma come la metterà con i Repubblicani di cui si è detto sempre sostenitrice? A questo punto dovrebbe augurarsi una sconfitta dei Repubblicani. Sarà compatibile con le sue idee di appartenenza politica? Ne vedremo delle belle e le sorprese saranno molteplici.

Andrea Viscardi

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