FONTAMARA
SINFONIA DEI CAFONI
dal romanzo di IGNAZIO SILONE
adattamento e drammaturgia FRANCESCO NICCOLINI
una produzione TEATRO STABILE D’ABRUZZO- TEATRO LANCIAVICCHIO
con ANGIE CABRERA, STEFANIA EVANDRO, ALBERTO SANTUCCI, RITA SCOGNAMIGLIO, GIACOMO VALLOZZA
musiche originali GIUSEPPE MORGANTE
documentazione video FRANCESCO CIAVAGLIOLI
Andrà in scena il 24, 25 e 26 novembre al Teatro Tordinona lo spettacolo FONTAMARA, una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo e Teatro Lanciavicchio con la regia di Antonio Silvagni. La riscrittura dal romanzo di Ignazio Silone è opera di Francesco Niccolini ( già autore di Marco Paolini, Vetrano e Randisi, Alessio Bonie altri numerosi interpreti) che per l’adattamento teatrale ha ricevuto IL PREMIO SILONE. Lo spettacolo è stato anche premiato al FESTIVAL DI RESISTENZA, Casa Museo Cervi.
In un’epica dimensione di popolo prende vita il racconto di Fontamara, e modella da subito un racconto corale, una sorta di sinfonia a più voci, in cui il mondo dei cafoni, di tutti quei lavoratori della terra di ieri e di oggi si affolla sul palcoscenico per dare testimonianza di una strage, forse di un genocidio. Come in una sorta di Giudizio Universale, quattro cafoni sono immobili davanti a un cumulo di terra, la stessa che hanno lavorato per una vita o dalla quale forse sono appena risorti, e si stagliano in uno spazio vuoto, attraversato solo da nebbia, che li avvolge e a volte li nasconde. E in questa atmosfera rarefatta, quasi mitica, danno la loro testimonianza ricostruendo le prevaricazioni dei potenti del latifondo Torlonia e le violenze dei fascisti nel paesino di FONTAMARA. Ma non sono soli. A richiamarli in vita, e a dare loro la parola, quella che non hanno mai avuto in vita, è il personaggio che Silone nel romanzo chiama ‘Il Figlio’: è un figlio dei cafoni del Fucino, ma oggi è un ragazzo con la pelle scura che lavora quella stessa terra e approda al palco sceso chissà da quale barcone del mare per rievocare quella strage lontana, ma ancora drammaticamente attuale.
Francesco Niccolini autore della riscrittura dell’opera siloniana racconta il valore che ancora oggi rende il romanzo di Ignazio Silone attuale “Quando vent’anni fa ho avuto la fortuna di lavorare con Marco Paolini e Gabriele Vacis al Racconto del Vajont, uno dei capitoli più duri da studiare e al tempo stesso esempio di coraggio e forza morale, è stata la lettura dell’arringa dell’accusa, scritta dall’avvocato Sandro Canestrini, ora novantaquattrenne: ne fece un piccolo libro, un autentico pamphlet, che intitolò Vajont: genocidio di poveri. Ecco, tornando a Fontamara a distanza di tanti anni, e con molti chilometri e incontri belli e tragici sulle spalle, penso che questo romanzo capolavoro sia un altro capitolo fondamentale per chi ha deciso di raccontare quel genocidio. Ora, insieme agli attori cafoni come si definiscono loro stessi del Teatro Lanciavicchio e ad Antonio Silvagni, provo a portare quelle voci e quei fantasmi sul palcoscenico.»
FONTAMARA
SINFONIA DEI CAFONI
dal romanzo di IGNAZIO SILONE
adattamento e drammaturgia FRANCESCO NICCOLINI
una produzione TEATRO STABILE D’ABRUZZO- TEATRO LANCIAVICCHIO
con ANGIE CABRERA, STEFANIA EVANDRO, ALBERTO SANTUCCI, RITA SCOGNAMIGLIO, GIACOMO VALLOZZA
musiche originali GIUSEPPE MORGANTE
documentazione video FRANCESCO CIAVAGLIOLI
Teatro Tordinona www.i-ticket.it