La disciplina di un contributo volontario per accedere alle prestazioni del Ssn italiano non essendovi iscritti, in quanto cittadini extra-Ue, è infatti «già contenuta nel dlgs 25 luglio 1998 numero 286: la disposizione viene aggiornata prevedendo che i residenti stranieri cittadini di Paesi non aderenti all’Ue, qualora non abbiano diritto di iscrizione” al Ssn “possano iscriversi su base volontaria negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del Ssn versando un contributo di euro 2000 annui». È quanto ricorda il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante un’audizione in commissione Sanità-Lavoro del Senato.
Il papà di questa norma è il nume tutelare del Pd, Romano Prodi con il suo governo di centrosinistra e la madre l’allora ministro della Sanità, Rosy Bindi.
E’ questo il dovuto cappello per parlare sul contributo di 2mila euro chiesto agli immigrati extra Ue per accedere al servizio della sanità italiana. La misura contenuta nella manovra ha mandato su tutte le furie Pd e che con Majorino (Pd) attacca: «Odiosa discriminazione». Per il responsabile Politiche migratorie del partito della Schlein «la cosa lascia sbalorditi poiché è in contraddizione palese con la necessità di rendere effettivo il diritto alla salute senza produrre nuovi ostacoli, con i principi stabiliti dalla Costituzione, con il Diritto dell’Unione europea, e pure perché è chiaramente incompatibile con i contenuti dell’articolo 34 del Testo Unico Immigrazione che non casualmente non prevede odiose discriminazioni»