Il 30 settembre il giudice del tribunale di Catania, Iolanda Apostolico, ha disapplicato il decreto del governo Meloni che prevede il trattenimento dei richiedenti asilo nei Cpr. Lo ha fatto in base agli articoli 3 e 10 della Costituzione. La giudice del tribunale siciliano ha accolto il ricorso di un migrante di origini tunisine sbarcato il 20 settembre a Lampedusa e portato nel nuovo centro di Pozzallo in provincia di Ragusa aperto pochi giorni prima proprio per affrontare l’emergenza. A seguire sono stati dichiarati illegittimi i trattenimenti di altre tre persone che si trovavano nella stessa condizione giuridica. La giudice ha disapplicato anche la garanzia finanziaria da 4.938 euro ai richiedenti asilo per evitare la detenzione nei Centri di Permanenza e di Rimpatrio.
Una sentenza che ha immediatamente provocato le critiche della maggioranza di governo e della Lega in particolare. Polemiche diventate ancora più accese dopo la pubblicazione del video che ritrae la giudice di Catania Iolanda Apostolico assieme al marito durante una manifestazione del 2018 in cui l’estrema sinistra chiedeva lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti. A pubblicare sui social il filmato dove spicca in primo piano la magistrata che ha annullato il trattenimento di quattro migranti nel Cpr di Pozzallo, sconfessando il decreto Cutro, è stato il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Che oggi ha rincarato la dose: il caso Apostolico “è motivo di grave imbarazzo per le istituzioni”, dice. “Conto sulla collaborazione di tutti affinché prevalgono buonsenso ed equilibrio”, aggiunge. Un invito che diventa formale attraverso la nota al vetriolo diffusa dalla Lega nel pomeriggio. Il Carroccio chiede “dimissioni immediate” da parte della giudice per “rispetto nei confronti di tutti gli italiani e delle istituzioni”.
“Era tra le forze dell’ordine e i manifestanti, per la maggior parte di estrazione cattolica e in minore misura di esponenti della sinistra, nel tentativo di evitare contatti tra le due parti, dopo che c’era stato un primo scontro tra di loro”. È, secondo quanto si apprende, la ricostruzione fatta dalla giudice Iolanda Apostolico a dei colleghi sulla sua presenza nel porto di Catania nel video postato dal ministro Matteo Salvini.
Un video che ha scatenato fortissime polemiche da destra a sinistra fino a coinvolgere polizia e magistratura. L’Anm (Associazione nazionale magistrati) per bocca del presidente Santalucia ha detto: “Nessuno ci ha detto quel video da dove provenga, se sia stato preso su Internet o se era stato pubblicato da televisioni private o se è stato girato dalla polizia, come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell’ordine che contengono il corteo, questo mi sembra grave”.
Nonostante le roventi polemiche scatenatesi intorno alla Apostolico e con buona pace delle richieste di sue dimissioni avanzate dalla Lega, una nota recita: «Apprezzamento per gli insulti contro Matteo Salvini postati dal compagno – mai smentiti – e imbarazzante presenza a una manifestazione dell’estrema sinistra con la folla che insultava le forze dell’ordine – scriveva il Carroccio auspicando un passo indietro della giudice –. Per rispetto nei confronti di tutti gli italiani e delle istituzioni, ora ci aspettiamo le dimissioni immediate».
Lo stesso leader leghista, il ministro e vicepremier Salvini, poco prima della nota del Carroccio sul caso del giudice di Catania aveva sottolineato come la vicenda nella sua complessità fosse «motivo di grave imbarazzo per le istituzioni». Alla fine, poi, niente dimissioni, e nessuno spostamento.
Nel punto stampa con i giornalisti a Granada, dove è stata impegnata in una due giorni di vertici europei, Giorgia Meloni ha risposto così a una domanda sul caso del giudice Iolanda Apostolico, lasciandosi andare anche a una certa ilarità per una tesi che davvero non sta in piedi. Il premier ha spiegato che non era stata informata da Matteo Salvini del video che ritrae il magistrato alla manifestazione pro migranti, ma questo, ha chiarito, “è francamente secondario”. Il punto, anche al di là del tema delle dimissioni, è che “è perfettamente legittimo chiedersi se una persona che partecipa a una manifestazione sul quel tema, nel momento in cui poi decide su quel tema lo faccia senza pregiudizi. E penso – ha aggiunto il premier rivolgendosi ai giornalisti – che anche voi, nella vostra onestà intellettuale, ve ne rendiate conto”.
Meloni, del resto, la domanda sulla presenza o meno di pregiudizi da parte del giudice se l’era posta “molto prima” dell’emersione del video, semplicemente leggendo “una sentenza che dichiara illegittimo un decreto del governo, per ragioni di incompatibilità con la normativa europea e con la Costituzione, quando poi quel provvedimento è stato controfirmato dal presidente della Repubblica”. “A me è sembrata una sentenza discutibile. Ed è legittimo chiedersi se possano esserci stati dei vizi”, ha ribadito Meloni, la quale, attraverso le domande dei cronisti, ha ripercorso anche i punti chiave della questione migranti. Il premier ha espresso la propria “soddisfazione” per il fatto che la posizione italiana, che chiede di affrontare il fenomeno in modo strutturale e nella sua dimensione esterna, ora sia “di dominio pubblico”, dunque ampiamente condivisa in Europa.
Il giudice Apostolico non sarà spostato ad altro incarico. E nonostante tutto, mentre il dibattito infiamma la politica, il giudice nel mirino delle recriminazioni e delle obiezioni resterà dov’è. Iolanda Apostolico, il magistrato di stanza a Catania, che non ha convalidato il trattenimento di quattro tunisini sconfessando la linea del governo nella gestione dell’emergenza migratoria, e che è finita travolta da una bufera polemica per aver presenziato a una manifestazione di protesta contro le politiche sull’immigrazione dell’ex ministro Salvini, non verrà spostata ad altro incarico.
La conferma arriva dopo ore di massimo riserbo dal tribunale di Catania circa le ipotesi su potenziali modifiche nell’organizzazione interna del palazzo di giustizia del capoluogo etneo per la giudice Iolanda Apostolico. Poi, poco prima dell’annuncio ufficiale, cominciano a trapelare indicazioni relative al fatto che «ci sono regole ben precise per “spostare” un magistrato». Iolanda Apostolico resterà al Gruppo specializzato per i diritti della persona e della immigrazione, la cosa non coglie alla sprovvista.
Anche se, come eccepisce e scrive Il Giornale sul suo sito a riguardo, «in linea teorica, la presidenza del tribunale potrebbe ancora modificare le cosiddette tabelle organizzative del suddetto ufficio, sottoponendo poi il provvedimento motivato al Consiglio giudiziario e al Csm, e assegnare di conseguenza la collega ad altra sezione. Ma – stando a quanto trapela da fonti giudiziarie riportate dalle agenzie di stampa – non sarebbe questa l’intenzione».