Come si comportano nelle urne i cattolici praticanti? Un’indagine della rivista Il Regno, presentata nell’incontro “La terza questione. La Chiesa, i cattolici, l’Italia” aperto il 5 ottobre nel monastero benedettino di Camaldoli fornisce una risposta attraverso duemila interviste che danno una fotografia dei credenti riassunta dal quotidiano Avvenire: “Neppure due italiani su dieci partecipano alla Messa tutte le domeniche. Sono più donne che uomini. E sono soprattutto ultra cinquantenni, mentre si assottiglia la presenza dei giovani. Un “piccolo” gregge che però alla politica non è indifferente: va a votare più di chi non si ritrova intorno alla mensa eucaristica. E, quando è davanti all’urna, sceglie il centrodestra piuttosto che il centrosinistra. I più assidui praticanti sono gli elettori di Forza Italia, Azione-Italia Viva e Fratelli d’Italia, i meno vicini all’altare quelli della Lega e dei Cinque stelle”.
Nel dettaglio, l’85% di chi partecipa tutte le settimane all’Eucaristia spiega di essersi recato al seggio alle Politiche del 2022, il 14% in più di chi non mette mai piede in chiesa. Secondo la rivista Il Regno, il popolo dei cattolici praticanti rispetto ai partiti vota così: il 30% sceglie Fratelli d’Italia, il 27% Pd, il 14% Forza Italia, il 10% Cinque stelle, l’8% Terzo polo e appena il 2% Lega.
Politica a parte, il punto di partenza – sottolinea ancora Avvenire – è quello di una nazione che per il 72,7% si dichiara cattolica. Al contempo il segmento di chi si dice ateo o non-credente passa dal 6,2% del 2009 all’attuale 15,9%. Un’impennata trainata in particolare dai giovani: gli Più significativo è invece il dato «poderoso» che vede i cattolici che vanno a messa tutte le domeniche dichiararsi partecipanti abituali al voto nella misura dell’85%, mentre fra chi non ci va mai afferma di recarsi al voto solo il 71%, 14 punti in meno; al netto, spiegano i curatori, di una comune tendenza a dichiarare malvolentieri la mancata partecipazione al voto, visto che poi l’astensione è più alta.
Il dato dei singoli partiti, poi, si presta ad alcune riflessioni interessanti. «Tutto sommato Fdi e Pd – che vedono rispettivamente il 22% e il 19% dei loro elettori andare a Messa tutte le domeniche – si discostano poco (Fdi) o nulla dal 19% della media generale». Colpisce però quanto nel partito di maggioranza relativa i valori cattolici vengano esibiti molto più che nel Pd, dove i cattolici mostrano disagio. «All’esibizione di simboli religiosi spesso non si abbina una reale partecipazione religiosa, lo si nota particolarmente nel dato molto carente dei “messalizzati” della Lega», annota Brunelli. Dato che vede solo il 10% dei loro militanti andare a Messa. «Il campione in questo caso è piuttosto limitato – afferma il sociologo Paolo Segatti –, ma poi è confermato nell’analisi incrociata sulla platea di chi frequenta la messa divisa per partiti, in cui emerge che su 207 intervistati che dichiarano di andare a messa ogni domenica solo il 2% si professa leghista. Pochi anche per il M5s, che raggiunge solo il 10% fra chi va a messa ogni domenica, mentre Forza Italia (con Noi Moderati) arriva al 14%, pur essendo una formazione che sul piano nazionale ha minori consensi. Ancora più netto, al riguardo, il dato che esamina, dentro i singoli partiti, la frequenza alla messa domenicale. Forza Italia vede un elettore su 3 (33%) andarci abitualmente, bene anche il Terzo polo (Azione-Iv), che arriva al 24 a fronte, come detto, di una media sul totale degli intervistati del 19. Per Segatti sul dato del M5s «influisce anche la percentuale elevata di giovani del loro elettorato».
Per il direttore del Regno, Gianfranco Brunelli, «si può cogliere però una certa idiosincrasia dei cattolici verso le formazioni populiste, mentre sui due schieramenti emerge, in proporzione, una certa propensione per le formazioni centriste. E mi pare rilevante anche che, nel raffronto con la ricerca che facemmo 14 anni fa resta invariata la richiesta alla Chiesa di occuparsi di tutti temi più scottanti, dall’immigrazione all’omosessualità».