Acerra. Esito positivo per la battaglia della graduatoria concorsuale contestata e non rettificata, condotta dagli avvocati Giovanni Della Corte e Paolo Leone: il TAR condanna il Comune di Acerra per mancanza di imparzialità e correttezza nella tormentata vicenda relativa all’assunzione del figlio dell’assessore comunale, risultato non idoneo, ma inserito nei vigili di Sant’Anastasia, sulla base della graduatoria dell’amministrazione acerrana. In città, il “palese e innaturale conflitto di interessi” e le “responsabilità politiche, istituzionali ed etiche” sono argomenti diffusi di discussione tra la cittadinanza, mentre l’opposizione sollecita provvedimenti e punta alle dimissioni del politico, in carica proprio al Contenzioso e agli Affari Legali. “Ciò che emerge da questa vicenda, è un messaggio di speranza rivolto a chi pensa di non potere avere voce in capitolo perché non riveste ruoli di rilievo, ovvero alla ‘gente qualsiasi’: bisogna credere, bisogna insistere, bisogna lottare per i propri diritti, per ciò in cui si crede, a prescindere dal risultato, sperando che arrivi quello giusto. Ed anche se non si riesce ad ottenerlo, battersi contro le ingiustizie è un dovere civico di ciascuno di noi: si lotta per ottenere un qualcosa di giusto, al di là di tutto”. L’avvocato lavorista Giovanni Della Corte dello studio Guadagni Della Corte e Partners, di Pomigliano d’Arco, tira il bilancio positivo di un’operazione legale tutt’altro che semplice, che ha richiesto un grande impegno professionale per giungere ad un traguardo di notevole peso e rispetto. Per molti cittadini, esso rappresenta la vittoria della giustizia contro l’arroganza e la prepotenza, Insieme al collega amministrativista, Paolo Leone, suo concittadino, ha guidato la battaglia legale riguardo all’impugnativa contro l’assunzione di un concorrente (mai dichiarato idoneo), figlio di un politico locale, a discapito altri concorrenti, in particolare il ricorrente (risultato invece idoneo a tutti gli effetti) nei vigliai urbani del Comune di Sant’Anastasia, quale istruttore di vigilanza C1. Per soddisfare la sua esigenza di personale, l’ente anastasiano ha attinto dalla graduatoria degli idonei ad un concorso di poliziotto municipale espletato dall’amministrazione acerrana. Una vicenda che ha infervorato gli animi nella città, coinvolgendo man mano l’opinione pubblica regionale, fino a trasformarsi in una vera e propria battaglia contro le ingiustizie, da parte in primis degli avvocati Giovanni Della Corte e Paolo Leone. Subito, è scesa in campo l’opposizione, che ora chiede al sindaco Tito D’Errico provvedimenti relativamente al “palese e innaturale conflitto di interessi”, chiarezza sulle “responsabilità politiche, istituzionali oltre che etiche” perché “serietà e correttezza lo impongono” e punta sulla revoca dell’assessore al Contenzioso e agli Affari Legali, Piscitelli, padre del concorrente immesso senza avere superato il concorso. Il TAR ha inflitto al Comune di Acerra la condanna a pagare le spese di giudizio (tremila euro), in merito al ricorso per l’errato inserimento nella graduatoria dei vigili, del figlio dell’assessore comunale, ed a provvedere in merito all’istanza di rettifica della graduatoria. La sua condotta è risultata infatti in contrasto con i doveri di correttezza, imparzialità e buona amministrazione: in pratica, l’Ente è rimasto silente rispetto all’istanza presentata dal ricorrente. Intanto, sono in molti a chiedersi con quali motivazioni il dirigente al Personale non abbia corretto la graduatoria. L’Ufficio legale del Comune di Acerra ufficialmente non è mai andato a verificare l’esito del contenzioso già espresso dal TAR. Non solo: uno dei concorrenti risultati idonei ha presentato la sentenza, ma negli uffici comunali non si è provveduto a riformulare la graduatoria, alla luce dell’inidoneità del figlio dell’assessore, sia accertata che sentenziata: egli è stato mantenuto invece in graduatoria senza motivazione giuridica. I giudici hanno altresì annullato la determinazione dirigenziale del Comune di Sant’Anastasia, con cui è stata disposta l’assunzione, impugnata con successo. “Ci siamo trovati davanti ad una chiusura totale. Il Comune di Acerra, nonostante quella che noi ritenevamo fosse una palese ingiustizia, non ha risposto a niente di tutto quello che gli abbiamo scritto. Si è trincerato dietro l’omertà ed il potere politico e ha insistito nel suo atteggiamento di chiusura, fin quando non siamo andati davanti al Tar… è stata una cosa abbastanza grave. Oltre alla forzatura che è stata fatta riguardo alla graduatoria, non rettificata – precisa Della Corte. “Abbiamo cercato di parlare con il Comune, ma ci ha chiuso la porta in faccia. Prima di arrivare al giudizio abbiamo fatto dei tentativi anche stragiudiziali, abbiamo mandato delle diffide; ebbene, nessuno ci ha ascoltato” – sottolinea, ricordando l’iter e l’ostracismo insormontabile che ha caratterizzato questa vicenda. E conclude con un messaggio significativo di speranza che dovrebbe servire a tutti coloro (tanti) che erroneamente si arrendono in partenza, per sfiducia nell’imparzialità della giustizia: “se una persona lotta, quasi sempre riesce ad ottenere qualcosa di buono”.
Teresa Lucianelli