Eurispes: la spinta all’internazionalizzazione dell’economia catalana

L’importanza della collaborazione economica tra Catalogna e Italia è dimostrata dalle statistiche dell’import/export. L’Italia, infatti, è uno dei principali partner commerciali della Catalogna. Secondo i dati di ottobre 2023 forniti da Acció, l’agenzia per la competitività delle imprese del Governo della Catalogna, sono 3.078 le imprese catalane che esportano regolarmente in Italia. La bilancia commerciale è sostanzialmente in pareggio, con uno scambio di merci del valore di 8,9 miliardi di euro nel 2022 (dati provvisori). Le esportazioni catalane verso l’Italia rappresentano il 9,4% del totale e il 28,3% dell’intero Stato spagnolo, mentre le importazioni sono rispettivamente l’8% e il 31,9%. Un altro dato rilevante riguarda gli investimenti. Tra il 2018 e il 2022 dall’Italia sono giunte risorse per 690,7 milioni di euro, con una punta, lo scorso anno, di 231,4 milioni. Gli investimenti italiani nel 2022 rappresentano il 6% del totale di quelli ricevuti dalla Catalogna e il 23,3% di tutta la Spagna. Parimenti, gli investimenti catalani in Italia ammontano nell’ultimo quinquennio a 113,4 milioni; nel 2022 sono stati il 5,4% del totale della Catalogna e il 23,2% dell’intera Spagna. Infine, sono 466 le filiali di 349 aziende catalane presenti stabilmente in Italia, mentre sono 680 le imprese italiane che hanno 772 filiali in Catalogna.

Sono 680 le imprese italiane che hanno 772 filiali in Catalogna

Questi numeri testimoniano la vocazione all’internazionalizzazione dell’economia catalana. Attualmente, le vendite all’estero equivalgono al 35% del Pil catalano, una percentuale superiore a quella di paesi di dimensioni simili come Danimarca, Svezia, Portogallo o Finlandia. Complessivamente, negli ultimi 10 anni, le esportazioni catalane sono cresciute costantemente – ad eccezione del 2020 a causa del confinamento causato dal Covid-19 – e hanno cumulato una crescita del 61% in questo periodo (2012-2022). Un’apertura al mondo che ha radici antiche, di carattere storico, in quanto i commercianti catalani sono da sempre andati a cercare all’estero le risorse che mancavano all’interno del paese. Il contributo della Catalogna al commercio mondiale risulta essere quattro volte più alto di quanto le corrisponderebbe per popolazione. In generale, lo sforzo per l’internazionalizzazione negli ultimi decenni è risultato determinante. Si è creato un circolo virtuoso che ha tra i suoi elementi la base industriale dell’economia, l’integrazione del binomio innovazione-internazionalizzazione della strategia imprenditoriale e la volontà politica di dare impulso a un proprio modello di internazionalizzazione. La capacità di attrarre investimenti, la forte vocazione all’innovazione, con la creazione di condizioni favorevoli alla nascita di start-up, e la cooperazione tecnologica hanno posto le basi per ideare un modello catalano di internazionalizzazione dell’economia che si sta rivelando una scommessa vincente.

Il contributo della Catalogna al commercio mondiale risulta 4 volte più alto di quanto le corrisponderebbe per popolazione

Non va peraltro dimenticato il ruolo della ricerca, che contribuisce a trasferire know how dal mondo accademico a quello imprenditoriale, soprattutto al sistema delle piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto connettivo fondamentale dell’economia catalana. Questo quadro è stato confermato dal Ministro di Impresa e Lavoro del Governo catalano, Roger Torrent i Ramió, in occasione della recente Settimana dell’Internazionalizzazione di Acció. Torrent ha assicurato che questi dati «non sono un caso: c’è uno sforzo da parte del tessuto imprenditoriale, ma anche del Governo, per aumentare la prospettiva internazionale delle imprese, per renderci più resilienti» e rafforzare «l’economia del paese». Il ministro ha sottolineato che questi risultati «sono frutto di un impegno strategico, strutturale e di lungo termine da parte delle imprese catalane» e di «un processo di adattamento segnato dall’emergere di nuovi canali digitali e dalla diversificazione geografica come risposta a possibili nuove crisi». La sfida che si trova a dover affrontare questo modello catalano di internazionalizzazione è chiara: un consolidamento che passa attraverso l’aumento delle imprese che esportano regolarmente; una maggior presenza internazionale; la capacità di continuare ad attrarre investimenti; la spinta ad una costante innovazione.

Negli scambi con l’Italia la questione logistica assume una rilevanza strategica fondamentale

Va da sé che in questo quadro di globalizzazione e di interscambi, particolarmente intensi, come abbiamo visto, con l’Italia, la questione logistica assume una rilevanza strategica fondamentale. Da questo punto di vista, come ha fatto notare il Commissario del governo spagnolo per i Corridoi mediterranei Josep-Vicent Boira-Maiques, ci troviamo di fronte a una saturazione del trasporto su gomma e al contemporaneo ritardo nella realizzazione di infrastrutture ferroviarie, soprattutto sul versante francese. Tutto questo rende di primaria importanza incentivare il passaggio al sistema intermodale marittimo, potenziando il trasporto “Ro-Ro”, con evidenti vantaggi sia dal punto di vista economico che ambientale. Un obiettivo che vedrà moltiplicare gli sforzi da parte della Catalogna per favorire un processo teso a migliorare l’interconnessione dell’intera area del Mediterraneo occidentale con conseguenti ricadute positive sull’intera Europa e con interessanti prospettive di allargamento al continente africano.

*Luca Bellizzi Cerri, Delegato del Governo della Catalogna in Italia.

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